Dura la vita dei pendolari, il Comitato Pendolari Valdarno Direttissima denuncia quella che è stata vista come una assurda beffa ai danni di una utente, multata per aver sostato in piedi nel vagone destinato alla prima classe. «Finora i pendolari del Valdarno venivano allontanati a decine dalle carrozze di prima classe dei treni Firenze-Foligno, per affollare la seconda classe, adesso invece si multano anche se in piedi». E' la denuncia del portavoce del Comitato Pendolari Valdarno Direttissima, Maurizio Da Re, dopo la multa inflitta ieri sera a una pendolare del Valdarno sul treno 3169 per Foligno, nel tratto fra Figline e S.Giovanni. «E' una multa surreale per le modalità - afferma Da Re - come si può multare per 9,90 euro una pendolare in piedi nel corridoio della carrozza di prima classe, presupponendo e accusandola che fosse stata seduta fino a poco prima, se non è stata colta in flagrante.
Il comitato assisterà la pendolare nel ricorso contro la multa e contro Trenitalia, ma rinnova la richiesta alla Regione Toscana. «Prima che avvengano altri episodi incresciosi - conclude il portavoce Da Re - la Toscana insista in modo deciso con la Regione Umbria per far declassare le carrozze di prima classe sui treni per Foligno». «Ormai siamo all’incredibile», tuona il Consigliere regionale del Pdl Stefano Mugnai, pendolare storico proprio in quella tratta. «Nel mese di settembre stanno fioccando i ritardi anche nei convogli che al mattino portano i pendolari a Firenze e che in passato erano i più puntuali.
Intanto, al solito, ai pendolari valdarnesi sono destinati convogli vecchi in odor di rottamabilità, tanto rari da generare sovraffollamenti paragonabili ai carri bestiame, e poi? Poi davanti a un simile stato del servizio, quando la gente o si stipa o nulla, allora si eleva pure la contravvenzione! E’ un autentico sopruso, che si aggiunge allo stato degradante in cui viene costretto a viaggiare chi quotidianamente è costretto a spostarsi per motivi di studio o di lavoro». Non è solo sulle multe che si gioca la partita del trasporto pubblico locale su ferro.I Pendolari toscani rifiutano l'aumento del 20 per cento sugli abbonamenti e propongono aumenti non superiori al 5 per cento e nasce il Coordinamento "Alle biglietterie delle stazioni non sanno niente e nessun avviso avverte i viaggiatori.
Eppure la Regione Toscana - con delibera n.750 passata il 10 agosto - a decorrere dal 1 ottobre, ha deciso di aumentare del 20% il costo degli abbonamenti del Trasporto pubblico locale e del 10% i biglietti di corsa singola. Anche la fascia dei redditi più bassi (fascia ISEE) sarà gravata da un aumento del 10%. Un ulteriore salasso per pendolari e famiglie: la maggior parte delle famiglie vive grazie a due stipendi superando anche di poco i 36.152 euro di reddito". In una riunione tenutasi lo scorso lunedì 17 settembre - che ha fatto nascere il Coordinamento dei pendolari della Toscana - i comitati dei pendolari hanno fatto due conti: per un tragitto di 101 km, il costo dell'abbonamento passerà dagli attuali 88 a 105,50 euro e ha deciso di rifiutare un incremento del costo degli abbonamenti strutturato in modo da colpire, anziché favorire i pendolari, trasformandoli nella fascia di viaggiatori più colpita e più vulnerabile.
In molte famiglie ci sono genitori e figli pendolari per motivi di lavoro e di studio. Con questi aumenti, il costo annuale di due abbonamenti sarebbe di quasi ai 2.600. Infatti, i pendolari, "non solo pagano in anticipo l'abbonamento e gli “adeguamenti tariffari” per un servizio spesso inadeguato, ma si scontrano quotidianamente con i disagi dovuti alle cancellazioni dei treni, agli innumerevoli ritardi, alle porte non funzionanti, agli impianti di climatizzazione e di riscaldamento mal funzionanti o non funzionanti e alle interruzioni del servizio per pochi cm di neve.
Devono ora subire un aumento totalmente ingiustificato a fronte del livello del servizio offerto".
Il Coordinamento dei pendolari della Toscana chiede: 1) che gli aumenti degli abbonamenti non superino il 5%; 2) di inasprire le sanzioni per i disservizi dipendenti da Trenitalia, in modo che non sia più conveniente pagare le multe piuttosto che risolvere i continui disagi; 3) di partecipare, con suoi rappresentanti, alla stesura del contratto di servizio.Il Coordinamento contesta, infine, "la sospetta tempistica con cui la Giunta regionale ha deliberato gli aumenti proposti dall'assessore alla Mobilità, Luca Ceccobao, delibera approvata e divulgata ai media in pieno periodo di ferie, quando la maggior parte degli pendolari erano distratti dal solleone". La risposta della REGIONE TOSCANA.
"L’intervento sulle tariffe per i treni si è reso necessario per difendere il servizio dai tagli del governo. Dato che in una situazione di emergenza come quella prodotta da minori trasferimenti rischiavano di essere decurtate le corse dei pendolari toscani" fa sapere la Regione Toscana. Gli uffici regionali ricordano che nel 2010 lo Stato dava alla Toscana risorse complessive per 490 milioni di euro per il trasporto pubblico locale e ferroviario. Adesso vengono promessi 320 milioni (che peraltro non sono stati ancora erogati).
Mancano all’appello 170 milioni. Mentre per il TPL su gomma è in atto una riforma radicale per salvare il servizio, per il trasporto ferroviario si è resa necessaria una compartecipazione degli utenti perché non manchino di colpo i servizi a studenti e lavoratori pendolari. La Regione precisa che, nonostante gli interventi sulle tariffe, viene salvaguardato il principio di equità, dal momento che il contributo viene richiesto a chi ha maggiori mezzi per permetterselo. Per quanto riguarda gli abbonamenti, come già comunicato dalla Regione, l’aumento sarà del 20% ma riguarderà soltanto i redditi superiori a 36.000 euro.
Secondo le stime regionali dunque, oltre il 70% degli attuali abbonati non sarà interessato da alcun incremento. Le variazioni sulle tariffe, per motivi organizzativi, entreranno a regime a partire dal mese di novembre.