La serata a Colono con Carlo Cecchi e la regia di Mario Martone, prodotta da tre teatri Stabili pubblici (Torino, Roma, Marche) dopo aver attraversato la penisola e le sue sale più prestigiose, dal Piccolo di Milano all’Argentina di Roma, e dopo aver ricevuto otto uscite di applausi dal pubblico tedesco a Monaco al Marstall Theater, debutta a Firenze al Teatro della Pergola dal 19 al 24 marzo, prima di chiudere la tournée ad Ancona dal 4 al 7 aprile al Teatro delle Muse. Carlo Cecchi e Mario Martone, a quarantacinque anni dalla sua pubblicazione, portano in scena per la prima volta La serata a Colono di Elsa Morante.
«È la sua unica opera per il teatro, ispirata all'Edipo a Colono di Sofocle, ma non è mai stata rappresentata» racconta Cecchi, che della Morante era amico strettissimo. La Morante viveva, si potrebbe dire, in simbiosi col Gran Teatro, la mitica compagnia di Cecchi a cavallo tra gli anni ’60 e ’70; a sua volta Cecchi è stato il curatore, insieme a Cesare Garboli, dei due volumi dei Meridiani che raccolgono le opere della Morante (nel 2012 le celebrazioni del centenario della nascita). Non sono mancati in passato tentativi di rappresentarla: «Subito dopo l’uscita del libro, sia Eduardo De Filippo che Carmelo Bene - scrive Carlo Cecchi - pensarono di mettere in scena La serata a Colono.
A un certo punto ne nacque un progetto cinematografico, che avrebbe messo insieme Eduardo come Edipo, e Bene come regista. Poi non se ne fece nulla. Negli anni ’70 altri primi attori volevano recitarlo; fra questi Vittorio Gassman. Ma ormai Elsa s’era fatta restia a farlo rappresentare. Anch’io in anni più recenti avevo deciso di metterlo in scena; per poi rinunciarvi, fermato dalle enormi difficoltà che presenta il testo, oltre alle quali, dovendolo affrontare nel doppio ruolo di regista e attore, si aggiungeva quella di dover recitare la parte lunghissima di un personaggio di difficilissima definizione e drammaturgicamente ambiguo.
Quando giravamo Morte di un matematico napoletano, con Mario Martone, grande ammiratore de La serata a Colono, c’eravamo promessi di farlo insieme, un giorno o l’altro. Così, vent’anni dopo, quel giorno è arrivato e La serata a Colono va in scena per la prima volta, da quando è stato scritto. (…) E oggi, in questo tempo plumbeo dove sulle nostre vite e sulle nostre scene regna sovrana l’apatia, non posso che ripensare con disperata nostalgia al tempo in cui Elsa Morante scrisse il suo grande ‘poema in forma di dramma’. Edipo non è una parte semplice da recitare: è una parte di eccezionale lunghezza, nel cui svolgimento non c’è un filo che si possa seguire ‘com’è uso nelle scritture della logica sintattica’.
Inoltre stare legato alla barella, con gli occhi bendati per un’ora e mezzo, è una condizione ‘crudele’ per un attore. La parte impone un’intensità e una concentrazione eccezionali; sono richiesti diversi registri e forme della rappresentazione: si passa dalla recitazione tragica al recitativo arioso, dal melologo al canto lirico. Ma questa varietà di cifre stilistiche è appassionante per un attore: la sua recita è più vicina a quella del performer che a quella dell’interprete comune». la messa in scena di questo testo è una vera e propria sfida, attesa da decenni dal teatro italiano.
La tragedia sofoclea Edipo a Colono, ovvero il concludersi del lungo e tormentato esodo di un sovrano parricida e incestuoso, è, in questa Serata a Colono, un calvario rivissuto oggi con scabri accenti misti a deliri d’alta e remota nobiltà violata, con l’Edipo attuale pervaso da un dolore furioso, affetto da miraggi. Mario Martone e Carlo Cecchi hanno più volte lavorato insieme, su tutte spicca il film Morte di un matematico napoletano, vincitore del Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia nel ’92.
Martone si è confrontato numerose volte con la tragedia greca e in particolare col mito di Edipo: ricordiamo I sette contro Tebe a Napoli nel ’97 (spettacolo da cui scaturì il film Teatro di guerra); l’Edipo re al Teatro Argentina nel 2000 e l’Edipo a Colono al Teatro India replicato per tre stagioni, dal 2004 al 2006, entrambe produzioni del Teatro di Roma; e l’opera Antigone di Ivan Fedele andata in scena in prima assoluta al Maggio Musicale Fiorentino nel 2007. Il regista, nell’affrontare La serata a Colono della Morante, scrive: «Si tratta del testo più misterioso e inafferrabile che abbia mai avuto tra le mani, indefinibile già nella forma, trattandosi allo stesso tempo di un monologo, un poema, una commedia, una tragedia, un melodramma, una drammaturgia da grande avanguardia del '900, un testo dalla struttura poetica precisa e implacabile alla quale ci si deve affidare ad occhi chiusi». Nel cast artistico il Premio Oscar Nicola Piovani, autore delle musiche e Sergio Tramonti, assiduo collaboratore di Martone da più di dieci anni, entrambi legati all’esperienza del Gran Teatro di Cecchi e di Elsa Morante. La Casa Editrice Einaudi in occasione del debutto dello spettacolo ha pubblicato Elsa Morante, La serata a Colono, nella Collezione di Teatro. Orario spettacoli: dal martedì al sabato: ore 20.45, domenica: ore 15.45. Prezzi biglietti interi: Platea: ¤ 27 + ¤ 3 (diritto di prevendita) ¤ 30, Posto Palco: ¤ 20+ ¤ 2 (diritto di prevendita) ¤ 22, Galleria: ¤ 13,00 + ¤ 2 (diritto di prevendita) ¤ 15