La data di chiusura di villa Morazzana era scritta su un'ordinanza che non lasciava dubbi. Un anno dopo lo sbarco dalla Libia si fa incerta la sorte dei 39 ospiti della struttura di Monterotondo, nell'ambito del piano di accoglienza della protezione civile regionale scattato lo scorso anno. Ventuno di loro sono gia stati spostati. Dopo varie promesse oggi è avvenuto l’allontanamento verso altri centri regionali dei trentanove profughi che da un anno e mezzo sono ospiti di Villa Morazzana, l’ex ostello di Livorno. “Ci auguravamo –comunica il Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Mauro Romanelli– che la situazione fosse risolta in modo non traumatico, individuando soluzioni condivise, che fossero ascoltate le associazioni, come Cesdi, il Centro servizi donne immigrate, che hanno seguito i ragazzi ed erano disposte a continuare il percorso d’inserimento, che il Comune riuscisse a trovare un’altra sistemazione sul territorio per questo piccolo gruppo di persone, ma non è stato fatto niente e oggi i profughi sono stati trattati come pacchi postali, senza alcun rispetto per la loro dignità e sofferenza”.
“Voglio ricordare che si tratta di persone disperate, fuggite in Libia da Bangladesh e varie nazioni africane per persecuzioni e povertà, coinvolte poi nella guerra civile, e quindi costrette a espatriare in Italia, dove ora hanno in corso la domanda di riconoscimento di protezione internazionale.” “Da aprile scorso molti di loro hanno trovato a Livorno un lavoro, altri sono stati seguiti per curare i traumi delle esperienze passate, tutti hanno intrapreso i non banali iter burocratici con la questura per il riconoscimento dello status di profughi e di richiedenti asilo”.
“Con l’allontanamento odierno tutto questo percorso s’interrompe e andrà ricominciato daccapo”. “Chiedo con forza – termina l’esponente di SEL – che la Regione Toscana, che tanto ha fatto nei giorni dell’emergenza degli sbarchi dalla Libia, continui il suo impegno attivandosi subito sia per trovare soluzioni sul territorio confacenti, sia per sollecitare il Governo per il riconoscimento dello status di rifugiati, status che per ora è stato rifiutato alla maggior parte di queste persone e che permetterebbe loro di non divenire irregolari e di decidere se restare o ripartire dall’Italia”.