Trent'anni dopo l'indimenticabile trionfo della nazionale azzurra di calcio, la vittoria del Mundial spagnolo, l'Italia conquista un altro titolo mondiale: quello del Paese con la più alta pressione fiscale "effettiva", addirittura il 55% di media del Prodotto interno lordo. Ce lo dice un'indagine resa pubblica ieri da Confcommercio (e condotta dal suo Ufficio studi) che ha trovato sponda addirittura nel direttore delle agenzia delle entrate Attilio Befera, che ha parlato di un peso "elevatissimo" delle imposte, dovuto soprattutto all'evasione.
"Un vero paradosso. Nel Paese che registra uno dei più alti livelli di economia sommersa (pari al 17,5% del Pil con imposte evase per 154 miliardi di euro, come ci dice Confcommercio) si batte il record per l'alto livello di tassazione. C'è più di qualcosa che non funziona – commenta Oreste Giurlani, presidente di UNCEM Toscana – Una parte della cittadinanza paga moltissimo mentre una consistente fetta paga poco o niente. A fronte, oltretutto, di uno Stato che non fornisce servizi con un livello di efficienza paragonabile ad altri paesi ad alta tassazione, come quelli del nord Europa".
Serve una svolta. "Una riforma fiscale che renda il sistema più semplice e meglio funzionante è il primo passo da compiere – aggiunge Giurlani -. Parallelamente si deve condurre una lotta all'evasione ed elusione che non può essere fatta solo con blitz estemporanei ad alto tasso comunicativo ma non si sa con quali risultati concreti. In Toscana abbiamo avviato un progetto contro l'evasione fiscale definito 'Tosca', il cui comune pilota è il piccolo Fabbriche di Vallico, del quale sono sindaco, e che pian piano si estenderà a tutta la Regione: un sistema che mette in rete una serie di dati di ogni utente e permette di risalire allo stato patrimoniale di tutti. Credo – conclude Giurlani – che senza pretendere di aver inventato chissà che cosa, si possa chiedere allo Stato centrale di muoversi sempre più in questa direzione.
Meno tasse e meno evasione sono due facce della stessa medaglia".