Firenze – Il Consiglio regionale ha approvato le modifiche al testo unico sul commercio (voto di astensione dei gruppi di opposizione), in seguito al ricorso alla Corte costituzionale proposto dal Governo su liberalizzazioni e libera concorrenza. Non è stato approvato per un solo voto un emendamento di Marina Staccioli (gruppo Misto) che reintroduceva il ‘doppio prezzo’, quello iniziale e quello scontato, negli outlet. A votare contro i consiglieri Pd, Mauro Romanelli (Sel) e Nicola Nascosti (PdL).
A favore si sono pronunciati Idv, Centro democratico, Fratelli d’Italia, Più Toscana, Paolo Marini di Federazione della sinistra, oltre alla stessa Marina Staccioli e Gabriele Chiurli del gruppo Misto. E’ stato Ivan Ferrucci (Pd) ad illustrare l’atto, sottolineando, in particolare, che sono stati rivisti i requisiti obbligatori delle grandi strutture di vendita e dei nuovi impianti di distribuzione dei carburanti. Il limite dimensionale massimo per le grandi strutture di vendita viene aumentato in via transitoria a 20mila metri quadrati, qualora ricorrano specifiche condizioni, in attesa che tale limite venga individuato dalla pianificazione territoriale. Per quanto riguarda la distribuzione dei carburanti, cambiano le modalità di rifornimento durante l’orario di apertura in modo che i titolari possano organizzare l’attività in modo flessibile, pur garantendo il servizio anche a coloro che non sono in grado di utilizzare il self-service pre-pagato. Viene, inoltre, recepita l’intesa del luglio scorso in Conferenza unificata sul commercio in aree pubbliche, in seguito ad un’altra sentenza della Corte costituzionale (291/2012).
Al riguardo, è stata approvata all’unanimità una proposta di risoluzione collegata, presentata dalla commissione Sviluppo economico, che invita la Giunta regionale ad attivare la concertazione con gli Enti locali e le categorie per applicare in maniera uniforme l’intesa sul territorio regionale, prevedendo un termine di 12 anni per le concessioni rilasciate agli ambulanti. Una norma transitoria consente per il 2013 di posticipare il termine entro cui i Comuni devono verificare la regolarità contributiva degli esercenti. Nei casi di nuove destinazioni d’uso per le grandi strutture di vendita si stabilisce che alla conferenza di pianificazione partecipino anche gli altri Comuni interessati, mentre nel caso di riuso del patrimonio edilizio esistente la partecipazione è limitata al Comune, alla Provincia ed alla Regione, sempre che si tratti di previsioni già contenute nei piani strutturali e nei regolamenti urbanistici. “Con l’approvazione stamani del nuovo codice del commercio da parte del Consiglio regionale, la Toscana si dota soprattutto di uno strumento che valorizza i piccoli esercizi commerciali contro ogni tendenza all’omologazione, garantendo una maggiore salvaguardia del territorio”.
Questo il commento dell’assessore regionale al commercio Cristina Scaletti alla decisione dell’assemblea toscana, che aveva riesaminato il provvedimento a seguito del ricorso alla Corte Costituzionale presentato dal Governo. “Siamo felici per aver raggiunto il nostro obiettivo: adeguarci alle liberalizzazioni salvaguardando il tessuto toscano, che ha bisogno di equilibrio, armonia e senso del paesaggio”, ha proseguito Scaletti, che sottolinea come nel testo approvato venga riservata “attenzione particolare al regime regolativo per l’apertura di grandi strutture”.
Se fino a ieri si parlava di grandi strutture di vendita dai 2500 metri di volume in su, infatti, ora questo limite scende a 1500. Per i piccoli negozi, invece, sarà più semplice aumentare la competitività portando a 300 metri quadri (fino ad oggi il limite era di 150) la superficie di vendita con una semplice dichiarazione di inzio attività. Soddisfazione anche per l’approvazione delle modifiche riguardanti il commercio ambulante, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale numero 291 del 2012, che ha dichiarato illegittimo l’articolo 29 bis della legge regionale numero 28 del 2005.
