Mentre sono in corso i preparativi per la commemorazione che avverà all'Isola del Giglio ad un anno dalla tragedia, a firenze si riunisce l'Ossservatorio sul monitoraggio della Costa Concordia. Il relitto resta ancorato alla costa toscana e per spostarlo, a prescindere dalla sua destinazione finale, sono al vaglio diverse ipotesi. Una di queste passa attraverso l'alleggerimento dello scafo che si otterrebbe prelevando l'acqua entrata nella struttura. Per questo motivo sono in corso analisi chimiche che possano testimoniare lo stato di inquinamento delle acque. In caso di svuotamento occorrerebbe prima ripararare la falla creatasi, ma questo non impedirebbe il travaso di acqua tra l'interno e l'esterno del relitto. Non sono pervenuti in tempo i primi dati delle analisi decise un mesa fa sullo stato dei 230mila metri cubi di acque racchiusi nel relitto della Concordia. “Stiamo lavorando ad un piano di monitoraggio stretto – ha detto la presidente dell’Osservatorio Maria Sargentini parlando con i giornalisti – per attivare tutte le misure di prevenzione durante le prossime fasi di rimozione.
Dovremo essere in grado di prevenire ed eventualmente mitigare i possibili contatti di qualsiasi materiale inquinante con le acque circostanti durante il raddrizzamento della Concordia, che sia di natura organica o da idrocarburi o da metalli pesanti”. Facendo riferimento alle dichiarazione del ministro all’ambiente Clini un paio di giorni fa, Sargentini ha confermato che, tra altre, è allo studio un’ipotesi di svuotamento parziale dello scafo inclinato sugli scogli davanti al porto del Giglio: “Un problema da studiare bene, che si lega alla tutela dell’ambiente, ma sicuramente utile anche al successivo recupero e spostamento del relitto”. “L’obiettivo condiviso è la neutralizzazione di ogni inquinante – ha confermato da parte sua Siro Corezzi, rappresentante del ministero dell’ambiente nell’Osservatorio – proseguendo un preciso piano di esame di tutte le parti della nave, operazione non certo facile”.
“Per questo motivo abbiamo iniziato per tempo, e su questo aspetto siamo addirittura in anticipo sui tempi – ha concluso Sargentini -, mentre posso affermare, visti i report di Titan-Micoperi, che sull’operazione complessiva si può mantenere la fine di settembre come data limite per il recupero”. La protesta: Srotolando uno striscione lungo più di 12 metri, con su scritto “Costa DIScordia: via subito!”, gli attivisti di Legambiente hanno manifestato davanti alla Costa Concordia, all'Isola del Giglio, per protestare contro i continui ritardi legati alla rimozione della nave naufragata un anno fa.
Con lo striscione l'Associazione del Cigno vuole evidenziare anche i gravissimi rischi che corre l'ecosistema marino in caso di sversamento o inabissamento della nave. “A distanza di un anno dal naufragio all'Isola del Giglio – afferma Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente - e di fronte a una tragedia umana di enormi proporzioni, assistiamo a una continua ed estenuante proroga della conclusione dei lavori previsti per la rimozione della nave. Sono sempre più evidenti le difficoltà nella realizzazione del progetto scelto e i rischi di disastro ambientale aumentano in modo esponenziale.
Occorre innanzitutto prorogare lo stato d'emergenza e intervenire in modo efficace e risolutivo prima che sia troppo tardi, togliendo il relitto dai fondali del Giglio e trasportandolo al porto di Piombino, in quanto più vicino, per il definitivo smaltimento”. “Positiva la proroga di un anno dell’emergenza nazionale per la Costa Concordia approvata oggi dal Consiglio dei Ministri per garantire massima rapidità e sicurezza nella rimozione del relitto dalle acque del Giglio. A un anno dal tragico naufragio, infatti, la nave si trova ancora arenata di fronte a Giglio Porto e i lavori per il recupero e il trasferimento del relitto hanno accumulato forti ritardi, destando non poche preoccupazioni.
La proroga dell’emergenza nazionale, che era in scadenza il 31 gennaio, serve proprio per accelerare sulla rimozione del relitto della Concordia dalle acque dell’Arcipelago Toscano, per garantire tempi rapidi nella realizzazione di tutti gli interventi annunciati e programmati per il recupero e il trasferimento in sicurezza del relitto e quindi per ripristinare lo stato dei luoghi a tutela dell'ecosistema marino”, lo afferma Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, sulla proroga fino al 31 dicembre 2013 dello stato di emergenza nazionale per la Costa Concordia approvata dal CdM.