I farmaci di nuova generazione ci sono, ma costano e chi potrà usufruirne? La Pneumologia s’inginocchia e con tutti i limiti, difficilmente potrà proseguire la sua missione. In una situazione quasi paradossale dove ad oggi le malattie respiratorie, che saranno la terza causa di morte nel 2030 con incrementi doppi ogni anno, vengono “razionalizzate” nel nuovo piano della sanità italiana. La conseguenza? Prefiguriamo un peggioramento delle condizioni per strutture e cittadino – sottolineano gli specialisti in un accorato appello alle istituzioni – Un grido di dolore per l’insensibilità di coloro che proseguiranno ad ammalarsi e dinanzi proveranno un profondo disagio per lo smantellamento delle Unità Operative Pneumologiche e forse anche la graduale scomparsa degli specialisti pneumologi sui quali non si investe più.
Ridimensionamento e avvilimento della specialità e l’abbattimento delle strutture non potrà portare che svantaggi. e la diagnosi precoce verrebbe meno con crescenti costi di gestione anche per il SSN. Infine nel medio e breve termine i costi diventeranno ancora più insostenibili con in aggiunta un aggravamento delle condizioni di lavoro per chi sarà chiamato a sostituire gli specialisti pneumologi, in quest’opera di razionalizzazione. Medici di base e internisti avranno maggiori responsabilità e come grave conseguenza potrebbe verificarsi un ingolfamento dei Pronto Soccorso dinanzi al disorientamento dei pazienti incapaci di essere adeguatamente curati e guidati nelle nuove terapie farmacologiche. “Asma Bronchiale e BPCO: Strategie per la Governance” è il tema che anima le giornate congressuali sino al 14 febbraio 2013, presso il Centro Congressi Villa Quaranta Verona per il 16° Congresso Internazionale organizzato dal Dott.Roberto W.
Dal Negro direttore scientifico del Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria (CESFAR), col patrocinio della SIMeR Società Italiana di Medicina Respiratoria e dell’AIMAR Associazione Interdisciplinare Malattie Respiratorie, e della Scuola di Alta Formazione in Management Sanitario (SAFIMS). L’asma provoca 495 morti all’anno in Italia, ha una prevalenza di circa il 7% nella popolazione generale italiana e colpisce anche i Paesi in via di sviluppo e condiziona pesantemente l’attività lavorativa, il rendimento scolastico e lo stile di vita di chi ne è affetto.
La BPCO provoca ogni anno nel mondo 3 milioni e 280 mila morti (pari al 5,8% dei decessi), ma, in prospettiva, è destinata a diventare la terza causa di morte nel mondo entro il 2030. Anche i dati italiani sono assai preoccupanti: in Italia colpisce tra l'8 e il 12% della popolazione adulta. I fumatori sono i più a rischio: nel 20-40% questi raggiungono la malattia conclamata. In questi soggetti, l'incidenza della BPCO e delle complicanze cardiovascolari aumentano esponenzialmente. È importante, proprio su questo tema, privilegiare il dialogo ed il confronto proattivo fra autorevoli esponenti nazionali delle Istituzioni Sanitarie e altrettanto autorevoli rappresentanti della Medicina specialistica e non.
Si è inteso così offrire, con il Congresso, occasione di proficuo scambio e comune riflessione sulle future politiche strategiche in tema di Medicina Respiratoria nel nostro Paese, argomento di impatto certamente stringente per il SSN, e sicuramente di grande preoccupazione per la popolazione generale. «Occorre un dialogo tra parti per quanto riguarda le malattie ostruttive delle vie aeree – continua il Dr. Dal Negro - Queste interessano il 15% della popolazione italiana, asma e BPCO, in ascesa continua e inarrestabile.
Ciò nonostante sono le più trascurate, almeno dal Sistema Sanitario Nazionale. A soffrire di più del taglio pesante delle strutture e dei loro mezzi è proprio il settore delle malattie respiratorie. E’ paradossale che, nonostante il continuo aumento di casi e di gravità, queste strutture specialistiche subiscano sempre più tagli, a favore di un contenitore aspecifico della una medicina tuttologica. Nel nostro Paese, Asma e BPCO costano allo Stato circa 14 miliardi di Euro l’anno: di fatto 1 punto di PIL, pari al 60% di quanto versato dagli italiani per l’IMU".
Ampio spazio, durante il congresso, anche ad altre tematiche scientifiche: fenotipizzazione, allergie alimentari, virus respiratori, nuovi farmaci ed un importante focus sugli studi regionali sulle malattie respiratorie in Italia. «Abbiamo deciso di invitare le autorità ed i responsabili del Settore Sanitario Nazionale per creare nuove strategie e nuove forme di collaborazioni per risollevare il settore delle malattie respiratorie – conclude Dal Negro - E se non dovessimo riuscirci, prepariamoci ad un ulteriore aggravamento, che comporterà costi sempre più alti che non potranno più essere supportati dall’economia italiana».