FIRENZE – Un settore quello del commercio, e in particolare della grande distribuzione, che più che liberalizzato sembra essere stato lasciato all’assenza di regole. Senza peraltro che le aperture festive continuate facciano crescere i fatturati o riescano a calmierare i prezzi; al contrario, le serrande sempre alzate pare facciano lievitare i costi e di conseguenza i cartellini sulla merce. E’ questo il quadro illustrato stamani al presidente Enrico Rossi e all’assessore regionale al commercio Cristina Scaletti da una delegazione del coordinamento ‘Domenica no grazie‘, composto da lavoratori precari del commercio e studenti. E accanto a questo, dietro la vetrine illuminate dei centri commerciali, una curva in rapida crescita di diritti negati, orari impossibili e senza pause con controlli asfissianti, lavoratori messi di fronte a proposte di trasferimento in sedi lontane e che nascondono forme di ristrutturazione delle reti di vendita e la volontà di ridurre il personale.
Un quadro, a detta dei rappresentanti del coordinamento, che rischia di compromettersi definitivamente nel 2014, anno in cui Federdistribuzione (l’organizzazione che raggruppa le centrali della grande distribuzione) ha promesso di disdettare il contratto nazionale di lavoro e si rischiano tanti contratti aziendali senza alcun coordinamento e basati solo sull’interesse locale. “Se la Regione non ha competenze sul piano contrattuale – ha risposto il presidente Rossi – le ha senz’altro sul piano della cultura civile.
E non da ora la Toscana è portabandiera di una visione non contraria a forme di liberalizzazione, purché rispettose di festività che rappresentano momenti significativi e identitari, in Italia come in tutto il mondo. E di cui devono poter godere anche coloro che lavorano nel settore commerciale”. Parte dunque da oggi un confronto serrato, ha promesso Rossi, con il coordinamento ‘Domenica no grazie‘ e con studenti e lavoratori precari che lo compongono e ne sono rappresentati. “Avviamo un percorso di conoscenza reciproca e di rapporto politico, che dovrà avviare una vera e propria esperienza pilota utile a definire un quadro serio e pensato della situazione – è stata la conclusione del presidente – per individuare proposte di soluzione ai gravi problemi espostimi oggi.
Mi auguro anche che il prossimo governo possa e voglia ristabilire un minimo di regole sugli orari di apertura degli esercizi commerciali, condivise con le Regioni, gli enti locali e con le associazioni di categoria”.