Con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione venerdì è finita in manette una cittadina cinese di 36 anni. La donna, che qualche mese fa aveva aperto un centro estetico in via Caboto, era in poco tempo finita nel mirino degli inquirenti che, grazie anche ad alcune segnalazioni, aveva accertato un anomalo via vai di soli uomini nella zona. Già da un primo controllo la Squadra Mobile diretta da Filippo Ferri, aveva subito notato che sulla vetrina dell’esercizio erano attaccati solo due poster con donne ammiccanti: un messaggio ambiguo chiaramente teso a scoraggiare la clientela di un normale centro estetico.
I sospetti degli investigatori sono poi aumentati quando da alcuni siti web sono spuntati fuori annunci particolari con tanto di foto, abbinati all’utenza cellulare in uso alla titolare dell’attività. Ieri gli agenti della Squadra Contrasto al Crimine Diffuso guidati da Alessandro Ausenda hanno voluto vederci chiaro nella vicenda, effettuando un controllo in quel fondo di via Caboto. All’interno la polizia non ha trovato traccia degli strumenti solitamente allestiti in un centro estetico, ma solo alcuni “clienti”.
Le loro dichiarazione hanno poi confermato le ipotesi degli inquirenti: le ragazze di nazionalità cinese che lavoravano nel centro, dopo il massaggio proponevano altre tipologie di prestazioni, che per loro chiara natura rientrano nell’esercizio della prostituzione. E sempre per lo stesso reato, mercoledì sono finiti nei guai 3 cittadini cingalesi. Gli stranieri subaffittavano abusivamente un appartamento in zona Cure a tre prostitute sudamericane riscuotendo da ciascuna la somma di 300 euro a settimana.
Gli uomini del Commissariato San Giovanni diretto dal Dr. Giuseppe Solimene, hanno denunciato i tre sequestrando preventivamente l’immobile.