“La Regione si è impegnata in questo senso – ha affermato Scaletti –, perché nei nuovi criteri si tengono unite le esigenze di carattere occupazionale e sociale dei lavoratori e quelle di tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale, recependo i principi comunitari ispirati alla libertà di accesso ed esercizio delle attività commerciali. Siamo inoltre soddisfatti che il Consiglio abbia approvato, sempre oggi, una proposta di risoluzione che va nella direzione già indicata dalla giunta, per rendere il più possibile uniforme e omogenea sul territorio regionale l’applicazione delle nuove regole”. A giudizio di Scaletti le politiche di sostegno alle piccole imprese stanno ottenendo un buon successo, anche attraverso la costituzione di reti d’impresa.
“Vetrina Toscana è l’esempio lampante di come le micro imprese locali valorizzino le nostre stesse identità”. “La Giunta regionale non ha rispettato l’impegno, contenuto in una mozione approvata all’unanimità, per cambiare le norme urbanistiche che limitano gli spazi di vendita”, ha osservato Marina Staccioli (gruppo Misto), in apertura del dibattito. A suo parere, inoltre, per una maggiore tutela dei consumatori, negli outlet dovrebbe essere mantenuto l’obbligo di pubblicità del prezzo di vendita iniziale (doppio prezzo).
Nel caso di vendite straordinarie o promozionali, inoltre, l’outlet dovrebbe pubblicizzare il prezzo iniziale, il prezzo di outlet e quello ulteriormente scontato. Per questo ha presentato uno specifico emendamento, che è stato respinto dall’Aula. “La proposta di legge non è coerente con le esigenze di semplificazione ed effettiva apertura al mercato, richieste dalla Corte costituzionale”. Lo ha dichiarato Marco Taradash (PdL), annunciando il voto di astensione, che è anche “un’opposizione ai meccanismi di regolazione dell’attività economica in questa regione”.
“Chi voglia incamminarsi verso la crescita e lo sviluppo delle imprese e dell’occupazione – ha osservato – deve fare un percorso di guerra per cercare di evitare le barriere che vengono frapposte”. Secondo Giovanni Donzelli (FdI) la proposta di Staccioli è molto importante per la tutela del consumatore, ma anche del commerciante che non fa parte dell’outlet, per scongiurare forme di concorrenza sleale. “L’aumento, in fase transitoria, del limite dimensionale per le grandi strutture di vendita a 20mila metri quadrati è anche un segnale preciso alla Giunta regionale, che sta rivedendo la legge urbanistica”.
Lo ha rilevato Nicola Nascosti (PdL), osservando che troppo spesso sono stati limitati gli spazi di vendita con norme regolamentari, che non coinvolgono il Consiglio regionale. Positive, a suo giudizio, le norme sul commercio ambulante. Secondo Giuseppe Del Carlo (Udc), pur migliorata rispetto alla proposta iniziale della Giunta, la legge contiene ancora elementi di ambiguità. Libera concorrenza, merito, snellimento burocratico si scontrano ancora con regolamenti e normative, specie sul fronte della pianificazione urbanistica per quanto riguarda la grande distribuzione.
Per questo ha annunciato voto di astensione. Marco Manneschi (IdV), pur dichiarando il voto favorevole alla proposta di legge, ha osservato che le indicazioni della Corte costituzionale sono state accolte solo parzialmente, con il rischio di non mettere la parola fine al contenzioso. A suo parere l’emendamento presentato da Staccioli per mantenere il ‘doppio prezzo’ negli outlet è un atto di buon senso. “E uno strumento a tutela dei cittadini, prima ancora che consumatori – ha osservato – La trasparenza nel commercio, così come in ogni altro campo, è una pratica da incoraggiare.
Non solo libertà di concorrenza, ma anche rispetto dei principi costituzionali, quali, ad esempio, il diritto alla salute”. “L’emendamento presentato rischia di avere l’effetto opposto a quello desiderato”, ha sottolineato Ivan Ferrucci (Pd). “Non capisco come il consumatore sia meno tutelato dal confronto dei prezzi – ha replicato Marco Taradash (PdL).