Nello specifico per quanto riguarda il settore dei locali da ballo (Silb) gli incassi sono diminuiti del 10%. “Un dato – sottolinea Silb Confcommercio Firenze - che preoccupa ancora di più se consideriamo la chiusura negli ultimi anni di discoteche importanti dell'area. Rispetto al passato inoltre i locali da ballo non sono aperti tutte le sere ma solo nel week end: una scelta necessaria per abbattere i costi". Non va meglio nel settore dei pubblici esercizi dove a dicembre, secondo Fipe, si è registrato un calo di oltre il 10% per i bar e del 15% per i ristoranti. Dato negativo anche per quanto riguarda l’abbigliamento dove si è registrato un calo intorno al 15%.
Nell’hinterland fiorentino lo stesso settore ha registrato complessivamente un crollo di quasi il 20% rispetto allo stesso mese 2011 e nessun aumento rispetto al mese precedente. Il dato rispecchia il trend dell'ultimo trimestre 2012 confrontato con il corrispettivo 2011. “Rilanciare i consumi dovrebbe essere la priorità del nuovo governo, perché senza consumi non riparte l’economia - commenta la presidente di Confcommercio Firenze Alessandra Signori – Per questo è assolutamente necessario riformare una volta per tutte e in maniera seria il mercato del lavoro, abbassando il cuneo fiscale e dando alle aziende incentivi e regole snelle per investire nel personale e ritornare ad assumere.
È indispensabile inoltre scongiurare l’aumento dell’Iva”. "A livello locale, è infine prioritario un confronto vero tra amministrazioni e imprese sulle imposte locali, affinché le prossime rate dell’Imu e della Tares non rappresentino il colpo dio grazia per le imprese. Dopo un 2012 che ha visto chiudere un’impresa al minuto, il 2013 rischia di essere un anno terribile per le pmi (piccole e medie imprese): il vero pericolo è che dai piccoli paesi e dai tanti quartieri dei centri urbani scompaia del tutto il tessuto commerciale, con effetti drammatici, apocalittici, sulla vita quotidiana delle persone.
Ci aspettiamo da parte di tutti i sindaci della provincia di Firenze – conclude Signori - un forte senso di responsabilità nelle scelte che faranno: un senso di responsabilità che sia pari alla gravità, all’unicità del momento storico ed economico che stiamo vivendo. Quando a cinque anni dall’inizio della crisi si discute di una nuova imposta, si va ormai a decidere della sorte delle imprese, delle famiglie, della comunità intera”. A dicembre l'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato a livello nazionale una diminuzione del 2,7% in termini tendenziali.
Per l'ultimo trimestre del 2012 i dati congiunturali mostrano una lieve attenuazione della dinamica fortemente recessiva che ha caraterizzato i consumi degli ultimi dodici mesi. In ogni caso restano presenti, secondo l'Ufficio Studi Confcommercio, "elementi di spiccata criticità che non permettono di stabilire se nei mesi finali del 2012 si sia toccata la fase più negativa del ciclo".