Sempre più limitata l'autonomia degli enti locali. I Comuni, oltre al Patto di Stabilità ora si vedono restringere anche le possibilità di acquisto immobili e terreni. Si fa sempre più critica dunque la situazione dei comuni sul fronte dell’acquisto di immobili e sulla stipula di contratti di locazione. La conferma arriva da una deliberazione della Corte dei Conti della Liguria del 25 gennaio scorso, che si è espressa su un’istanza del Consiglio delle autonomie locali ligure dell’11 gennaio.
Il parere della Corte era richiesto sull’interpretazione dell’articolo 1 della legge 228 del 24 dicembre 2012, la cosiddetta legge di stabilità, ovvero sulle forti limitazioni alla capacità di acquistare diritti immobiliari degli enti locali nei futuri esercizi. Ebbene nelle sette possibili fattispecie esaminate, viene confermato un quadro complessivo di ferree limitazioni. In particolare la sentenza ci dice che il divieto di acquisto di immobili sancito per il 2013 e l’acquisto condizionato di cui al comma 1 ter sancito per il 2014 “si estende ad ogni tipo di immobile e non solo ai fabbricati”; vale anche per “l’acquisto di diritti reali su cosa altrui”; è applicabile anche “all’acquisizione di immobili per la realizzazione di opere assistite da dichiarazione di pubblica utilità” (escluse quelle avviate prima del primo gennaio 2013 e “non ancora concluse”); è applicabile “alle ipotesi di contratti preliminari stipulati prima del primo gennaio 2013”; è applicabile “ai diritti di prelazione, compresi quelli aventi fonte legale”. “La deliberazione della Corte dei Conti della Liguria, pur esprimendosi su casi specifici a seguito di su richiesta del Cal di quella Regione, conferma le fortissime limitazioni agli acquisti di diritti immobiliari da parte degli enti locali – è il commento di Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana (Unione Nazionale Comuni Enti Montani) – Quindi, ciò che vale per quella fattispecie varrà probabilmente per tutti i comuni italiani.
Si tratta di restrizioni ulteriori che mettono in grandi ulteriori difficoltà le amministrazioni municipali con un attacco diretto all’autonomia degli enti. Sindaci e giunte sono sempre più in una situazione di impotenza sia per gestire l’attività ordinaria sia, ancor più, per programmare investimenti per il futuro. Senza contare che la restrizione ulteriore della possibilità di investimento degli enti locali – chiude Giurlani - rappresenta un duro colpo alla ripresa economica dei territori, inutilmente invocata da tutti”.