Il 29 novembre ore 20 I JEUDI CINEMA dell’Institut français Firenze propongono un classico della cinematografia transalpina: Lola (1960) di Jacques Demy, con Anouk Aimée, che grazie a questo film si afferma come star internazionale (V.O. / Ingresso libero). Si tratta di una delle pellicole più apprezzate del regista francese, che ne ha curato anche la sceneggiatura. Lola è una donna sospesa tra il presente - che la vede ballerina in un locale di Nantes - ed un futuro che lei sogna vicino all'uomo che ama e di cui aspetta il ritorno, passando da un amore all'altro.
Un film intriso di tenerezza, che evita le trappole del melodramma con un tocco di ironia. Jacques Demy, dopo aver frequentato l'Accademia di belle arti, compie i primi passi come aiuto-regista di documentari. Passa al lungometraggio scrivendo, sceneggiando e dirigendo Lola, donna di vita (1960), mostrando, al tempo stesso, vicinanza e distanza dalle atmosfere della Nouvelle Vague, lasciando trasparire una grande passione per il cinema americano. Dirige successivamente La lussuria (episodio di I sette peccati capitali, 1961) e La grande peccatrice (1962), fino al suo film più famoso, Les parapluies de Cherbourg (1964), originale tentativo di costruzione di un musical svincolato dai modi hollywoodiani (i protagonisti cantano sempre, ma non ballano mai), che vince la Palma d'oro a Cannes e lancia Catherine Deneuve.
Ritenta l'operazione con Josephine (1966), sempre con la Deneuve. Seguono L'amante perduta (1969), girato negli Stati Uniti, e La favolosa storia di Pelle d'Asino (1970), tratto dalla favola di Perrault, altra commedia musicale. Sempre nel genere fiabesco gira Il pifferaio di Hamelin (1971) e Lady Oscar (1978), ambientato durante la Rivoluzione francese. Il suo ultimo film Une chambre en ville (1982), ritenta i modi del musical in chiave di realismo sociale. Demy muore nel 1990 ad appena 59 anni.