Ad averla ritrovata riversa sul pavimento con un vistoso taglio alla gola aveva detto di essere stata proprio lei, la ragazza di 24 anni originaria della Georgia da poco a servizio presso la signora Cleofe Nizzi. Agli inquirenti in un primo momento, la badante aveva detto di essere uscita di casa dalle 15 alle 17 e, al rientro, di aver trovato il cadavere. Le urla sentite dai vicini hanno fatto scattare l'allarme, sono stati proprio i vicini i primi a entrare in casa dopo la tragedia e a trovare la ragazza in stato di choc.
Dai primi accertamenti è emerso che la porta non era stata forza e non c'erano segnali di rapina: la donna aveva aperto al suo assassino. Inoltre in giro per la stanza dove è stato ritrovato il cadavere sgozzato della donna e sul corpo stesso sono stati rinvenuti i segni di una colluttazione. All'origine del delitto l'insoddisfazione della ragazza verso un lavoro che non le piaceva e verso cui, sembra provasse anche una certa avversione. Agli amici poco prima aveva confessato il disagio che le procurava il doversi occupare di persone anziane, un disagio così forte che l'aveva addirittura spinta tempo fa a tentare il suicidio gettandosi nel fiume Bisenzio, salvata in tempo dai carabinieri di Prato.
Inoltre sembra che la signora Cleofe non mancasse di riservarle continui rimproveri insoddisfatta dei servigi della giovane. La ragazza è stata portata in un istituto psichiatrico fiorentino. Proprio la difficile condizione psichica di Natia Tatarashvili questo il nome della giovane ha convinto gli inquirenti a scegliere almeno per il momento a una soluzione alternativa al carcere. «Urge un albo professionale dove inserire badanti e babysitter in modo che le famiglie possano far riferimento a persone esperte e qualificate».
Lo afferma l’eurodeputato dell’Eld Claudio Morganti dopo il tragico omicidio di Montemurlo ai danni di Cleofe Nizzi. Ad uccidere la novantenne sarebbe stata la badante Natia Tatarashvili. Morganti, oltre a rinnovare «le più sentite condoglianze alla famiglia», sollecita «l’istituzione di un albo presso gli Enti Locali da mettere a disposizione delle famiglie che necessitano di colf o babysitter. Si tratterebbe – spiega – di una sorta di informativa dove ci sono le referenze, le esperienze lavorative e/o i titoli di studio delle persone che si vanno ad assumere.
Un albo, quindi, che darebbe maggiore tranmquillità e sicurezza sulle persone che si decide di far entrare in casa. Inoltre, se da una parte – termina l’europarlamentare – si tende ad aiutare le famiglie a fare una scelta ponderata, dall’altra si aiuterebbe a uscire del tutto dal sommerso il mondo delle badanti e delle babysitter, che spesso sono pagate a nero. Tutto ciò, preferendo contratti regolari di assunzione e figure professionali esperte».