L'Economia Italiana sarebbe ancora in recessione : è quanto dicono gli esperti analizzando i dati relativi al 2012, in particolare agli ultimi mesi dell'anno appena concluso. Non andrà meglio, pare, per gran parte del 2013 dove si attende un calo del Pil di almeno un punto percentuale anche a causa del contesto internazionale che sembra peggiorare. Sono le stime del Bollettino di Bankitalia diffuso oggi che però prevedono miglioramenti nella seconda parte del 2013 e una ripresa nel 2014.
"Al di là della congiuntura sfavorevole, il nostro Paese deve saper trovare le motivazioni e gli incentivi per affrontare con decisione il problema della crescita- dichiara il governatore di Bankitatalia Vincenzo Visco che aggiunge - L'uscita dalla crisi nell'area dell'euro - avverte - non potrà derivare da azioni isolate di singole autorità di politica economica''. Una crescita fortemente condizionata più che da una ripresa della domanda interna dalla ''normalizzazione delle condizioni di finanziamento e del recupero della domanda nell'area dell'euro". E proprio di Europa si è parlaro nella lezione inaugurale di Eunomia Master 2013, il corso di alta formazione politica, che si è tenuta oggi a Villa Morghen a Settignano (Firenze). “Più Europa per uscire dalla crisi” è lo slogan affermato da Sergio Fabbrini, direttore della School of Government “Guido Carli” di Roma, Fabbrini è intervenuto alla lezione “Federalismo o sovranità nazionale” insieme a Biagio De Giovanni, professore emerito di Filosofia politica dell'Università di Napoli “L'Orientale”, e al presidente di Eunomia Enzo Cheli. Al centro della discussione, il rapporto con l'Europa e la delicata fase politica del nostro Paese.
“Spero che i cittadini – spiega Fabbrini - si rendano conto che l’Italia al di fuori dell’Europa non ha futuro e che il ritorno alla nostra moneta ci condannerebbe a una marginalità nel contesto internazionale”. Per questo il professore auspica che alle prossime elezioni politiche “prevalgano le forze che si riconoscono in un' integrazione italiana sempre più accentuata all’interno dell’Europa, una classe politica responsabile che non faccia riferimento ai mal di pancia e agli umori dei cittadini, ma che riesca a spiegare che oggi è sì complicato governare, ma anche che occorre saper governare”.
Non una “maestra cattiva che dà i compiti a casa”, ma un'arena “con tanti vincoli ma anche tante opportunità” è l'Europa secondo il docente della Luiss. “Bisogna però avere l’intelligenza per poter individuare queste opportunità e mi pare che oggi il Pdl non abbia questa comprensione né le competenze per farlo”, aggiunge. Quanto alla crisi economica che sta investendo il nostro Paese e i provvedimenti che si imporranno all'attenzione del nuovo esecutivo: “E’ importante – secondo Fabbrini - che anche in campagna elettorale i leader responsabili che oggi si collocano, mi pare, sul centro e sul centrosinistra, diano segnali di disponibilità, fiducia e lealtà reciproca.
Il modo in cui si condurrà questa campagna elettorale – prosegue - determinerà come si formerà il governo, non solo chi formerà il nuovo governo”. L’Italia, conclude il direttore della Scuola di Governo, “deve dare un messaggio di stabilità e di tranquillità. Se non ci riusciamo, la speculazione finanziaria riprenderebbe di nuovo in modo impetuoso. E questa volta non credo che la Banca centrale europea sarebbe disposta ad aiutarci“. “Le riforme strutturali dovranno essere la priorità per il nuovo governo.
Non si può uscire dalla crisi solo tassando" ha affermato poi il presidente di Snam e della Fondazione Palazzo Strozzi Lorenzo Bini Smaghi. "La moneta e la finanza" il tema della lezione coordinata dal professore di Diritto pubblico all'Università di Firenze Pier Francesco Lotito. "L'Italia – afferma Bini Smaghi - è tra i Paesi europei che negli anni hanno scelto di rimandare le riforme. E questo ha comportato crescita zero, perdita di competitività e aumento del debito pubblico". I provvedimenti per rispondere alla crisi, prosegue il presidente Snam, "sono stati presi solo quando eravamo già sull'orlo del precipizio.
Abbiamo sempre aspettato l'ultimo minuto, quando l'opinione pubblica era terrorizzata e i mercati finanziari stavano per chiudere la porta". Ma nell'emergenza, secondo Bini Smaghi, “si prendono misure sbagliate, che spesso coincidono con l'aumento delle tasse”. Il nuovo esecutivo, prosegue il presidente di Snam Rete Gas, “dovrà dare risposte strutturali alla crisi, imparando a copiare dai Paesi esteri: non si può uscire dalla crisi solo tassando”. L'obiettivo principale dovrà essere la creazione di lavoro.
“Dobbiamo mettere le imprese in condizione di investire e di essere competitive – spiega – intervenendo sulla burocrazia, sui tempi della giustizia, su un mercato del lavoro troppo rigido. Anche senza essere tutti d'accordo, la concertazione oggi non funziona più”.