Sarà stata l'eccellente tecnica e capacità espressiva dei danzatori, la location suggestiva, la scelta musicale ricercata e varia, ma ieri sera, al Museo Nazionale del Bargello, il “Balletto di Milano” ha conquistato il pubblico (numeroso) che per un paio d'ore si è immerso nelle romantiche atmosfere francesi. Le meravigliose musiche scelte - da Edith Piaf, passando per Aznavour e Brel, giungendo fino ai giorni nostri - hanno traghettato lo spettore in un viaggio tra ricordi e suggestioni, facendo da cornice ideale ai danzatori, che hanno interpretato la cultura francese attraverso una contagiosa joie de vivre. Non stupisce che il prestigioso Concorso Internazionale di Danza “Città di Rieti” abbia tributato ad Adriana Mortelliti il premio “Miglior Coreografa Emergente” proprio per questo lavoro, né che dal 2010, anno del suo debutto, questo titolo riscuota sempre un grandissimo successo di critica e pubblico.
Gli elementi per dar vita a uno straordinario spettacolo ci sono tutti: i danzatori, oltre a essere davvero belli ed eleganti, hanno talento da vendere, regalando un'interpretazione convincente e molto ben costruita; da segnalare, a tal proposito, Federico Veratti, brillante solista della compagnia che ha catturato il pubblico grazie ad eccezionali doti mimiche, oltre a quelle poetiche e ispirate di Martin Zanotti e Giulia Paris, primi ballerini del “Balletto di Milano”. E il pubblico, riconoscente per i bei momenti che la Compagnia ha regalato loro, ha ricambiato gli interpreti con un lungo e fragoroso applauso. La coreografia, poi, è stata perfetta, dando forma ad atmosfere, relazioni e situazioni raccontate dalle chansons, con un linguaggio chiaro e fruibile che non imbriglia lo spettatore in contorte associazioni mentali, lasciandolo libero di divertirsi, ritrovando così la natura ludica - ma non per questo di scarso valore artistico - della danza: esempio da imitare di perfetto connubio tra capacità comunicativa e alto livello artistico. Valentina Passaro