Sottoscritto il nuovo Contratto nazionale metalmeccanici in Toscana, riguarda circa 100 mila lavoratori. Aumento medio di 130 euro. Più flessibilità, per le aziende ma anche per i lavoratori, più welfare contrattuale, miglioramenti sulle malattie, nuove tutele per apprendistato e contratti a termine. “Con questo contratto riusciamo a salvaguardare il potere d’acquisto dei lavoratori e permettiamo al sistema industriale di stabilizzarsi dal punto di vista delle relazioni industriali per fare in modo che possa cogliere il rilancio e lo sviluppo, perché di questo abbiamo bisogno.
Quindi un bene per le aziende, ma soprattutto un bene per i lavoratori.” E’ il commento del segretario della Fim-Cisl toscana, Marco Tesi al rinnovo del Contratto nazionale di lavoro del settore metalmeccanico, appena sottoscritto e che in Toscana riguarda circa 100 mila lavoratori (1.600.000 in Italia). Il nuovo contratto è stato firmato stamani, dopo quattro mesi di trattativa, senza un’ora di sciopero e prima della scadenza (31/12/2012). L’aumento medio salariale definito è di 130 euro.
Ritoccata in alto anche la quota dell’elemento perequativo - pari a 485 euro l’anno - destinata ai lavoratori che non godono della contrattazione aziendale. Inoltre sono state aumentate le maggiorazioni per i turni notturni, le indennità di trasferta e di reperibilità. Sul fronte del welfare contrattuale, l’accordo prevede anche la crescita del contributo delle imprese al Fondo sanitario integrativo mètaSalute, che arriverà fino a 108 euro l’anno entro il 2015. Importanti avanzamenti sono stati raggiunti anche sul piano normativo, in particolare sulla tutela della malattia: aumentano i periodi pagati al 100%, mentre i periodi oggi pagati al 50% vengono innalzati all’80%; inoltre trascorsi 61 giorni, ogni nuovo evento viene considerato a se stante e quindi non cumulabile con le malattie precedenti, come era previsto nel vecchio contratto, la cui regola precedente che penalizzava le malattie brevi effettuate nei tre anni è stata modificata: da oggi, infatti, sarà calcolata sull’anno, e prevede penalizzazioni a partire dal quarto evento breve (cinque giorni). Sulla questione dell’orario di lavoro, si è realizzato uno scambio tra esigenze individuali dei lavoratori e le necessità di flessibilità aziendale richieste dal mercato, uno scambio garantito da precise procedure.
E’ prevista la possibilità di flessibilità in entrata e uscita dal lavoro che va incontro alle esigenze familiari. Vengono aumentati di 16 ore annue i limiti previsti oggi per l’orario plurisettimanale e lo straordinario, consentendo alle aziende un mix tra questi due istituti contrattuali (fino a 120 ore annue), ma con precisi limiti. Tale ulteriore disponibilità viene retribuita con una maggiorazione del 58%. Inoltre, l’intesa amplia la possibilità dell’utilizzo individuale dei permessi (par) e consentito nei casi di malattie di figli o familiari di utilizzarli senza preavviso all’azienda. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, si è provveduto agli adeguamenti sollecitati dalla recente riforma Fornero, in particolare sull’apprendistato e sui contratti a tempo determinato sono state introdotte nuove tutele.
Sul part-time si è per la prima volta ottenuta la garanzia di accoglimento della richiesta dei lavoratori in materia, sia pure nell’ambito del 4% della forza lavoro. Fillea CGIL, Filca CISL e Feneal UIL, esprimono preoccupazione per la vertenza Varvarito Lavori srl che si è avviata il 15 ottobre 2012 con l’apertura di una procedura di mobilità per 106 lavoratori, l’intera forza lavoro dell’azienda. La Varvarito opera nel campo del movimento terra e trattamento di inerti, ha sede legale a Firenze e il sito operativo a Prato (zona macrolotto).
