Pisa - "Non entrando nel fatto specifico possiamo solo affermare che l'accaduto è forse sintomo di una più generale e preoccupante situazione abitativa. Invece, teniamo a rispondere alla presa di posizione da parte della politica" questo l'intervento del rappresentante legale dell'Unione Inquilini di Pisa. "Di fronte al problema dell'esiguo numero di case popolari disponibili, si considera come panacea di tutti i mali l'innalzamento degli anni di residenza occorrenti per poter partecipare all'assegnazione delle case popolari.
Vorremmo ricordare semplicemente che se dividi zero per dieci o per venti fa sempre zero...Questa è matematica e non politica Infatti, il problema non è l'innalzamento degli anni di residenza per poter richiedere l'assegnazione di una casa popolare, ma il fatto che, salve rare eccezioni, non ne vengono costruite di nuove. Non solo, in assenza di nuove case ERP, generalmente quelle che si liberano sono solamente quelle che vengono lasciate da vecchi assegnatari e molte volte per decesso degli stessi. In una situazione del genere forse converrebbe di più combattere per maggiori fondi all'edilizia pubblica che, invece, per una mera questione anagrafica. Infatti, a nostro avviso, con la suddetta proposta si rischia di fare solamente una “battaglia contro gli stanieri”, che certamente è molto semplice e proficua dal punto di vista elettorale, ma che non risolve i veri problemi del diritto alla casa" il commento è rivolto all'onorevole Claudio Morganti intervenuto da eurodeputato a seguito del fatto di cronaca. "Quello che possiamo condividere con tale politica è che ci devono essere certamente maggiori controlli nelle case popolari per verificare che chi le abita abbia veramente il diritto di starci. Infine, certamente poteva essere evitato di fare un simile intervento in concomitanza con un così tragico gesto, perchè si rischia che lo stesso venga svilito e strumentalizzato per fini politici"