La ripresa economica dipende anche dalle infrastrutture, dalla maggiore o minore facilità con cui una Regione o una città sono raggiungibili dall'esterno; l'aeroporto insomma giocherà un ruolo determinante: lo si va dicendo da un po' ma perché il polo aeroportuale toscano composto dallo scalo di Pisa e quello di Firenze possa essere realizzato Peretola dovrà munirsi di una nuova pista, più funzionale, tanto per cominciare più lunga così da scongiurare i tanti, troppi dirottamenti di volo, necessari ad ogni folata di vento.
La conditio sine qua non imposta da Rossi e dalla sua Giunta è la questione della holding, cioè la fusione tra le due società di gestione del Galilei e di Peretola, Sat e Adf. "Senza holding non ci sarà variante al Pit" disse il Presidente toscano a fine dicembre che fece anche sapere di aver fatto pressione sui soci pubblici (tra cui la stessa Regione Toscana) per velocizzare il percorso e arrivare così all'approvazione della variante al Pit all'inizio di febbraio. Sembrava che stavolta finalmente si fosse arrivati al dunque e che il potenziamento di Peretola, da sempre oggetto di discussioni e fuochi incrociati tra le città toscane, ormai fosse alla svolta finale.
Due giorni fa la notizia del declassamento, nel nuovo Piano Aeroportuale licenziato dal Ministro Passera, Pisa e Firenze finiscono in serie B, quindi con minori possibilità di ricevere finanziamenti indispensabili al miglioramento infrastrutturale. Forse però non tutto è perduto: Passera ha fatto sapere che esiste la possibilità di ''rivedere alcuni casi'' e Rossi, Renzi e Filippeschi non hanno perso tempo chiedendo immediatamente un incontro a Roma per illustrare lo stato dell'arte della fusione dei due scali.
Uno, quello pisano dedicato ai voli low cost e quello fiorentino invece come city aerport. Stavolta però non saranno ammessi più ritardi, o adesso o mai più. Non più una questione di anni o mesi, ma di giorni, una decisione dovrà essere presa entro la settimana prossima. A chiederlo è anche Confindustria che scrive una lettera a Rossi in cui spiega i motivi di un'indispensabile accellerazione dei tempi. "Le imprese - racita la nota del Presidente Pierfranesco Pacini che si dice preoccupato della decisione presa da Passera- non si stancano di sottolineare che gli aeroporti sono le principali porte diaccesso internazionale al territorio; e lo scalo fiorentino – con la sua specializzazione prevalentemente orientata al business - è un tassello fondamentale di quel sistema aeroportuale regionale, efficiente e di qualità, di cui non possono fare a meno né laToscana economica, né tantomeno la ‘Toscana delle città.
L’approvazione da parte del Consiglio Regionale consentirà di aprire, finalmente, icantieri della ‘grande Peretola’, osteggiata in questi anni con pervicacia e miopia datanti ‘nemici’ dello sviluppo della Toscana; uno scalo che, accanto al già grande ‘Galilei’ di Pisa consentirà la svolta - con tempi che speriamo certi - nella realizzazione di quelpolo aeroportuale nazionale, elemento-chiave per accrescere le dinamiche del nostro PIL e garantire alle imprese toscane un territorio capace di interfacciarne il business.
In questi ultimi anni, l’aeroporto di Pisa ha compiuto un significativo riposizionamento competitivo e di mercato, sia a livello nazionale, sia internazionale, grazie anche a cospicui investimenti infrastrutturali e alla scommessa sul low cost; e si è distintocome uno degli scali italiani che ha messo a segno la maggiore crescita di traffico.Ma uno sviluppo competitivo e duraturo degli aeroporti toscani potrà avvenire solo inmaniera sistemica e complementare, secondo le specificità di ciascuno, tali daconsentire di coprire l’intera domanda [..].
La tempistica di questa operazione è necessariamente molto stringente, anche perconsentire l’avvio e la sostenibilità degli investimenti da portare avanti [...].Per l’adeguamento di Peretola e per la costituzione della holding fra le società digestione dei due maggiori scali toscani, il tempo della realizzazione non è più una variabile indipendente".