L’Oriente, affascinante e misterioso, declinato nelle sue molteplici espressioni artistiche (musica, canto, danza, costumi), è il protagonista della XXXVII edizione del Festival MUSICA DEI POPOLI che avrà luogo dal 22 settembre al 18 novembre a Firenze e Campi Bisenzio. “Suoni e Visioni d’Oriente” è il titolo della Rassegna, a sottolineare la componente onirica e magica che agisce da trait-de-union tra le formazioni presentate, ognuna con una propria specificità musicale ma in fondo accomunate da quell’atmosfera ipnotica, vibrante e coinvolgente che da sempre il continente asiatico esercita sulla cultura occidentale.
A partire dal 22 settembre, l’Auditorium FLOG, il Ridotto del Teatro Comunale, il Cinema Odeon a Firenze e il Teatro Dante a Campi Bisenzio, saranno le cornici in cui si svolgerà MUSICA DEI POPOLI 2012, come sempre caparbiamente voluta da F.L.O.G. (Fondazione Lavoratori Officine Galileo), con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze. La novità di quest’anno è la location del Ridotto del Teatro Comunale dove, sabato 22 settembre, il Festival apre il suo originale programma con il MORIN KHUUR ENSEMBLE ovvero l’ORCHESTRA NAZIONALE DELLA MONGOLIA con Ospite Speciale la straordinaria cantante URNA.
Un organico di quindici virtuosi di musica tradizionale e classica mongola, in un concerto altamente suggestivo dedicato alle vocalità ancestrali e alle melodie della steppa sconfinata. Sabato 29 settembre all’Auditorium FLOG, arriva uno dei migliori interpreti dall’Asia centrale, GOCHAG ASKAROV, conosciuto per la bellezza della sua voce dotata di una carica emotiva e di una potenza unici, tanto che nonostante la giovane età, è stato spesso paragonato al grandissimo Nusrat Fateh Ali Khan; sarà accompagnato da eccellenti musicisti di Mugham, il genere di musica tradizionale classica dell’Azerbaijan, trasmesso per tradizione orale da generazioni e inserito dall'UNESCO nella lista del ‘Patrimonio delle Tradizioni Orali e Immateriali dell'Umanità’.
Venerdì 5 e sabato 6 ottobre al Teatro Dante di Campi Bisenzio (FI), un altro evento imperdibile per la sua unicità: l’esibizione dell’U-THEATRE da Taiwan, un confronto tra interiorità zen e pratica del Thai Chi Chuan, tra spiritualità e fisicità, attraverso la musica e la danza che gli attori/musicisti della Compagnia perseguono quotidianamente come stile di vita volto alla ricerca dell’equilibrio dell’uomo. Lo spettacolo presentato è The Sound of Ocean, una suggestiva performance musicale e teatrale centrata sul mistero del suono dell’oceano, sulla sua profondità insondabile, sul fluire e rifluire delle sue acque come metafora dell’esistenza. In prima assoluta e per la prima volta in Italia MUSICA DEI POPOLI presenta sabato 13 ottobre - Auditorium FLOG - il concerto dell’ORCHESTRA TRADIZIONALE CINESE di JILIN, con il patrocinio dell’omonima città che ha curato una selezione di 15 musicisti scelti tra i migliori 100 che costituiscono l’intera Orchestra.
In oltre 30 anni di attività, l’Orchestra ha forgiato uno stile particolare del nord-est della Cina, uno stile brillante, caldo e denso di virtuosismi; il repertorio include brani classici della vastissima tradizione e molte tra le oltre 600 composizioni vocali e strumentali scritte dall’ORCHESTRA TRADIZIONALE di JILIN. A dieci anni dal grande successo riscosso nell’edizione del 2000, torna giovedì 18 e venerdì 19 ottobre alla FLOG, il TEATRO DELLE OMBRE (Wayang Kulit) di BALI con il più famoso maestro dalang I Wayan Wija.
Il Wayang Kulit è una delle più antiche forme di teatro dell’isola, dove ogni espressione artistica è strettamente connessa alla vita religiosa e sociale della comunità. Le marionette sono tagliate ed incise minuziosamente sul cuoio, caratterizzate da forme, grandezza e colori diversi che permettono di distinguere gli oltre 100 caratteri proposti nei vari episodi. La chiave dello spettacolo è proprio il dalang, il burattinaio e al tempo stesso artigiano, attore, imitatore, cantante, direttore d’orchestra, storico, comico, narratore; in questa occasione il maestro I Wayan Wija presenta uno spettacolo realizzato con le ombre di pelle e ispirato dal libro “Sutasoma”, seguito del poema indiano Mahabharata, originariamente scritto in sanscrito e giunto in Indonesia nel XI secolo.
Una piccola orchestra gamelan diretta dallo stesso dalang e composta da quattro gender wayang (barre in bronzo che hanno come cassa di risonanza canne di bambú), accompagna le scene che si susseguono sul palco, dove la magia senza tempo delle atmosfere del Wayang Kulit sopravvive a secoli di trasformazioni. Altra imperdibile esclusiva per MUSICA DEI POPOLI, unica data italiana sabato 27 ottobre, è l’esizione sempre all’Auditorium FLOG del più grande flautista indiano, PANDIT HARIPRASAD CHAURASIA, virtuoso del bansuri.
Chaurasia è stato fra i pochi musicisti classici indiani a fare un consapevole sforzo per espandere la fruizione della musica indiana. Fra tutti gli strumenti a fiato della tradizione indiana senza dubbio il più importante è il bansuri, le cui origini sono antichissime; diffuso in tutto il subcontinente indiano, con nomi e fogge diverse, il flauto è considerato uno degli strumenti più mistici, essendo il mezzo con il quale il dio Khrishna richiama a sé le anime. HARIPRASAD CHAURASIA è ormai una leggenda e ha conquistato il cuore del pubblico internazionale per la poesia delle sue improvvisazioni e per il suono puro e delicato del suo strumento; negli anni ha collaborato con musicisti quali Jan Garbarek, John McLaughlin, Zakir Hussein, solo per citarne alcuni.
Il concerto di Firenze lo vede affiancato dal suo allievo migliore, Julia Orhmann al bansuri per un sorprendente duetto di musica classica indiana, punteggiato dalle tabla del maestro Vijay Ghate. A chiudere la XXXVII edizione di MUSICA DEI POPOLI domenica 18 novembre al Cinema Odeon, un appuntamento molto atteso: la performance della cantante YUNGCHEN LHAMO, considerata “la voce del Tibet”. Grazie ad una personalissima vocalità in cui risuona l'eco di un percorso fuori dal comune, di un popolo isolato dal resto del mondo, ma anche di una spiritualità straordinaria trasmessale dalle donne di famiglia e che riflette nelle sue canzoni, YUNGCHEN LHAMO, sola sul palco, riesce a catturare il pubblico intonando melodie capaci di evocare le cime innevate della sua patria lontana.
Il concerto di Yungchen Lhamo sarà preceduto dalla proiezione del documentario “Tibet in Song” di N. Choephel sulle tradizioni musicali tibetane, in collaborazione con Immagini e Suoni del Mondo, Festival del Film Etnomusicale. Alessandra Pagliai