E’ l’azienda più grande e rappresentativa rimasta in provincia di Firenze nel settore edile e si trova a fronteggiare una situazione anomala dovuta non alla mancanza di commesse, in quanto l’azienda sta lavorando e le previsioni non sono pessime, ma a problemi connessi con il sito presso il quale opera e che serve alla stessa come area parcheggio mezzi e come sede dell’impianto per il trattamento degli inerti. La concessione che serve alla Varvarito per continuare i lavori scade il 12 dicembre 2012 e allo stesso tempo c’è uno sfratto esecutivo dell’area esercitato dal proprietario.
Dopo diversi incontri con Comune di Prato, dove ha sede il sito e Provincia di Prato, non si è arrivati ad una decisione su dove l’azienda potrà continuare l’attività. L’azienda è proprietaria di un terreno nelle vicinanze dell’attuale sito che però necessiterebbe di un cambio di destinazione d’uso, allo stesso tempo la stessa si è resa disponibile a prendere in esame altre soluzioni. Ci sono alcune proposte da parte del Comune di Prato su dove l’azienda potrebbe trasferire la sede operativa che sono al vaglio dei tecnici dell’impresa.
E’ aperto anche un tavolo di crisi presso la Provincia di Firenze. Lunedì si terrà l’assemblea dei lavoratori che deciderà le iniziative da intraprendere a tutela dei posti di lavoro. Fillea Filca e Feneal chiedono il ritiro della procedura di mobilità e chiedono alle istituzioni di intervenire rapidamente, per quanto di loro competenza, al fine risolvere positivamente la situazione. Poste: All’unanimità il consiglio regionale vota una mozione, a firma del Gruppo Idv, sul piano di razionalizzazione del servizio erogato.
“Verificare quale sia il progetto complessivo di riorganizzazione del servizio erogato da Poste Italiane nel territorio regionale” e “fare pressione presso l’azienda affinché riveda il piano aziendale e riapra un tavolo di confronto con le istituzioni locali coinvolte”. Questo uno degli impegni chiesti alla Giunta dalla mozione a firma del Gruppo Idv e votata all’unanimità dal Consiglio regionale. L’atto chiede inoltre di “mettere in campo tutte le iniziative di competenza per far fronte alla grave situazione che si sta venendo a creare, tutelando lavoratori e cittadini dei piccoli comuni e delle aree disagiate, garantendo l’effettiva erogazione di un servizio pubblico di qualità”. La mozione impegna inoltre l’Esecutivo a “verificare quali concrete iniziative il Governo intenda intraprendere a fronte della necessità di un rilancio di Poste, fondato su un piano di investimento e su percorsi di sviluppo tesi a garantire livelli occupazionali e servizi ai cittadini”. Farmaceutica: La Femca-Cisl organizza un presidio di lavoratori davanti al Dicastero “per richiamare azienda e governo alle loro responsabilità.
Non possono essere i lavoratori a pagare le conseguenze di scelte sbagliate.” Domani, giovedì 6 Dicembre, gli occhi dei lavoratori Menarini saranno tutti puntati sul Ministero dello sviluppo economico, dov’è in programma, alle ore 11, l’incontro convocato dal governo dopo l’annuncio da parte dell’azienda di mille esuberi come conseguenza, secondo la multinazionale fiorentina, dei provvedimenti dell’Esecutivo sui farmaci generici. Per l’occasione, per ricordare a azienda e governo che dietro ai numeri ci sono delle persone, la Femca-Cisl ha organizzato un presidio di lavoratori Menarini, provenienti da tutta Italia, davanti alla sede del Ministero. “Vogliamo richiamare l'azienda in primis, ma anche il Governo, alle loro responsabilità” dice Massimo Guerranti, segretario della Femca-Cisl toscana.
