In occasione dell'uscita del libro L' Italia s'è ridesta, Aldo Cazzullo ne discute con Matteo Renzi. Letture di Giovanni Esposito e Beatrice Visibelli, martedì 23 ottobre (ore 18:00) alla Libreria Feltrinelli, in Via de’ Cerretani 30r (tel. 055 2382652). Aldo Cazzullo, giornalista e scrittore, è editorialista del «Corriere della Sera». Si è occupato di politica italiana e internazionale, seguendo come inviato le elezioni di Bush, Obama, Erdogan, Zapatero e Sarkozy, le Olimpiadi di Atene e Pechino e i Mondiali di calcio in Giappone e Germania.
Aldo Cazzullo racconta quindici città. Lo sguardo del giornalista e la sensibilità dello scrittore indagano il volto noto e rispettabile, quel che si sa e quel che non si dovrebbe sapere, di un'Italia che occupa raramente le prime pagine dei giornali. Ne emerge la fotografia di un Paese distante dallo stereotipo che, sferzato dalla crisi, sta ridefinendo la propria identità. Su "l'Unità" di oggi il senatore Stefano Ceccanti dichiara il suo voto a favore di Matteo Renzi premettendo due raccomandazioni: " Prima: attenzione ai toni, guidare una coalizione che ha per perno un partito nato da soli cinque anni e' impresa che si puo' perseguire solo con un uso della prudenza pari all'audacia.
E' quello che ci invita a fare Veltroni ricordandoci che la primaria competitiva si svolge in un contenitore ancora fragile. In secondo luogo non confondere la battaglia alle idee passatiste con una questione generazionale." Perché scegliere Renzi? "Se il parametro della scelta è mantenere l'ambizione di un partito di governo da quaranta per cento, a me sembra che Renzi sia il candidato piu' inclusivo perche' guarda all'elettorato potenziale tutto intero prima che agli iscritti o ai gruppi dirigenti.
Non a caso avrebbe voluto primarie di partito, uno strumento piu' consono all'ambizione maggioritaria. Viceversa Bersani ci ha portato a una strana primaria in un ambito piu' ristretto di 'progressisti' che solo dopo si alleerebbero a 'moderati', identificati con le forze politiche centriste prima che coi loro elettori. Peraltro col rischio, tutt'altro che teorico, che i progressisti perdano nel prosieguo qualsiasi barriera verso la sinistra piu' conservatrice e contestatrice dell'esperienza Monti, in una sorta di recinto passatista.
Tutto cio' esattamente nel momento in cui ampie fasce di elettori si sono sganciate da riferimenti certi alternativi ai nostri e sono stati attratti da noi solo perche' vi e' stata la candidatura Renzi. Un autoconfinamento in una ridotta minoritaria mentre il contesto e' piu' aperto che mai. Per non parlare delle fasce giovanili alla ricerca di una prima collocazione." Conclude quindi Ceccanti: " Le migliori esperienze di centrosinistra di governo, non solo quelle della Terza Via, si sono affermate quando si e' puntato all'unita' dei riformisti senza timori di avere nemici nella sinistra conservatrice.
E' quest'opzione fondamentale, tipica del lingotto veltroniano, che vedo di piu' e meglio in Renzi che non in Bersani. "