Continua la drammatica sequenza di suicidi nelle carceri italiane, con un detenuto italiano di 31 anni che s'impicca nel bagno del penitenziario fiorentino. Un altro suicidio a Sollicciano, un carcere che contiene piu del doppio dei detenuti che può e deve ospitare. «L'anno inizia male» ha commentato il garante per i diritti dei detenuti del Comune di Firenze, Franco Corleone, «I problemi vanno risolti alla radice, i palliativi non bastano». "Più volte il Consiglio comunale ha affrontato il tema delle condizioni di vita di Sollicciano, anche tenendo sedute all'interno del carcere stesso e soprattutto approvando atti che chiedevano alla Giunta impegni precisi.
Si veda, ad esempio, la mozione presentata da perUnaltracittà, fatta propria da commissioni consiliari e approvata all'unanimità il 30 novembre 2009; vi si impegnava l'Amministrazione, tra le altre cose, a: Puntuale azione di verifica delle condizioni igienico-sanitarie della struttura; reinserimento dei detenuti e delle detenute individuando anche strutture idonee all'accoglienza a coloro che sono in permesso o ammessi alle misure alternative, come pure sistemazioni temporanee per fine pena; coordinamento con altri Comuni dell'area metropolitana etc etc. Impegni a cui non è stato dato seguito in modo adeguato -intervengono perUnaltracittà-lista di cittadinanza, De Zordo, Sodi, Alberici- Il carcere rimane, al di là delle parole formali puntualmente espresse nelle circostanza drammatiche in cui un detenuto si toglie la vita come in questo caso, un grande rimosso collettivo, in fondo alla classifica delle priorità di amministrazioni che privilegiano operazioni d'immagine e di cassetta.
E pensare che lo stato in cui versano le carceri è un indicatore che rispecchia direttamente il grado di civiltà di una società. Su questo Firenze ha molto da lavorare, a dispetto delle ribalte luccicanti e delle operazioni d'immagine che appaiono sempre più lontane e scollegate dai problemi reali della città".