Oltre 300 persone hanno affollato Villa Castelletti di Signa in occasione della tavola rotonda dal titolo “Ripresa & occupazione. Idee a confronto per aiutare la ripresa e l’occupazione nel nostro territorio”, organizzata dalla Banca di Credito Cooperativo di Signa giovedì 31 gennaio. Una riflessione al tempo della crisi per discutere come affrontare la più lunga e lacerante fase recessiva del dopoguerra e soprattutto per cercare di valutare le possibili soluzioni e vie d'uscita.
Numerosi i rappresentanti delle istituzioni, dell'economia, della finanza e delle categorie produttive che hanno dato un concreto contributo alla discussione, avvicendandosi a ritmo serrato al microfono. I lavori sono stati aperti dal Presidente della Bcc di Signa Maurizio Rugi, che ha ringraziato gli intervenuti esprimendo al contempo “la disponibilità della Bcc Signa a continuare ad essere, tanto più in momenti difficili come questi, interlocutore serio e affidabile per aziende e privati”.
Ha poi fatto seguito la relazione del direttore dell'Irpet Stefano Casini Benvenuti, intitolata “La difficile uscita dalla crisi”. “La fase recessiva proseguirà nei prossimi mesi – ha spiegato Casini Benvenuti – che saranno molto duri sotto questo punto di vista. Un primo accenno di ripresa, seppur lenta, si avrà solo a partire da fine 2013”. Guardando al caso toscano, il presidente dell'Irpet ha rilevato che l'unico settore che ha tenuto in questi anni è stato quello relativo alle esportazioni estere, che possono rappresentare una specie di traino per l'economia nell'immediato futuro.
“Da una ripresa delle esportazioni – ha aggiunto Casini Benvenuti – il resto del sistema dovrebbe essere trascinato, con le imprese che torneranno ad investire incentivando i consumi”. Nonostante numeri preoccupanti per quanto concerne l'occupazione (80 mila lavoratori in meno, aumenta il ricorso alla cassa integrazione ecc.) il sistema ha dimostrato comunque di reggere: “Sono stati persi 24 mila posti di lavoro, meno di quanto ipotizzato prima di una crisi che, è bene ricordarlo, rappresenta la più grave da quella celeberrima del '29.
Le stime di crescita nel 2014 e 2015 sono più che plausibili, ma non sarà automatico né facile arrivarci. Servirà la nascita di tante nuove imprese, che investano e lavorino soprattutto con l'estero”. Il vicesindaco di Firenze Dario Nardella ha poi preso la parola ricordando che “per uscire dalla crisi la parola chiave è “competitività”. La politica negli ultimi decenni ha le sue responsabilità, perché si è dovuta sempre trovare ad operare in situazioni di emergenza.
Senza quindi la possibilità di fare scelte di medio-lungo termine, riforme strutturali, formazione. In contesti del genere, è facile ricorrere alla leva fiscale, a politiche di rigore e non di crescita. La Toscana ad esempio ha un potenziale enorme, deve tornare ad essere locomotiva del paese, puntando non solo sul turismo ma anche sulla manifattura, che ha una lunghissima e prestigiosa tradizione. Per farlo, dobbiamo mettere a sistema tutte le potenzialità del nostro territorio”. Il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni ha riassunto “il senso di frustrazione, di precarietà, lo sconcerto che esiste ormai da tempo nei nostri enti, dovuto all'incertezza sulla sorte delle Province.
Chiediamo alla politica di decidere, in un senso o nell'altro, e di farlo presto: attualmente le Province sono in uno stato di ibernazione che paralizza tutte le attività. I tagli ipotizzati significherebbero un'abolizione di fatto”. Sul recente declassamento degli aeroporti toscani, Pieroni sostiene infine che “l'unica strada percorribile per valorizzare i nostri principali scali rimane quella dell'integrazione tra gli stessi”. L'assessore provinciale Giorgetti ha sottolineato l'impegno della Provincia di Firenze nel sostenere l'innovazione delle imprese ed il ricollocamento lavorativo, attraverso due progetti distinti, mentre il sindaco di Scandicci Simone Gheri ha lanciato il grido d'allarme: “L'imprenditore deve tornare a fare l'imprenditore, ovvero aggredire i mercati, decidere come e dove vendere il prodotto e cose di questo genere.
Invece, in Italia, è quotidianamente alle prese con una soffocante burocrazia, che rischia di farci sfuggire chi vuole investire da noi. La semplificazione delle procedure è un passaggio fondamentale per attrarre nuovi imprenditori”. Alberto Cristianini, sindaco di Signa, ha sostenuto come “serva, anche in economia, moralità, e le Bcc rappresentano un modello positivo per la vicinanza che mostrano al territorio. Sempre più famiglie sono in difficoltà, e me ne accorgo dall'aumento esponenziale di coloro che vengono da me a chiedere aiuto o un lavoro”.
Carlo Nannetti, primo cittadino di Lastra, rammenta come “gli enti locali ormai abbiano le mani legate su molte cose, e i margini di autonomia siano ridotti all'osso. Le responsabilità sono anche nostre: dovremmo avere ad esempio una visione più d'insieme e meno municipalistica del territorio”. Il sindaco di San Miniato Gabbanini infine ha ricordato il ruolo fondamentale delle banche, che devono credere nel territorio agevolando quanto più possibile l'accesso al credito, e ha illustrato un piccolo esempio di buona amministrazione: “Da quando sono entrato in carica ho deciso di fare tutti gli anni, nello stesso periodo, una visita alle aziende del mio comune.
Un piccolo gesto che fa sentire la vicinanza dell'amministrazione al tessuto imprenditoriale, così vessato dalla crisi degli ultimi anni”. I lavori sono stati chiusi dall'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Salvadori. Non sono mancati infine i contributi dei vertici delle associazioni che rappresentano le varie categorie produttive, come Confindustria Firenze e Pisa, Cna Toscana, Confartigianato Firenze, Confesercenti, Conf Api Toscana, Consorzio 100% Italiano, Ance Toscana, Assoconciatori e Consorzio Conciatori.
Leonardo Landi