Gli imprenditori della Toscana pagano l’energia elettrica 656 milioni di euro in più rispetto alla media dei colleghi europei. Per ciascuna azienda significa un esborso di 1.966 euro in più all’anno rispetto ai competitor europei. La Toscana è la 6° regione italiana con divario più alto rispetto al costo medio per le imprese nell’area euro, preceduta da Lombardia (gap di 2.289 mln di euro, 2.791 euro/anno ad impresa), Veneto (1.007 milioni), Emilia Romagna (904 milioni), Piemonte (851 milioni) e Lazio (656 milioni). Dati perfettamente in linea con il trend nazionale: l’Italia detiene infatti il primato negativo in Europa per la bolletta elettrica più costosa a carico delle aziende.
Globalmente le nostre imprese pagano l’energia il 35,6% in più rispetto alla media Ue (10.077 milioni di euro/anno, equivalenti a 2.259 euro/anno per impresa). In Toscana è la provincia di Firenze a registrare il più ampio divario di costi rispetto alle imprese dell’eurozona: 139,6 milioni di euro di gap che la rendono la 21° provincia italiana con costi maggiori (la prima è Milano con 555,1 milioni). Seguono Lucca (119,2 milioni), Livorno (111,4), Pisa (68,3), Arezzo (45,4), Prato (42,3), Siena (41), Pistoia (36,8), Massa Carrara (29,0) e Grosseto (23,1) .
A gonfiare la bolletta energetica delle imprese contribuisce la pressione fiscale che incide per il 21,1% sul prezzo finale dell'elettricità. Anche in questo caso l'Italia detiene il record negativo nell'Ue per le imposte sull'energia più alte: arrivano a 4,65 euro per 100 KWh contro i 3,51 euro della Germania, l'1,42 euro della Francia, lo 0,71 euro della Spagna e lo 0,47 euro del Regno Unito. Si tratta di un’anomalia che colpisce in particolare le piccole imprese le cui bollette elettriche sono gravate da una tassazione maggiore del 115% rispetto a quella delle grandi aziende energivore.
“Il problema – sottolinea Paolo Gori, Presidente di Confartigianato Piana Fiorentina – è stato addirittura complicato dal Decreto sviluppo che ha rimesso mano alla fiscalità energetica, ponendo le basi per una rideterminazione delle accise e degli oneri del sistema elettrico con un trattamento più favorevole per le grandi imprese a forte consumo di energia”. Per abbassare il costo dell'energia, Gori sollecita “una riforma complessiva all’insegna dell’equità per ridurre e riequilibrare la tassazione sul prezzo dell’energia che grava soprattutto sulle piccole imprese.
Servono anche riforme strutturali che aprano alla vera concorrenza i settori dell’elettricità e del gas e che puntino sull’efficienza energetica e sull’uso di fonti rinnovabili. Allo stato attuale, alle imprese non rimane altro che cercare di contenere i costi energetici. Un’opportunità – suggerisce Gori – è quella di affidarsi ai gestori che offrono le migliori tariffe ”. Tra di essi il Consorzio Multienergia, fondato nel 2001 dalle Confartigianato di tutta la Toscana che oggi acquista energia per 2500 imprese.
“Riusciamo ad ottenere risparmi dell’8-10% sulla voce del costo dell’energia – fa sapere Gori che è anche membro del Cda del Consorzio - tanto che dalla fondazione ad oggi i risparmi ottenuti sono stati di oltre 35 milioni” .