"Non occorre scomodare illustri economisti del passato o recenti ministri della funzione pubblica nazionale per comprendere tutto il carico di violento odio di classe, che trasuda dal recente invito a dedurre, notificato dalla Corte dei Conti della Toscana a sindacalisti e a dirigenti dell’amministrazione comunale di Firenze" recita la nota della USB spedito da Roma che fa il punto anche su quanto avviene nel capoluogo toscano dove prosegue il braccio di ferro tra impiegati ed ente pubblico. "A questo feroce attacco agli strumenti di tutela dei lavoratori (il contratto, così come sancito dalla Costituzione) occorre una replica chiara e forte da parte nostra.
Certamente sarà affrontata anche nel merito per quello che riguarda gli aspetti tecnico- giuridici, ma è soprattutto sul piano politico che dobbiamo organizzare una risposta netta. E’ solo il caso di ricordare che per tutti i contratti decentrati (nel caso specifico degli enti locali) la stipula avviene dopo che l’organo esecutivo (la Giunta), ne autorizza la sottoscrizione. Non solo. Tali contratti sono obbligatoriamente sottoposti al vaglio dei Revisori dei conti e inviati all’ARAN.
Eppure, nel caso del Comune di Firenze, nessuno di loro è stato scalfito dalla notifica dell’invito. Ma l’aspetto più controverso delle contestazioni mosse dalla Corte dei Conti è proprio nell’aggredire la natura dell’esercizio negoziale fin qui praticato: quello cioè di migliorare le condizioni dei Lavoratori e delle Lavoratrici e non di adempiere a un ruolo meramente applicativo del Contratto Nazionale. E’ nella natura del negoziato decentrato migliorare e superare le rigidità dei Contratti Nazionali.
E’ lo sforzo che in ogni posto di lavoro si è voluto perseguire – in virtù degli scellerati accordi del 1992 e 1993 - proprio al fine di recuperare a livello locale, quello che si perdeva a livello nazionale (quando l’aggancio automatico delle retribuzioni al tasso d’inflazione reale, permetteva di ottenere veri incrementi contrattuali). Così come nessun magistrato (contabile o ordinario) si è preoccupato di intervenire sul mancato rinnovo dei Contratti Pubblici (fermi dal 31/12/2009) che – soprattutto per le categorie più basse – pongono i Lavoratori Pubblici appena sopra la soglia dell’indigenza e rende inutile il dettato della Costituzione.
Allo stesso tempo facciamo fatica a comprendere gli schizofrenici comportamenti di alcuni sindacati con il bollino blu (o con il sangue blu): da un lato, ad alto livello, sottoscrivono accordi che annullano il valore dei Contratti Nazionali e dall’altro ritroviamo i loro stessi rappresentanti al nostro fianco quando si tratta di difendere – come nel caso di Firenze – quegli stessi Contratti che loro a livello nazionale, vorrebbero rendere carta straccia. Ricordiamo a tutti (magistrati e sindacalisti) che il Contratto di Lavoro, meglio se Nazionale, è una conquista dei lavoratori e non un semplice atto giuridicoamministrativo.
Così come va ricordato che gli addebiti formulati dalla Corte sono il frutto avvelenato della stagione della concertazione. Di questo si accusano i sottoscrittori dei contratti decentrati: - per la parte sindacale di aver cercato di forzare i limiti dei Contratti Nazionali per far recuperare parti di salario (nemmeno tutte); - per la parte datoriale di aver cercato il più possibile di mantenere una sufficiente “pace sociale” e di evitare asprezze (tanto più negli enti locali dove più forte è la prossimità con la parte politica) Per questo USB rivendica la necessità di riaprire immediatamente una stagione contrattuale nazionale nuova, che storicizzi e superi le risorse economiche decentrate e che garantisca un minimo di salario accessorio “ad personam” per quelle realtà che meno hanno negoziato.
Invita tutti i lavoratori del Comune di Firenze a partecipare in modo massivo alle iniziative di mobilitazione e a estenderla anche verso la Corte dei Conti della Toscana e all’ARAN".