E “Musica da Camera” è il titolo del concerto e del tour che i GATTI MEZZI portano in scena sotto il debole lume di una immaginaria abat-jour floreale. Una sintesi tematica dell'immaginario vibrante e popolare legato agli aneddoti e alle storie dei personaggi che hanno abitato i quattro album dei GATTI MEZZI, ma anche una riflessione più ampia sui sogni e sull'importanza di averne sempre di nuovi, sul mondo e sulla necessità di custodirne una parte dentro di noi. “Da camera nostra ci si guarda il mondo e noi vogliamo portarvi lì dove nascono le idee.
Quelle camere dove ci si fa l’amore, dove ci si scaccola e si considera un passato grazie al cielo vicino. E il futuro? Si vedrà .” Questo tour anticipa l’uscita del nuovo disco, il quinto. Francesco Bottai (voce e chitarra) e Tommaso Novi (voce, fischio e pianoforte) sono i GATTI MEZZI, duo Jazz Swing cantautorale che incarna con forza l'urgenza espressiva che da sempre caratterizza attitudini e sonorità della band, un mix di cantautorato carico di autoironia, Swing, ritmiche Jazz ed un intenso Crooning colmo di lirismo e storie popolari.
In “Berve fra le Berve”, il quarto album, il concetto di crudità, inteso nel senso di non cotto, non preparato, corre in sintonia con l'urgenza comunicativa di questo lavoro, in cui qualsiasi stereotipo stilistico lascia il passo ad una rinnovata pasta espressiva composita di più forme e registri. Le storie a tratti tragicomiche dei personaggi e le situazioni reali che vengono raccontate, alimentano un immaginario di suoni ed odori, che conferma da una parte l'inclinazione popolare della band, dall’altra la raffinatezza degli stilemi adottati.
Il bacino espressivo da cui attingono i GATTI MEZZI va dall’impressionismo del ‘900 a Mozart, da Duke Ellington e Thelonious Monk, con una passione per il Jazz francese Manouche alla Django Reinhardt a Giorgio Gaber, Paolo Conte, Fred Buscaglione e Nino Rota, a certe forme ormai desuete di cantautorato italiano. Nati nel 2005, ad unirli è la passione per un tipo di composizione ironica, sperimentale, colta e irriverente, ai limiti del goliardico, che scivola su melodie che spaziano dal Jazz allo Swing passando per le sonorità della più raffinata musica popolare.
Nel 2006 i GATTI MÉZZI autoproducono il loro primo lavoro in studio 'Anco alle puce ni viene la tosse', sedici brani che raccontano con lirismo e autoironia la loro quotidianità di provincia, in tutte le sfaccettature e contraddizioni possibili. Tra il 2006 e il 2007 i GATTI MÉZZI continuano ad esibirsi, principalmente in Toscana, e dall'incontro con Matteo Consani, batterista, e Matteo Anelli, contrabbassista, nasce la voglia di trasformare il duo in un quartetto e arricchire così il progetto di nuove possibilità sonore.
Ed è con questa nuova formazione che nasce la seconda autoproduzione del gruppo 'Amori e Fortori', quindici tracce suddivise, come uno spettacolo teatrale, in Introduzione, Primo tempo, Intervallo e Secondo tempo. Ad impreziosire 'Amori e Fortori' anche un contributo di Stefano Bollani che ha regalato ai GATTI MÉZZI il "riff" iniziale di 'L'omini ar semafero'. 'Amori e Fortori', 4000 copie vendute in un solo anno, riceve un'ottima accoglienza, confermata dal numero sempre maggiore di pubblico che assiste alle esibizioni dei GATTI MÈZZI che iniziano a farsi conoscere anche fuori dai confini toscani, totalizzando oltre 150 date in un anno. Nel 2007 vincono il Premio Ciampi (omaggio a S.
Ronzani) per i brani “Tragedia dell’estate” e “La zuppa e ‘r cacciucco”, nel 2008 si qualificano terzi al concorso nazionale MarteLive di Roma, si piazzano tra i 16 finalisti dell'edizione 2009 del festival di Musicultura e vincono il festival Barezzi Live 2009. A febbraio 2009 i GATTI MÉZZI incidono 'Struscioni' , il loro terzo lavoro su etichetta Sam (15.000 copie vendute in 2 anni), prodotto da Mirco Mencacci. Con 'Struscioni', titolo che evoca il contatto fisico tra i due partner di un ballo lento, i GATTI MÉZZI viaggiano nei borghi di una volta, dove tutto scorreva con maggiore semplicità e minore frenesia, quando era ancora possibile gustarsi la bellezza di alcuni momenti che oggi stanno andando tristemente persi. Il tour di presentazione di 'Struscioni' ha visto i GATTI MÉZZI collezionare una significativa serie di sold out nei più importanti teatri di tutta Italia dal Verdi al Politeama di Pisa, fino al Puccini di Firenze; la band esegue in due anni oltre 250 concerti nei migliori club italiani, ottenendo importanti riscontri dalla critica.
