Conosco Maurizio Maremonti. Lo conosco bene. Abbiamo fatto anni di scuola superiore insieme. Non eravamo simili: lui con la musica, l’amore verso la letteratura e una passione nei confronti di tutto quello che era diverso, nuovo, eccitante. Io più classico: capelli corti, mai una riga fuori posto e un po’ di invidia verso quel compagno che, grazie al suo stile un po’ ribelle, veniva visto con un occhio più interessato dalle ragazze. Sono passati gli anni: io e Maurizio ci siamo persi di vista.
O meglio, ci siamo sempre idealmente incontrati ma solo grazie alle parole di Francesco, un nostro amico comune. Sapevo di Maurizio, dei suoi successi con la musica di questa voglia di esplodere per far si che un gruppo nato in Puglia potesse finire sulle cronache nazionali e internazionali. Strada difficile, in salita che lui, cantante e chitarrista, aveva deciso di percorrere. Senza se e senza ma. Da sale di prova di provincia, con birra e panino, a un palco che poteva portarlo a diventare famoso.
Maurizio quel traguardo stava per raggiungerlo. La voce del gruppo barese One WaY Ticket avrebbe capitanato i suoi, questa estate, in un’importante manifestazione in Toscana per poi emigrare, con strumenti e entusiamo, al Sziget festival di Budapest. Un destino beffardo pare aver fermato la corsa di Maurizio verso il suo sogno. Purtroppo, in queste ore, è ricoverato presso l'ospedale Di Venere di Bari e le sue condizioni sembrano essere gravi. L’ho appreso da Francesco.
La notizia mi ha così turbato che non ho voluto addentrarmi nel conoscere i particolari. Io Maurizio voglio ricordarlo così: capelli lunghi al vento e grandissima voglia di vivere. E voglio incontrarlo, nuovamente, così. Spero che quella stessa voglia che aveva da ragazzo lo spinga ora a reagire e a battere un nemico che, improvviso ed inatteso, lo ha colpito. Desidero pensare a questa situazione come uno di quei temporali che si abbattono su artisti e pubblico durante quei bellissimi concerti, all’aperto, in piena estate.
Gli artisti coraggiosi continuano a suonare e la folla, in delirio, sfida anche la pioggia pur di sognare con la musica. “The show must go on”. Lo spettacolo deve andare avanti. Forza Maurizio, non mollare. Un amico che non vedi da tempo ma che con la mente, in questo momento, ti è vicino. Giuseppe Saponaro (nella foto di archivio pubblico ad un concerto)