Firenze, 14 gennaio 2013- Un viaggio incantato nei giardini storici svedesi, tra immagini suggestive e gustose ricette. Il nuovo libro di Sonia Santella, intitolato Giardini reali di Svezia (Polistampa, pp. 120, euro 18), ci presenta cinque parchi reali, raccontandone la storia, la committenza, i progettisti, i tanti modi con cui sono stati modellati dal tempo e gli stili che, nel corso dei secoli, hanno ispirato la cultura e l´idea stessa di giardino. L´autrice vive tra Roma e Stoccolma e si occupa di progettazione di spazi verdi e d´ideazione di eventi e iniziative culturali, collaborando con numerose testate di settore.
Le abbiamo chiesto di parlarci del nuovo libro, in particolare in relazione al suo precedente lavoro, Giardini di Svezia (2009), molto ben accolto da pubblico e stampa. Quali sono i punti in comune e quali le differenze? La formula è la stessa: arte, natura e letteratura, ingredienti che si ricompongono sulle pagine, di volta in volta con dosaggi differenti, per incarnare l´essenza del giardino. In questo caso però i luoghi presi in esame sono fortemente legati alle vicende di personaggi chiave nella storia svedese, non soltanto monarchi e membri della famiglia reale, ma personalità di spicco nel mondo letterario, artistico, culturale.
Uomini, come ad esempio Gustavo III, capaci di creare nuovi stili e di cambiare il modo stesso di concepire arte e natura. Cosa rende la Svezia unica nel modo di immaginare e trattare il giardino? La maggior parte dei grandi paesaggisti implicati nella progettazione di quei giardini ha fatto studi, o viaggi, o lunghi soggiorni in Italia, Francia, Inghilterra prima di mettersi all´opera: c´è quindi un vivo interesse per l´esperienza dagli altri paesi. Rispetto ad altre realtà, in Svezia colpisce la grande attenzione, anche e soprattutto da parte dello stato, nella conservazione e nella tutela di questi luoghi come parte del patrimonio artistico e naturale.
C´è anche una forte volontà di rendere i giardini fruibili, avvicinando il pubblico e coinvolgendo la cittadinanza nella vita del parco: è una mentalità sorprendentemente moderna. Come è nata l´idea di includere le ricette a base di verdure alla fine del libro? La sezione culinaria deriva dalla mia assidua frequentazione delle caffetterie che molto spesso si trovano all'interno di questi angoli di paradiso. In alcuni casi si tratta di veri e propri bistrot, gestiti da giovani chef di talento.
L´ambizione è portare in tavola ingredienti appena colti, per educare le giovani generazioni al buon cibo e indurre gli adulti a intraprendere una propria avventura gastronomica e culturale. Gherardo Del Lungo