Da poco sono trascorsi 131 anni dalla prima uscita, della pubblicazione “Le avventure di un burattino”, divenendo dopo 31 puntate, nel 1883, il libro più famoso nel mondo, con il titolo di Pinocchio, tradotto in più di 350 lingue o idiomi. Il suo autore Carlo Lorenzini, aveva un rapporto profondo con Firenze, dove è nato, in via Taddea, nel 1826, e che il Marchese Ginori fece generosamente istruire, finendo poi la sua vita, nel 1890, nel palazzo Ginori, in via de’ Rondinelli.
Intellettuale, legato alla cultura della città, Carlo Lorenzini era impiegato statale e per il suo libro utilizzò lo pseudonimo di Collodi, luogo natale della madre. In questo anno si ricorda anche il decimo anniversario della morte di Venturino Venturi, grande artista toscano del secolo scorso che ci ha lasciato una serie di studi e il bozzetto, in filo di ferro e stagno, per una scultura di Pinocchio, che vinse, nel 1953, ex aequo con lo scultore Emilio Greco, il concorso internazionale per il monumento a Pinocchio, indetto dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi.
Il progetto non sarà mai eseguito e negli anni successivi Venturino Venturi continua una sua personale ed estenuante riflessione su Pinocchio, seppur fortemente amareggiato per non aver portato a compimento la sua scultura. Venturi conosceva il burattino fin dalla sua infanzia, essendo figlio di un emigrante che partì per il Belgio con solo due libri, la Divina Commedia e Pinocchio. Ora Firenze, per rendere omaggio al grande artista, propone di fondere il bozzetto e collocare la statua raffigurante il celebre burattino in uno spazio rappresentativo della città.
Il presidente del Consiglio comunale, Eugenio Giani, suggerisce di abbellire l’area pedonalizzata di via Tornabuoni, vicina alla via de’ Rondinelli, ultima residenza del Lorenzini, oppure un’altra possibilità sarebbe quella di inserire la scultura nella zona di San Lorenzo, vicino alla via dove lo scrittore nacque. Cecilia Chiavistelli