Pistoia -Meno necci per tutti, ma a rischio c'è l'intera filiera del castagno pistoiese che produce reddito, alimentazione di qualità e che preserva il territorio montano. Un insetto killer (cinipide galligeno) e la siccità di fine estate hanno più che dimezzato la produzione di quello che nell'immediato secondo dopoguerra era l'alimento base per la montagna. "In alcune zone la produzione è calata del 90% -spiega Cesare Lorenzi, vicepresidente di Coldiretti Pistoia -quando ero bambino si mangiava essenzialmente castagne e derivati, se una crisi simile capitava 60 anni fa, si sarebbe dovuto andare a chiedere l'elemosina".
Una crisi come non c'è mai stata che mette a repentaglio la tradizione pistoiese il cui emblema è il neccio con ricotta, ottenuto facendo cuocere la pastella di farina di castagne tra due foglie di castagno, inserite tra due pietre (testi di arenaria di 15 centimetri di diametro). Una tradizione che una volta era puro sostentamento per le popolazioni montane, che grazie all'impegno e alla lungimiranza di alcuni produttori, è tenuta in vita, ed ha un valore non solo simbolico, con duplici benefici.
Far mangiare in autunno a bambini e adulti 'snack' naturali al posto di merendine con tanti ingredienti rielaborati e preservare i castagneti. I castagni sono l'albero d'alto fusto più diffuso sulla montagna pistoiese e i castagneti ossigenano l'aria e prevengono frane e dissesti del territorio. In provincia di Pistoia sono ben 4 i molini che macinano le castagne essiccate nei metati, costruzioni rustiche nei pressi dei luoghi di raccolta: sul pavimento arde un fuoco lento che secca le castagne poste su un'impalcatura di legno. Una tradizione a rischio, visto che gli effetti delle contromisure adottate contro l'insetto killer avranno effetto non prima di due/tre anni, quando l'insetto antagonista (diffuso nei castagneti) sarà numericamente adeguato a contrastare la presenza del cinipide killer, ricreando un nuovo equilibrio. Coldiretti ha stimolato ed ottenuto da Stato e regione la produzione e diffusione nei castagneti dell'antagonista, "ma la diffusione è insufficiente -commenta Lorenzi-.
Occorrerebbe intensificare le azioni di contrasto. Purtroppo mancano le risorse a coprire tutte le zone colpite (Italia settentrionale e centrale) per accelerare la risoluzione del problema". In attesa di tempi migliori, per aiutare i produttori a 'resistere', i consumatori possono acquistare castagne pistoiesi nei quattro mercati di Campagna Amica della provincia. I prezzi inevitabilmente sono aumentati, ma comunque con 3-4 euro al chilo si portano a casa un cibo genuino e gustoso, oltre ad aiutare il mantenimento delle tradizioni.