Azzurri promossi. Prandelli era in cerca di conferme da questo gruppo che, siamo certi, stupirà. Le ha ottenute. Per primo dal simbolo di questa squadra: il suo capitano. Buffon si è fatto trovare pronto arrendendosi solo dove nemmeno i campioni possono arrivare. Poi da Chiellini che ha confermato le sua adattabilità anche a terzino sinistro. Ancora da Pirlo: per fortuna che c'è. Infine da Rossi e Cassano due peperini che hanno dato filo da torcere ai fisici serbi. Senza dimenticare l'uomo del giorno: Marchisio.
Doppietta nella Juve e firma di lusso ieri sera. Belgrado si gela immediatamente. Ci pensa proprio lui, a nemmeno un minuto dal fischio finale, a portare avanti i suoi. L'assit è di un geniale Rossi per l'inserimento puntuale del centrocampista che vale una splendida rete ed il vantaggio. I padroni di casa non stanno a guardare. In ballo c'è la qualificazione e Buffon non dorme sonni tranquilli. Il pareggio è su un'azione confusa: mette dentro Ivanovic. Nella seconda frazione c'è tempo per l'esaltazione di Buffon che dice splendidamente di no su una punizione dello specialista Kolarov.
L'Italia contiene bene la voglia di vincere dei padroni di casa e sfiora il gol, in contropiede, prima con Montolivo e poi con il nuovo entrato Giovinco: finisce così 1-1 con il sorriso di Prandelli sullo sfondo. Italia imbattuta e Marakana meno festoso e "fischiante" (sull'inno nazionale azzurro) dell'inizio gara. I tifosi di casa avrebbero preferito un altro finale. Ma, nonostante i tantissimi infortuni, l'Italia ha dimostrato solidità e carattere. Bene così. GS nella foto il ct della nazionale Cesare Prandelli