Fine estate ancora all'insegna del caldo e delle scarse precipitazioni piovose, una situazione di siccità prolungata che può diventare terreno fertile per la diffusione di incendi. Per evitare il rischio di propagazione delle fiamme molte amministrazioni locali hanno previsto di prorogare lo stato di allerta. Il finale di stagione però è arroventato dalle polemiche innescate per accusare di errori ed incapacità gli operatori del settore. In particolare rivolte a chi tira in ballo possibili migliorie gestionali se tutto fosse ricondotto sotto il coordinamento dei Corpi dello Stato, CFS e VVF, invece che lasciare l'attuale competenza alle Regioni.
La paventata confusione legislativa introdotta dalla legge 353/2000 in realtà non esiste in quanto già dagli anni '70 lo Stato ha demandato la competenza in materia AIB alle Regioni, funzione che lo stesso prima svolgeva tramite il Corpo Forestale dello Stato ed i Vigili del Fuoco. Negli anni, però, venivano erogati stanziamenti straordinari per CFS e VVF per fronteggiare il periodo degli incendi boschivi che, come una vera e propria calamità, impegnavano in maniera straordinaria questi due Corpi.
A situazione straordinaria si rispondevano con risorse straordinarie. Dopo la 353 gli stanziamenti statali sono terminati perché quei costi sono stati “scaricati” sulle Regioni tramite il meccanismo delle convenzioni, da stipulare con Forestali e Pompieri per il loro impegno nell'antincendio boschivo. "Non dobbiamo dimenticare che come servizio pubblico, sia regionale che statale, dobbiamo essere impegnati a difendere il bene pubblico, in questo caso il patrimonio agricolo-forestale, e che la guerra sulle competenze non ha mai portato ad alcuna risoluzione del problema" sostiene il Coordinatore regionale FPCGIL Vigili del Fuoco Toscana. "Come rappresentanti dei Vigili del Fuoco non possiamo un giorno dire che siamo pochi, senza mezzi e senza risorse, situazione che compromette la possibilità di poter assolvere ai propri compiti istituzionali, ed il giorno dopo chiedere di assumersi le competenze di altri.
E con quali uomini, mezzi e risorse dovremmo riuscire a far ciò? Dovremmo chiedere alle Regioni di rinunciare ad una competenza propria ma di continuare a tirare fuori i soldi per quella stessa cosa? Lo fareste voi? Bisognerebbe forse fare tutti un passo indietro e provare a mettere sul tavolo ognuno quel che ha in termini di risorse e conoscenze, farne patrimonio comune e coordinarsi in termini di opere preventive e di lotta attiva agli incendi, siano essi di vegetazione (campi coltivati, incolti, sterpaglie) o boschivi.
Le risorse, quelle poche che i tagli imposti ci hanno lasciato nelle tasche, devono e sottolineiamo devono essere razionalizzate per evitare sprechi e sovrapposizioni. Il “cappello” di Corpo dello Stato non è più sufficiente garanzia di solvibilità degli impegni come d'altronde la politica di “autosufficienza”, a volte proclamata dalla Regione, non è strada più percorribile in quanto non sostenibile fino in fondo. Come in tutte le storie esiste un cattivo che ha un solo nome e si chiama Politica; quella politica che ingarbuglia leggi a proprio uso e consumo, quella stessa politica che ti paga con una “pacca sulle spalle” e poi toglie risorse anno dopo anno, con i tagli “lineari” il cui nome dovrebbe essere “indiscriminati”.
La stessa politica che si manifesta con operazioni di facciata, come quelle operate con la spending review, che hanno spostato la flotta Canadair dalla Protezione Civile ai Vigili del Fuoco, dimenticandosi di fornire i 120 milioni di euro necessari al mantenimento della flotta antincendio boschivo nazionale. Come voleranno il prossimo anno questi aeroplani? Lo Stato è composto da un insiemi di patrimoni umani e materiali che la politica ha l'obbligo di difendere stanziando i fondi necessari affinché i Corpi dello Stato e le Regioni, con le proprie articolazioni territoriali, siano in grado di mettere in campo efficaci opere di prevenzione e protezione.
