I problemi intorno alla Cinta senese ci sono, a dieci messi dal riconoscimento della Dop, ma c’è anche la volontà, degli allevatori e delle istituzioni, per rilanciare questa produzione di pregio della Toscana. E’ in sintesi quanto è emerso dall’incontro che si è tenuto a Siena, nella sede della Provincia, indetto dall’assessore provinciale all’agricoltura Anna Betti, che ha prontamente risposto alla richiesta fatta dalla Cia Toscana e Cia Siena per discutere i problemi della filiera della Cinta Senese. «Siamo soddisfatti perché si è rimessa in moto la discussione sulle principali questioni che riguardano gli allevatori e la filiera della Cinta - sottolinea Luca Marcucci, presidente della Cia di Siena - infatti, sui principali temi sollevati dalla Cia, ovvero, l’interpretazione equivoca data dal Mipaaf sull’uso della dizione Cinta Senese, sul sistema dei controlli, ancora troppo onerosi per gli allevatori, e del Consorzio di Tutela che deve rinnovare gli organi e darsi una strategia di azione per valorizzare la denominazione, abbiamo constatato un largo consenso.
Ora – aggiunge – è necessario passare all’azione; ciascuno deve fare la propria parte per affrontare questi problemi, dalle istituzioni, alle organizzazioni, al Consorzio che deve fino in fondo svolgere il proprio ruolo». Anche dalle istituzioni arrivano consensi sulle valutazioni della Cia: nell’incontro, infatti, l’assessore provinciale Anna Betti – anche nel ruolo di coordinatore degli assessori provinciali all’agricoltura - ha manifestato l’intenzione di rivitalizzare “la filiera istituzionale” sia sul terreno tecnico e di approfondimento, che su quello politico nel coinvolgimento della Regione Toscana. La delegazione della Cia, (composta oltre che dal presidente della Cia di Siena, Luca Marcucci, dal direttore Roberto Bartolini, da Stefano Governi allevatore, presidente sezione suini del sistema Ara, e da Alessandro Del Carlo per la Cia Regionale,) ha inoltre sottolineato l’esigenza di organizzare iniziative e azioni che possano dare risultati concreti agli allevatori; «partendo dal Consorzio di Tutela – concludono Cia Toscana e Cia Siena – affinché avvii un programma concreto di attività assieme alle procedure di rinnovo degli organi sociali».