E del 2011 è l’ultima fatica, ‘Berve fra le Berve’. Il nuovo album - quindici brani inediti scritti e arrangiati da Francesco Bottai e Tommaso Novi - dal suo lancio, in soli due mesi, ha collezionato il significativo risultato delle oltre 2500 copie vendute, consolidando il consenso sempre crescente della band. Ma non solo Italia, “Berve fra le Berve”, suscita curiosità anche all'estero, e a novembre partono per un lungo tour canadese in Quebec, che porterà i nostri ad esibirsi nei più esclusivi ed importanti club dello stato, tra cui lo storico Club Soda dove si sono esibiti tra gli altri band del calibro di Nirvana, Soundgarden e Arcade Fire.
Il successo è grande, tanto da interessare radio e televisioni canadesi che seguono il tour invitandoli a partecipare a ben due trasmissioni radiofoniche dove i GATTI si esibiscono dal vivo. Il 25 febbraio 2012 la band viene lanciata da Osvaldo Bevilacqua su Rai Due dove si esibisce eseguendo il successo “Ir Gallaccio di Riglione”. E' sufficiente scorrere tra i link dei filmati su Youtube forti di decine di migliaia di visite, per dimostrare la grande adesione di pubblico che i GATTI MÉZZI hanno conquistato in questi sette anni di percorso insieme.
Adesione che emerge in dati decisamente significativi, dalla vittoria del Premio Ciampi nel 2007 alle 31.000 copie vendute dei tre precedenti album, ai quasi trecento concerti in tre anni, al sold out del Saschall per la presentazione dell’ultimo album “Berve fra le Berve”, alla standing ovation ottenuta al Club Soda di Montreal nel corso del tour canadese. Un successo sostenuto dall'umanità irriverente delle storie che sanno raccontare e da un temperamento artistico sempre carico di personalità e appropriatezza espressiva. E sabato 12 gennaio sul palco dell’AUDITORIUM FLOG W LIVE, comprimari di una serata che si preannuncia veramente imperdibile, ci saranno anche I MATTI DELLE GIUNCAIE la band rivelazione Hard Folk - Patchanka dell'anno, che si sta preparando ai mesi invernali con un live mozzafiato, carico di vibrazioni positive ed urgenze danzerecce.
Dopo oltre 500 concerti nei maggiori club e festival europei, I MATTI DELLA GIUNCAIE partiranno per un nuovo tour che raggiungerà anche i teatri, con numerosi ospiti d'eccezione. Anche I MATTI sono approdati sulle coste del Canada, dove hanno solcato dieci grandi teatri del Quebec, collezionando ben cinque sold out, e curando la lavorazione di un nuovo videoclip disponibile dallo scorso 15 dicembre. Dopo il successo del primo videoclip dei MATTI, “Il Bagno nella Canapa” ha sancito l'importante collaborazione con Enrico Erriquez Greppi della Bandabardò.
Il “Bagno della Canapa” è il primo ep della band dopo il live album “Iappapà” (2010). Con il nuovo lavoro il quartetto formato da Francesco Ceri al mandolino, Lapo Marliani alla chitarra classica, Andrea Gozzi alla chitarra acustica, Mirko Rosi alla batteria, attinge ancora dalla tradizione della musica popolare godendo della prestigiosa collaborazione artistica di Erriquez (Enrico Greppi), voce e autore della Bandabardò, che ha prestato testi e voce alla title track del disco. Se poi vi sorgessero dubbi sul perché del “Bagno nella canapa” la band risponde così.... “In passato la Canapa (dal latino Cannabis Sativa) era la pianta più diffusa nel mondo occidentale prima dell’avvento del proibizionismo.
Questo accadeva perché dalla canapa, che si rigenera ogni anno e che soprattutto non ha copyright (non si può brevettare un seme che cresce libero in natura), si estraevano molte risorse, tra cui l’etanolo di canapa diretto concorrente della benzina. Famosa nel tempo è rimasta la frase dell’industriale americano Rockefeller che suggeriva:«… perche violentare la natura tagliando la canapa? C’è il petrolio». Una pianta dai mille usi, dalla fibra per i capi di vestiario, alla cura di molte malattie grazie alle sue proprietà psicotrope e vasodilatatorie.
Ma soprattutto, come ci dicevano i nonni, la canapa era una cosa che ti portavi addosso ogni giorno perché era la miglior fibra, la più resistente e calda d’inverno e fresca d’estate. In questa canzone ecologista si rivendica un ritorno alla canapa che, se reintrodotta e messa di nuovo sul mercato mondiale, potrebbe contribuire allo sviluppo di auto ecologiche, di un vestiario in fibra naturale, di cure alternative, per tornare ad una vita più serena e dai ritmi sostenibili. Siamo I MATTI perché la pensiamo così? Come portato da un vento di scirocco, ci passa per la testa un pensiero: forse sarebbe più giusto cambiare rotta e tornare sui nostri passi, osservare i danni procurati alla Natura e trovare consiglio nella tradizione e nella cultura per cercare un rimedio a ciò che abbiamo combinato? E in questa atmosfera dissacrante, ‘da toscanacci’, non poteva mancare la CrazyRockDance del CONSORZIO DIGGEI INDIPENDENTI, pronti a far zompare con i ritmi più originali e improbabili tutti i presenti INGRESSO € 8 / 5 ridotto