Stamani l'ennesimo tentativo di suicidio a causa dei troppi debiti accumulati e dell'impossibilità di sopravvivere senza un lavoro. E' accaduto a Livorno, il tentativo di suicidio da parte di un originario della provincia di Firenze. A salvare l'uomo una pura fatalità. Ma ad essere in difficoltà sono operatori di qualunque settore. Nessun licenziamento in sanità. Il piano di riorganizzazione del servizio sanitario toscano varato con la delibera di fine anno, e ora in fase di avvio, non prevede licenziamenti.
L’ha assicurato l’assessore al diritto alla salute rispondendo stamani al vicepresidente della quarta commissione, che chiedeva informazioni sulla nuova organizzazione dei medici. L’assessore ha spiegato che riorganizzazione significa prevedere un nuovo modello di sanità, con la ricollocazione dei lavoratori all’interno del sistema. Per questo sono in corso incontri sindacali con tutte le categorie dei lavoratori della sanità, sia sulla riorganizzazione del 118, sia sulla ricollocazione dei professionsiti all’interno della nuova organizzazione.
Tutto viene fatto – ha sottolineato l’assessore – discutendo con i sindacati di tutti i livelli professionali sui diversi tavoli della riorganizzazione. All’interno della riorganizzazione di un sistema, come quello della sanità toscana, che comprende più di 50.000 lavoratori, l’assessore ha ricordato anche che si stanno predisponendo processi di valorizzazione delle risorse umane, per sviluppare le professionalità esistenti ed elevare il livello di formazione. “Non lasciamo da soli i microimprenditori, la Regione attivi subito delle misure di sostegno”.
E’ quanto dichiara la consigliera Marina Staccioli (Gruppo Misto), a margine del presidio organizzato dai soci del Co.P.I.I. (Comitato piccoli imprenditori invisibili) davanti alla sede della Giunta toscana. “Da vicepresidente della Commissione Emergenza occupazionale – spiega Staccioli – ho voluto far sentire la mia vicinanza a un tema di cui si sente poco parlare: in Italia chiude una micro-azienda al minuto, nel silenzio dell’opinione pubblica e delle Istituzioni”.
“Queste chiusure non fanno notizia come le crisi delle grandi aziende – aggiunge – ma mettono a rischio la tenuta sociale e la vitalità del nostro sistema economico, a maggior ragione in una regione come la Toscana, ad altissima densità di micro e piccole imprese”. “Si tratta inoltre – sottolinea la consigliera – di una fascia di lavoratori per lo più scoperta rispetto agli ammortizzatori sociali. La Regione non condanni la micro e piccola impresa a restare invisibile. Personalmente – conclude Staccioli – solleverò il problema presso la Commissione Emergenza occupazionale”.
Il gruppo Consiliare di Rifondazione Comunista della Provincia di Firenze ha incontrato una delegazione di lavoratori del Cementificio Sacci in località Testi, situato al confine tra i territori di Greve in Chianti e San Casciano Val Di Pesa, dove 125 di loro sono in cassa integrazione a zero ore con decorrenza dal 19 novembre scorso, con accordo siglato tra la proprietà della Sacci, le OO.SS e le Istituzioni. Un accordo che mette a serio rischio l’intero impianto produttivo in quanto le commesse attuali vengono abbondantemente evase da altri impianti dislocati in altre regioni d’Italia.
Per ora la proprietà si è solo impegnata a produrre il piano industriale senza sbilanciarsi sul futuro di quello stabilimento e senza dare alcun segnale concreto di tenuta occupazionale. "Al di la delle dichiarazioni rilasciate al tavolo istituzionale svoltosi il 10 dicembre 2012 in Regione Toscana, un incontro a cui hanno partecipato la Provincia di Firenze, i Sindaci di Greve in Chianti, San Casciano Val di Pesa, la proprietà di Sacci e le Organizzazioni Sindacali di categoria, la crisi del cementificio non si avvia a conclusione e per i 125 lavoratori in cassa integrazione e inizia invece un duro percorso di precarietà salariale e occupazionale, proprio in un contesto dove la recessione economica è particolarmente pesante ed è inserita nella crisi generale del settore dell’edilizia ( vedi altra azienda: cementificio Colacem di Pelago ). Un ulteriore fatto grave si sta verificando ai danni dei 125 lavoratori in cassa integrazione, cioè che i versamenti della stessa cassa non stanno arrivando ai lavoratori e alle loro famiglie, costringendoli a sopportare non solo la precarietà di un salario ridotto al minimo accettabile - 700 euro circa- ma l’umiliazione di non saper come fare a pagare anche quel minimo indispensabile, senza rischiare di trovarsi con luce e gas o il mutuo della casa, saltati.
Chiediamo perciò che le Istituzioni, Comuni, Provincia di Firenze eRegione Toscana intervengano senza alcun indugio presso l’INPS per rimuovere ritardi e/o ostacoli nell’erogazione della Cassa Integrazione per i 125 lavoratori Sacci. Inoltre chiediamo che si faccia il punto sulle attività produttive ed un piano per il lavoro nella zona dei comuni del Chianti Fiorentino attraversati da una dure crisi con centinaia di posti di lavoro persi nell’ultimi anni convocando la Camera del Lavoro territoriale e le realtà più significative, dal cotto, ai trasporti, all’agricoltura, per avviare un volano virtuoso compreso gli investimenti necessari o la riconversione del cementificio Sacci". Firenze - Ornella De Zordo: "Chiedono il rispetto dei contratti individuali, il pagamento corretto delle festività, i previsti riposi settimanali e compensativi, il compenso dovuto per gli straordinari.
