FIRENZE, 7 febbraio ’13 – "Non si misura dalle percentuali di affluenza lo stato di salute del settore turistico ma dal giro di affari e quello fiorentino, in questo momento non si può certo dire sia in salute: prezzi bassi, aumento dei costi di gestione delle strutture e mancanza di ferrei controlli sugli 'abusivi' ". A delineare luci ed ombre del futuro alberghiero fiorentino è Giovanni Guarnieri, presidente della Sezione Industria Alberghiera di Confindustria Firenze, che, oggi, con Beatrice Grassi, consigliere incaricato di Confindustria Firenze con delega al marketing territoriale, e Giorgio Palmucci, presidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi hanno fatto il punto della situazione, durante il Consiglio Nazionale di Confindustria Alberghi che si è tenuto nel capoluogo toscano.
"Per rendere l’idea – rimarca Giovanni Guarnieri, presidente della Sezione Industria Alberghiera di Confindustria Firenze -, basta pensare che secondo una indagine fatta fra i nostri associati, alberghi di catena ed individuali, confrontando il 2007 e il 2012, prendendo ad esempio gli alberghi a 4 stelle, si riscontra un ricavo medio camera di circa il 10% in meno di quello che era il ricavo medio camera nel 2007; tutto questo a fronte di aumenti dei costi del 20%-30% che sono saliti dal 2007 al 2012.
In queste condizioni è impensabile riuscire ad avere delle riserve per rinnovare gli alberghi, cosa per noi assolutamente necessaria per rimanere competitivi sui mercati internazionali. Imu, Tia, energia, gas: l’impresa, oggi, è resistere. Anche ad un mercato drogato dalla concorrenza di chi, pur nella legalità, si “vende” per quello che non è. Maggiori controlli sui tipi di strutture non solo porterebbero ordine, ma tutelerebbero anche l’immagine del nostro territorio. Con una maggiore collaborazione con la Provincia, addetta al controllo, la Regione, che legifera, ed il Comune, che controlla quanto di sua competenza, si potrebbe fare più chiarezza e contrastare questo fenomeno tossico per l’economia del settore e la reputazione della nostra Arte dell’accoglienza". "I problemi che sottolinea il Presidente Guarnieri non sono solo di Firenze, ma sono quelli che il nostro settore sta vivendo in tutta Italia - sottolinea Giorgio Palmucci, presidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi -.
Come Associazione Nazionale Confindustria Alberghi, abbiamo predisposto un documento per le forze politiche che si misurano in questa campagna elettorale, in cui abbiamo definito le nostre priorità. L'industria alberghiera può essere un volano del rilancio economico del nostro paese, ma abbiamo l'esigenza di affrontare alcuni nodi che bloccano lo sviluppo. Il nostro documento é molto articolato, ma abbiamo posto al centro il tema della fiscalità che per le nostre aziende ha raggiunto livelli insostenibili.
E' il problema dell'IMU che grava pesantemente sugli immobili d'impresa cosi come la Tares che a breve diverrà operativa o dell'Irap. Un carico impositivo che colpisce l'azienda a prescindere dall'effettiva produzione di utili. Su questo, cosi come sulla lotta all'abusivismo e, soprattutto, sull'imposta di soggiorno che ha modalità diverse in ogni territorio, il nuovo Governo dovrà intervenire per permettere al nostro settore di contribuire al rilancio dell'economia del nostro Paese". "Destiniamo parte degli introiti della tassa di soggiorno 2012, al rilancio del turismo congressuale – propone Beatrice Grassi, consigliere incaricato di Confindustria Firenze con delega al marketing territoriale -.
Ad oggi è il segmento turistico che ha maggiori ricadute sull’economia cittadina: fatto cento la spesa del congressista, il solo 30% è destinato all’alberghiero il resto ha ricadute dirette su commercio, ristorazione, trasporti. La legge prevede che l’imposta sia utilizzata anche per finanziare interventi in materia di turismo e allora facciamolo su un settore fondamentale per la città ma non abbastanza valorizzato propulsore economico".