Molte imprese energetiche che pagano la Robin Tax sembra si “rifacciano” sui consumatori violando la legge. Lo afferma un rapporto dell'Autorità per l'energia che segnala 199 casi per un totale di circa 1,6 miliardi di incremento dei margini “dovuti all'effetto prezzo” e tali da costituire una possibile violazione del divieto di traslazione. La Robin tax è l'addizionale Ires imposta alle imprese energetiche dal giugno 2008 e per legge non può essere “traslata” sui consumatori né in bolletta né su altre imposte. La legge vieta infatti esplicitamente alle imprese "di traslare l'onere della maggiorazione d'imposta sui prezzi al consumo" e affida proprio all'Autorità per l'energia elettrica e il gas il compito di vigilare "sulla puntuale osservanza della disposizione". Nella relazione presentata lo scorso 24 gennaio l'Autorità mostra un quadro fortemente critico in cui appare evidente che molte imprese si rifanno sui consumatori per recuperare la tassa versata. 199 i casi di operatori scovati di cui 105 appartenenti al settore dell'energia elettrica e gas e 94 al settore petrolifero. "L'ennesima dimostrazione di come il principio della furbizia governa il nostro Paese, dice Grazia Simone, Segretario Generale Adiconsum Toscana.
Ignobile il comportamento delle aziende che hanno scaricato sui cittadini quanto LORO avrebbero dovuto pagare. Chiediamo, come Associazione che tutela i consumatori, la restituzione immediata ai cittadini delle somme indebitamente percepite. Occorre che le Autorità preposte adottino provvedimenti esemplari per dimostrare che fare i furbi non paga". Confconsumatori Prato, Migliorati: al via la raccolta adesioni per una causa collettiva contro Publiacqua. “Da quando è stato promulgato l'esito referendario nel luglio 2011, la nostra associazione, unitamente ai Comitati territoriali per l'Acqua Bene Comune, ha chiesto ai gestori del servizio idrico di restituire ai cittadini la cosiddetta "remunerazione del capitale investito", che non è altro che il profitto che i soci privati acquisiscono per gli investimenti programmati negli impianti. Dopo che anche il Consiglio di Stato ha dato ragione a Comitati e Associazioni, alla Confconsumatori si "affilano le armi" per una nuova causa collettiva a difesa degli utenti di Publiacqua. Nel nostro caso, tuttavia, Publiacqua fino ad oggi non ha mai restituito alcunché agli utenti, trattenendosi somme non dovute, dal luglio 2011 fino ad oggi".
Iniziamo pertanto la raccolta di adesioni per una causa collettiva a Publiacqua”. Così il presidente della Confconsumatori di Prato, Marco Migliorati.