“L'azienda per non aver fatto un granché in vista della scadenza dei brevetti, che rappresenta un problema ben più serio e concreto del provvedimento sui generici. E il Governo per le innumerevoli manovre e interventi che hanno riguardato il settore farmaceutico, senza che siano mai state toccate veramente le numerose rendite di posizione del settore, a cominciare dalle farmacie. Saremo davanti al Ministero –conclude Guerranti- per ribadire che non possono essere i lavoratori a pagare scelte le scelte sbagliate del management aziendale e della politica” C'era una volta l'INPS: Le RSU della toscana hanno richiesto l'intervento alla presentazione del bilancio sociale in quanto mai come oggi i lavoratori del nuovo INPS vedono messo in discussione il ruolo dell'istituto quale erogatore di servizi pubblici previdenziali e assistenziali tesi a salvaguardare i diritti delle fasce piu' deboli della popolazione. Servizi prestazioni e prodotti quali : disoccupazione pagata in tempo reale, la cig liquidata nei 30 giorni, le pensioni liquidate con una media di 25 giorni, pur in presenza di una situazione ormai annosa di carenza di organico aggravata da una complessa riorganizzazione del lavoro che non ha prodotto i risultati sperati. Le recenti innovazioni in materia pensionistica ( la riforma Fornero, verifiche invalidi civili, fenomeno esodati ), la profonda crisi economica con le conseguenti ricadute in termini occupazionali e con le implicazioni negative sulle categorie datoriali (quali la difficoltà di pagare correntemente i contributi dei lavoratori e di saldare situazioni debitorie createsi) stanno pregiudicando la capacità di dare risposte adeguate alle richieste dell'utenza. Con il decreto di unificazione dei tre enti, l'istituto dovrà' affrontare pesanti ed ulteriori problematiche quali la situazione debitoria e la gestione dell'importante patrimonio immobiliare dell'INPDAP nonché l'integrazione dei diversi sistemi informatici I lavoratori dell'inps ex inpdap ex enpals ,oggi riuniti in presidio sotto la sede regionale, vogliono esprimere la loro contrarietà: - alle disposizioni della spending review che obbligano le pubbliche amministrazioni ad effettuare un ulteriore taglio del 10% del personale non dirigente e del 20 % del personale dirigente in aggiunta a quelli precedenti del 30 % complessivo attuati dalle manovre del precedente governo e che creeranno 24.000 esuberi nelle pubbliche amministrazioni e circa 4000 all’Inps. - ai contenuti delle norme del ddl stabilità 2013 in via di approvazione con il quale si intendono realizzare 300/500 milioni di euro di risparmi aggiuntivi negli enti pubblici non economici che graveranno sulla qualità e sull'efficienza dei servizi, oltre che sulle retribuzioni accessorie dei dipendenti, senza contare il blocco dei contratti che già oggi comporta una perdita salariale di 1600 euro annui medi pro-capite fino al 2017. Polizia di Stato: Il Siulp di Pistoia "salvo confidare in una costante funzionale gestione delle scarse risorse disponibili a livello locale, critica duramente le determinazioni dell’attuale Ministro utili solo a diminuire lo standard di sicurezza dei cittadini ai quali, come avviene da tempo, non è possibile garantire neppure una pattuglia con regolarità nell’arco delle 24 ore.
A livello nazionale, il SIULP ha aperto con il Ministro dell’Interno e con il Capo della Polizia un confronto durissimo. Parlando del Commissariato di Montecatini si deve sottolineare che, nonostante la innovata e positiva gestione dell’attuale Dirigente, dott. MATTANA, continua ad essere in sofferenza di fronte all’indifferenza del Ministero dell’Interno. Il Ministro ovviamente complice dei tagli economici e del blocco del turn over, mentre da una parte aumentano le incombenze degli operatori e dall’altra le criticità sul territorio, nulla sta facendo per garantire strumenti adeguati al personale e sicurezza ai cittadini. Oggi la situazione che si presenta è davvero triste, il Commissariato di Montecatini spesso non riesce neppure a garantire una pattuglia per turno ovvero quel minimo di sicurezza alla cittadinanza. Ma l’aspetto ancor più grave è provocato dalla riorganizzazione dei presidi territoriali conseguente alla soppressione di diverse province, tra cui quella di Pistoia, che realizzerà un vero e proprio stravolgimento della Legge 121/81, la mortificazione del ruolo e delle funzioni dei Questori, dei funzionari e di tutti gli operatori che già soffrono un evidente disagio.
