Via libera a maggioranza – contari Pdl, Lega, Udc e i consiglieri Locci e Staccioli del Gruppo misto – alla legge di ratifica dell’intesa tra la Regione Toscana e la Regione Umbria per la costituzione dell'Ente Acque Umbre-Toscane (Eaut), che subentrerà nelle funzioni del cessato Ente irriguo umbro-toscano (Eiut). Ad illustrare il testo è stato Marco Manneschi, Idv, presidente della commissione Affari istituzionali (la legge è stata licenziata in seduta congiunta con le commissioni Agricoltura e Territorio e Ambiente).
Il nuovo ente prenderà il posto del vecchio Eiut, istituito con legge statale nel 1961 e che, dopo una serie di proroghe, è stato nel 2009 sostituito con un commissario ad acta. Con la ratifica, ha spiegato Manneschi, si dà il via al nuovo ente pubblico economico con personalità giuridica, che avrà fra le altre cose funzioni di progettazione ed esecuzione di opere di accumulo e distribuzione delle acque a scopo prevalentemente irriguo; distribuzione delle acque sulla base della ripartizione concordata dalle Regioni Umbria e Toscana; attuazione di interventi in materia di realizzazione, manutenzione ed esercizio di opere pubbliche.
In pratica, un Ente che conserva la manutenzione e la gestione ordinaria lasciando però la proprietà e la gestione straordinaria al demanio statale. Saranno organi del costituendo Eaut un consiglio di amministrazione composto da tre membri e il presidente. Previsto anche il collegio dei revisori e un direttore generale. Manneschi ha evidenziato, in particolare, che si prevedono nello Statuto “forme di consultazione ed informazione delle amministrazioni locali il cui territorio è interessato dalle attività e dagli interventi realizzati dall’Eaut, da effettuarsi anche tramite la costituzione di appositi comitati di sorveglianza”.
“Più comitati” in grado di rispondere, ovviamente, a più situazioni e interventi su territori diversificati. La necessità di rendere più incisivo il ruolo degli Enti locali è stata ulteriormente richiamata dal presidente della commissione Affari istituzionali che ha illustrato all’aula anche l’ordine del giorno in accompagnamento della legge, firmato – oltre che dallo stesso Manneschi - anche da Vincenzo Ceccarelli (Pd, presidente della commissione Ambiente e territorio) e da Enzo Brogi (Pd).
In esso, tra l’altro, si impegna la Giunta a costitutire nello statuto dell’Ente un “organo di sorveglianza all’interno del quale sia garantita adeguata rappresentanza degli enti locali”, con possibilità di effetturare attività di controllo; e anche a concertare la nomina del rappresentante della Regione Toscana nel cda con gli enti locali competenti per territorio e ad attivarsi con il Governo. Previsto anche l’impegno per la Giunta di attivarsi, anche presso il Governo, a favore di “interventi di compensazione per le popolazioni locali dei comuni interessati dalla presenza della Diga” di Montedoglio e per il completamento della rete di distribuzione dell’acqua dell’invaso per usi idropotabili e irrigui. L’aula ha respinto – (ha votato a favore, invece, il Pdl – l’ordine del giorno presentato e illustrato dal consigliere del gruppo Misto, Dario Locci.
Il consigliere ha rilevato “caratteri di ingiustizia” presenti nella legge che, ha detto, “non parla di risarcimento” per le popolazioni locali che hanno subito “danni effettivi, di deprezzamento complessivo” dalla diga di Montedoglio. In più, richiamando gli impegni assunti sia dal consiglio, con specifica mozione, sia dalla politica anche in occasione di convegni sul tema, Locci ha ribadito che “non è stata garantita l’adeguata rappresentatività delle popolazioni locali nell’organo direttivo, là dove si decide”: il consiglio di amministrazione.
Di qui la richiesta contenuta nell’ordine del giorno bocciato a maggioranza dall’aula per “rivedere l’intesa con la Regione Umbria” e inserire nella legge costitutiva dell’Ente Acque Umbre-Toscane un meccanismo di compensazione economica per le popolazioni locali, a parziale risarcimento del deprezzamento di immobili e terreni nonché del rischio cui sono costantemente esposte.