Stamani i carabinieri hanno arrestato per detenzione ai fini di spaccio un insegnante dell'istituto superiore Itis Enriques di Castelfiorentino. L'uomo è stato indicato da una telefonata anonima. Sulla sua auto, parcheggiata davanti all’Itis sono stati trovati 5 grammi di cocaina già divisi in dosi e 45 grammi di marijuana. Una notizia che fa davvero scalpore in un comune di 17.959 abitanti. “Un avvenimento che non avremmo mai voluto vedere. Adesso è necessario alzare la soglia di attenzione e chiedere alle forze dell’ordine di intensificare i controlli con i cani antidroga fuori dalle scuole toscane”.
Così i consiglieri regionali del PdL Giovanni Donzelli, Tommaso Villa, Salvadore Bartolomei e Stefano Mugnai commentano l’arresto per spaccio a Castelfiorentino di un professore fuori dalla scuola dove insegna. “Troppe volte con la scusa della riduzione del danno o per finto giovanilismo si veicolano alle nuove generazioni messaggi fuorvianti in tema di droga. Drogarsi non è né un diritto né una scelta di libertà. Tutte le droghe fanno male. Punto”, proseguono i consiglieri del PdL.
“Sappiamo che nel mondo della scuola avviene spesso il primo contatto tra i giovani e la droga, ma che a fare affari sulla pelle dei ragazzi sia proprio un insegnante è doppiamente criminale. Un simile mercante di morte se riconosciuto colpevole, anche dopo aver espiato la pena, non dovrà mai più poter lavorare come insegnante”, concludono Donzelli, Villa, Bartolomei e Mugnai. “Un episodio inqualificabile che non deve essere sottovalutato – affermano Marco Scatarzi e Alessandro Draghi, rispettivamente Presidente cittadino e provinciale della Giovane Italia, movimento giovanile del Pdl– e che deve far riflettere in merito alla necessità di una sensibilizzazione e di una maggiore vigilanza a riguardo”.
“Da anni – proseguono i due referenti della Giovane Italia – ci battiamo nelle scuole per far comprendere la pericolosità della droga, con campagne di ogni tipo. E da anni ci battiamo anche per far comprendere quanto la logica sessantottina, il cui episodio è figlio legittimo, sia dannosa e inutile. Un educatore colto in flagranza di reato mentre spaccia droga nella propria scuola è inqualificabile e deve farci riflettere: senza mettere in discussione l’intera classe docente, ma facendo comunque presente la latitanza di una sensibilizzazione sul tema”.
“Ciò che manca è una cultura del rifiuto della droga e una consapevolezza diffusa in merito ai danni e ai rischi che questa provoca, laddove per molti giovani drogarsi è addirittura motivo di vanto e non di rinuncia alla vita. Nelle prossime settimane, con i ragazzi di Casaggì, daremo vita a campagne mirate sul tema, con chiare posizioni a riguardo. Lo faremo in tutte le scuole della provincia, istituto per istituto, per ricordare a tutti che la droga è un cancro sociale da combattere e da estirpare con ogni mezzo.
Chiediamo che sia fatto ciò – concludono Scatarzi e Draghi – anche a tutte le istituzioni presenti sul territorio, affinchè vi sia una convergenza di forze e di anime a riguardo”.