Un danno enorme ai cittadini, alle Istituzioni, al Paese ed alla Polizia di Stato in un momento di estrema confusione complice anche la totale latitanza della politica". La risposta delle istituzioni: Passa l’atto illustrato in aula da Antonio Gambetta Vianna, che impegna la Giunta regionale ad iniziative concrete per aiuti economici ad imprese e a famiglie in difficoltà. “Dare un aiuto concreto alle famiglie per l’accesso facilitato al credito”. Questo lo spirito della mozione, ha spiegato Antonio Gambetta Vianna (Più Toscana).
L’atto impegna la Giunta a relazionare il Consiglio sul sistema regionale degli aiuti alle imprese, a dare attuazione a quanto previsto nel protocollo d’intesa Emergenza Economia sullo smobilizzo dei crediti vantati dalle imprese verso la pubblica amministrazione, a mettere in atto iniziative concrete per il sostegno al pagamento delle rate dei mutui immobiliari contratti dalle famiglie in difficoltà. “Comprendo lo spirito della mozione – ha detto Ivan Ferrucci (Pd) – perché la crisi ci accomuna tutti, ma molte di queste misure sono state già portate avanti.
La Regione si è mossa nello stipulare accordi con istituti di credito e ci sono già anche numeri verdi per dare orientamento ad imprese in difficoltà come ad esempio quello di CNA”. Approvato anche l’atto per unico sito web aggiornato con tutti i bandi pubblici su aiuti economici di Regione ed enti locali. L’aula ha approvato la mozione presentata da Rudi Russo (Idv) per “la realizzazione – ha spiegato il consigliere – di un unico sito dedicato alla raccolta di tutti i bandi pubblici sugli aiuti economici erogati da Regione ed enti locali”.
“Si tratta – ha detto Russo - di uno strumento per facilitare l’accesso dei cittadini a documenti nell’ottica della digitalizzazione”. L’atto invita, inoltre, la Giunta ad attivarsi per coinvolgere gli enti locali in un accordo che li renda partecipi nel creare ed aggiornare il sito. Italia dei Valori Toscana ha partecipato con una folta delegazione alla manifestazione e sciopero nazionale promossa oggi dalla Fiom Cgil. Per l'occasione, Idv ha organizzato un gazebo in Piazza Indipendenza per raccogliere le firme per i quattro quesiti referendari contro la Casta e per il Lavoro.
Erano presenti, tra gli altri, il Responsabile Lavoro Idv Toscana, Roberto Rizzo, e la Responsabile Organizzazione Idv Toscana, Cinzia Niccolai. "Riteniamo fondamentale rimettere al centro le questioni del lavoro, del rispetto della persona e della tutela della dignità e dei diritti di ciascuno, con l'obiettivo aprire una discussione su un nuovo modello di sviluppo capace di invertire il declino idustriale del nostro Paese, evitando ulteriori licenziamenti e le ormai abituali chiusure di fabbriche che, per effetto delle manovre recessive, rischiano di tenere bloccata la domanda interna e lo sviluppo", ha spiegato Rizzo.
"C'è bisogno di abbattere la precarietà creando nuovi posti di lavoro, nuova occupazione stabile investendo sulla qualità, con l'obiettivo di rilanciare la domanda interna senza per questo affossare i diritti dei lavoratori. Per fare questo le aziende hanno bisogno di un abbattimento del cuneo fiscale, di ridurre il costo del lavoro e di un serio piano di politica industriale nazionale.