E ancora, per i lavoratori che operano nell'assistenza domiciliare, che si eliminino le ore di buco tra un utente e l'altro che comportano un impegno fino a 12 ore al giorno pur essendo pagati solo per i servizi effettuati, e che i trasferimenti quotidiani anche di molti chilometri non siano rimborsati solo con la ridicola cifra di 30 euro al mese. Chiedono il riconoscimento dei diritti sindacali compreso quello di assemblea. Chiedono troppo? Assolutamente no: sono diritti che la Cooperativa Di Vittorio ha cancellato, insieme a quanto previsto nel nuovo accordo stipulato tra la cooperativa e CGIL, CISL, UIL, e su cui l'Unione Sindacale di Base ha indetto, per venerdì 15 uno sciopero invitando a manifestare contro un accordo peggiorativo per lavoratori e utenti.
In particolare il meccanismo chiamato "mensilizzazione" contraddice il contratto collettivo nazionale per quanto riguarda il pagamento degli straordinari. La legge va rispettata e i già pochi diritti dei lavoratori delle cooperativi vanno difesi. Per questo l'USB dá appuntamento per venerdì 15 febbraio in via Aretina 332 davanti alla sede della cooperativa dalle ore 10 alle ore 12 al grido: "Noi il debito (orario e non solo) non lo paghiamo". Domani a Firenze, alle ore 18 presso le Murate, una tavola rotonda con candidati di SEL, economisti ed esperti per proporre una nuova politica economica Una nuova politica economica per battere la crisi da sinistra: domani, venerdì 15 febbraio, alle 18 presso la Sala delle Vetrate (complesso delle Murate, piazza Madonna della Neve, Firenze), economisti, esperti e candidati di SEL si confrontano per proporre un'alternativa alla dottrina dell'austerità.
All'iniziativa partecipano Guido Iodice, blogger di Keynes Blog, Giulio Marcon, già portavoce di Sbilanciamoci! e candidato di SEL in Veneto, Marco Geddes, esperto di politiche sanitarie, e Mauro Fuso, segretario CGIL Firenze. Introduce e coordina Paolo Solimeno, candidato SEL al Senato; sono previsti gli interventi di Taira Bartoloni, Ivan Moscardi e Andrea Casucci, candidati SEL alla Camera. "Il fallimento del neoliberismo e la macelleria sociale dell'austerità impongono scelte decise in chiave anticiclica e redistributiva per uscire da una crisi che attanaglia soprattutto le fasce più deboli della popolazione.
Durante l'incontro verranno quindi presentate le idee e le proposte programmatiche di Sinistra Ecologia e Libertà: tassazione delle transazioni finanziare e dei grandi patrimoni, un grande piano di messa in sicurezza del territorio, capace di creare nuova occupazione; una revisione della spesa pubblica, con una immediata riduzione delle spese militari e la cancellazione del programma F-35; revisione del fiscal compact e promozione di un "new deal" europeo, attraverso il sostengo alla spesa pubblica che genera occupazione.
Infine, l'introduzione di nuovi parametri per misurare il benessere della nazione accanto al PIL, come il Prodotto Nazionale Salute e il Prodotto Nazionale Sapere". “L’augurio che ci dobbiamo fare, come italiani, è che da queste elezioni esca una maggioranza per formare un governo stabile per riprendere in modo serio l’azione riformatrice in un contesto di maggiore equità e diminuzione del carico fiscale sul lavoro e sulle famiglie, con incentivi concreti alle imprese che assumono giovani ed iniziano processi di innovazione e di competitività, sia a livello nazionale che internazionale”.
Questa la dichiarazione del capogruppo in Consiglio regionale dell'Udc, Giuseppe Del Carlo, in vista delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. L'esponente centrista auspica, inoltre, che il nuovo Parlamento proceda “a un taglio drastico della spesa pubblica, dei costi della politica e degli apparati improduttivi e burocratici, a cominciare dalla soppressione delle Province”. Tenendo ben presente che le previsioni sulla disoccupazione in Italia, per il 2013, sono in aumento: (11,4%) rispetto al 2012 (10,8%), mentre quella giovanile si attesta sul 37%. Si tratta del livello più alto mai toccato.
Peggio dell’Italia fanno soltanto la Grecia (57,6%) e la Spagna (56,5%) ed il Portogallo (38,7%). "In Toscana il tasso generale di disoccupazione si attesta sul 9% - insiste il capogruppo Del Carlo –. Questi dati, uniti a quelli dell’espansione imprenditoriale che registrano il livello più basso degli ultimi otto anni, dimostrano chiaramente che la nostra economia è ancora in recessione e che la ripresa, se mai ci sarà – conclude –, è rinviata alla fine del 2013 ed è subordinata alle riforme che saranno subito messe in campo dal prossimo Governo”.