Il presidente della Regione Enrico Rossi è stato ospite oggi del programma Unomattina, di Raiuno, condotto da Gerardo Greco, che affrontava il tema dei tagli alla sanità, 4 miliardi e mezzo di euro da qui al 2014, 18 mila posti letto in meno entro il 2012. “La Toscana – ha detto Rossi – si trova già in una buona posizione rispetto al decreto del governo sulla spending review, considerato che siamo a 4 posti letto per 1000 abitanti e abbiamo un tasso di ospedalizzazione che credo sia il più basso d’Italia, il più competitivo insomma”.
Al conduttore che parla di 5 ospedali nel raggio di 25 km nel pisano, Rossi fa notare che “intorno a Pisa c’è anche una discreta popolazione; c’è poi Massa e Carrara, dove si chiudono 2 ospedali e ce n’è uno in costruzione; c’è Viareggio, dove ne abbiamo chiusi 5 e fatto 1 nuovo; c’è la città di Livorno, c’è Pontedera che assorbe un bacino di 140mila abitanti; noi abbiamo 160 ricoveri per 1.000 abitanti, che è un tasso bassissimo”. “La parola giusta – ha proseguito Rossi – è appropriatezza, cioè ricoverare coloro che ne hanno davvero bisogno e facendo più prevenzione, cioè insegnando i comportamenti corretti ad alcune categorie di malati, ad esempio i diabetici o gli asmatici.
Ci sarebbero meno ricoveri, ma per fare questo c’è bisogno di un complesso lavoro di riorganizzazione”. “In Toscana lavoreremo molto per raggiungere l’obiettivo della riorganizzazione dei reparti e l’utilizzo più intenso dei posti letto, perché se i posti letto si utilizzano al 60%, è evidente che ne rimangono molti vuoti, se invece si alza il livello di utilizzo aumenta la produttività”, ha aggiunto il presidente Rossi. “Dunque, togliamo i posti letto inutilizzati ma lasciamo anche qualche reparto da poter riaprire immediatamente qualora ci fosse un’emergenza, come quella influenzale, ad esempio, che nell’inverno 2003-2004 ebbe un forte impatto sulla sanità nazionale.
Dico perciò al governo di stare attento su questo punto, perché con un’epidemia influenzale di quel genere i pronto soccorso sarebbero destinati a scoppiare”. Sul tema dei tagli alle forniture sanitarie, che dovrebbero ridursi del 5%, Rossi ha detto”si può ridurre, certo, ma quando si è affidata una prestazione o si sono acquistati dei beni, già con un sistema concorrenziale piuttosto sviluppato e quindi l’impresa ha fatto l’offerta all’osso, togliere il 5% indifferentemente significa un rischio molto elevato per la nostra sanità”. A proposito della chiusura dei piccoli ospedali, Rossi ha sottolineato che “noi abbiamo riorganizzato i piccoli ospedali.
Non è necessario chiuderli, se sono produttivi, e se offrono un servizio ai cittadini: perché costringere un cittadino di Fivizzano che deve fare le cure chemioterapiche ad andare in ambulanza fino a Carrara o fino a Massa, oppure un cittadino dell’Amiata ad andare fino a Grosseto? Se c’è un centro oncologico aperto due volte la settimana dove lavorano medici di un dipartimento provinciale, posso garantire ottime cure in loco, senza bisogno di fare spostare i cittadini. Ma si può garantire anche qualche intervento chirurgico, di day-surgery, quella meno impattante.
Bisogna misurare la produttività di tutto questo”. “Io sono molto preoccupato che i tagli finiscano per incidere sui servizi. I presidenti delle Regioni sono disposti a discutere da ora fino a dicembre, dei tagli che devono essere fatti. Decidiamoli entro luglio, però vogliamo partecipare alla spending review. Finora abbiamo partecipato poco. La sanità è materia concorrente in Costituzione, non è un’invenzione dei presidenti. O si cambia la Costituzione o ci coinvolgono”.