Spendere ora, ma avendo al contempo l’obiettivo di razionalizzare le risorse aggregando quelle che oggi sono entità divise, non potrà che tradursi in un risparmio anche in termini di ritorno economico. Ma se il la Politica, anche quella “Tecnica”, intende perseverare sulla strada dei tagli indiscriminati il risultato non potrà che tradursi in servizi inefficienti e, nel nostro caso, maggiori pericoli per la comunità". “Tutta le rete di enti e associazioni di volontari è costantemente impegnata a monitorare il territorio e a evitare e risolvere situazioni di pericolosità – sottolinea l'assessore alla Protezione civile della Provincia di Prato Stefano Arrighini – Ma come ribadiamo ogni anno è necessaria anche la massima collaborazione di tutti, non solo nel rispetto del divieto ma anche anche nell'evitare comportamenti che potrebbero favorire lo sviluppo di focolai.” La Provincia di Prato invita ad avvisare tempestivamente la presenza di fuochi al Centro operativo provinciale, che ha sede nel Comando del Corpo forestale di via Galcianese 20/L.
Il numero per le segnalazioni è 0574 28926, il servizio è attivo tutti i giorni dalle 8 alle 20, nelle ore serali e notturne c'è il numero verde 800.425.425 della Sala operativa della Regione Toscana. La violazione del divieto è punita con una sanzione fino alla reclusione da 4 a 10 anni. Anche chi provoca un incendio colposamente risponde civilmente per i danni provocati e una volta che la sentenza è passata in giudicato la Regione può costituirsi per chiedere il rimborso delle spese per lo spegnimento e dei danni provocati. La Provincia di Siena ha prorogato fino al prossimo 30 settembre il periodo di massimo rischio per gli incendi boschivi, introducendo a quella data il divieto assoluto di accendere fuochi in tutto il territorio provinciale.
La proroga è stata decisa nel rispetto della nota della Regione Toscana, tenendo conto dell’andamento stagionale e dell’analisi delle previsioni a breve-medio termine, che sembrano confermare l’assenza di significative precipitazioni sia negli ultimi giorni di agosto che nel mese di settembre, con condizioni favorevoli per lo sviluppo di incendi boschivi. “Il calo delle temperature degli ultimi giorni e qualche pioggia - dice l’assessore all’agricoltura, Anna Maria Betti - non devono trarci in inganno La raccomandazione è che, oltre al rispetto dei vincoli posti dalla proroga, ognuno di noi continui a comportarsi prestando la massima attenzione.
E’ questo il miglior contributo che si può dare al lavoro che, 24 ore su 24, vede impegnati Provincia, Corpo Forestale, Vigili del Fuoco e Volontariato, nella prevenzione e nella lotta agli incendi”. L’amministrazione provinciale, pertanto, ribadisce massima attenzione e rispetto dei divieti di accensione di fuochi, invitando i cittadini a non sottovalutare il rischio di azioni che potrebbero mettere in pericolo la comunità e il territorio. Fino al termine del periodo di alto rischio rimarrà attiva sette giorni su sette anche la Centrale Operativa Provinciale per il coordinamento dell’antincendio boschivo, che sta compiendo un monitoraggio costante su tutto il territorio senese. La Centrale Operativa Provinciale.
La COP per il coordinamento dell’antincendio boschivo sull’intero territorio provinciale ha il compito di coordinare le attività di prevenzione, gestione e spegnimento, per il periodo di rischio elevato, dal 15 giugno al 15 settembre, così come previsto dal Piano Operativo Antincendio boschivo della Provincia di Siena. La Centrale ha sede presso gli uffici della Provincia, in Via Massetana 106, ed è attiva tutti i giorni, compresi i festivi. Le segnalazioni possono essere effettuate telefonando, dalle ore 8 alle ore 20, ai numeri 0577-218412 e 0577-218413.
Gli interventi notturni sono garantiti in reperibilità e per le segnalazioni è attivo il numero verde della Sala operativa regionale 800-425425.