Outlet e commercio ambulante: ecco la legge

La nuova disciplina interviene sul settore e prevede la richiesta di attestazione della regolarità contributiva delle imprese commerciali su aree pubbliche

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 novembre 2011 18:35
Outlet e commercio ambulante: ecco la legge

La proposta di iniziativa consiliare che detta disposizioni in materia di outlet e obbligo di regolarità contributiva nel settore del commercio sulle aree pubbliche è legge. Il Consiglio regionale ha votato compatto la normativa presentata dai consiglieri del Pd Vittorio Bugli, Caterina Bini, Ivan Ferrucci, Matteo Tortolini e Pier Paolo Tognocchi e illustrata in Aula dal presidente della commissione Sviluppo economico Caterina Bini (Pd). “La legge – ha sottolineato Bini - interviene, per la prima volta, a disciplinare il settore degli outlet”.

In particolare si definiscono outlet “la vendita diretta di produzione propria da parte di imprese industriali” in uno spazio “in locali propri, adiacenti a quelli della produzione” (i cosiddetti spacci aziendali, ndr) e la vendita in locali non adiacenti a quelli di produzione intendendola riferita a prodotti non alimentari “che siano fuori produzione, in eccedenza di magazzino, prototipi, o presentino lievi difetti non occulti di produzione” ed effettuata “in esercizi commerciali a ciò appositamente individuati”.

In secondo luogo, ha spiegato ancora il presidente della commissione, “la normativa prevede di andare in deroga alla direttiva europea Bolkestein per il settore dei mercati” per motivi di interesse generale “ascrivibili – recita l’articolo 6 - all’ordine pubblico, alla sicurezza pubblica, all’incolumità pubblica, al mantenimento dell’equilibrio finanziario del sistema di sicurezza sociale, alla tutela dei consumatori”. Infine, visti i risultati positivi ottenuti nel settore degli appalti e dell’edilizia a contrasto del lavoro nero e irregolare e a sostegno della competitività delle imprese contro i fenomeni dell’abusivismo, la legge “prevede che anche chi esercita il commercio ambulante debba presentare il Documento unico di regolarità contributiva, il cosiddetto Durc”. Il presidente Bini ha inoltre illustrato e presentato due emendamenti al testo che hanno fatto confluire in un voto favorevole anche il PdL e la consigliera Marina Staccioli del Gruppo Misto che in commissione avevano invece espresso un voto di astensione.

Negli emendamenti, infatti, parte delle richieste avanzate da Nicola Nascosti (PdL) e Staccioli hanno trovato accoglimento. Tra queste la specificazione che le merci in vendita negli outlet “devono essere prodotte da almeno 12 mesi”. Soddisfazione per un testo che “va nella direzione di ordinare e dare risposte che si attendevano da tempo” è arrivata da Nicola Nascosti che ha parlato di “passo avanti anche nel recepimento delle osservazioni che avevamo presentato e che ci hanno convinto per un voto favorevole”. Dal presidente della Lega Antonio Gambetta Vianna, una dichiarazione di voto a favore seppure con la constatazione che “la maggioranza, per fare questa legge, ha avuto bisogno di leggere il testo che avevamo presentato molto tempo fa”. Una dichiarazione di voto favorevole è arrivata anche dal presidente del gruppo Udc Giuseppe Del Carlo: “La nuova legge servirà a contrastare il fenomeno dell’abusivismo sul territorio e detta disposizioni che aspettavano tanto i commercianti che gli utenti finali”.

Da Marina Staccioli la soddisfazione di aver approvato una legge “che gli operatori aspettavano da tempo e che servirà a contrastare illegalità e merce contraffatta”. Tre le parole d’ordine che stanno alla base della nuova normativa, secondo il capogruppo del Pd Vittorio Bugli: “Equilibrio, regolarità e semplificazione”. Sul superamento in deroga della direttiva Bolkestein per il settore dei mercati ha poi dichiarato: “Si dovrebbero avviare confronti con la Comunità Europea”. Soddisfazione è stata espressa anche da Rudi Russo (Idv): “Era giunto il momento per una vera disciplina dei fenomeni commerciali e una maggiore e più incisiva tutela in materia di concorrenza”.

(lm/f.cio)

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