Il futuro della pelletteria in un 'gioco di squadra'

L’annuncio a Leatherzone: nasce la “santa” alleanza tra grandi imprese, piccole aziende, istituzioni e associazioni di categoria per sostenere la pelletteria di lusso, cuore economico della Firenze metropolitana. “Se non ora, quando?”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 ottobre 2011 22:05
Il futuro della pelletteria in un 'gioco di squadra'

Ufficializzata al Salone in corso alla Fortezza da Basso la “svolta” nelle strategie industriali asostegno del distretto circumfiorentino, ove si produce il 90% del pellettiero nazionale di alta gamma. Nasce un progetto di politica integrata che per la prima volta coinvolge tutti i soggetti della filiera, dalle imprese globalizzate alle microimprese, i comuni, gli istituti di formazione e le associazioni dei produttori. Confindustria: “Se non ora, quando?”. E il vicesindaco di Firenze “richiama” la Regione: “Più attenzione al settore”. Che il settore, nonostante la crisi, sia vitale, lo dicono i numeri: con un + 30% nel primo semestre del 2011, il distretto pellettiero fiorentino e’ in vetta, pur con tutte le cautele del caso, alle graduatorie nazionali della crescita.

Ma quello messo a punto e annunciato a sorpresa oggi a Firenze, durante l’inaugurazione di Leatherzone, il salone dedicato alla tecnologia e alla ricerca per il comparto della pelletteria di lusso, e’ ben più di un passo avanti nelle strategie di sostegno a questa realta’ strategica per l’occupazione e l’economia del territorio. “Questo salone – ha esordito Andrea Calistri, presidente del Consorzio Centopercento Italiano, organizzatore della fiera – si apre nel segno del dialogo e di un nuovo modello di relazioni industriali, che coinvolge tanto le imprese che fino a ieri potevano avere interessi diversi o addirittura contrastanti, come i grandi marchi globalizzati da un lato e le medie/piccole imprese dall’altro, quanto le istituzioni e tutti i soggetti cointeressati al futuro della pelletteria di lusso nell’area fiorentina.

E il messaggio e’ finalmente incoraggiante: gli spigoli sono messi da parte, la globalizzazione e’ un dato acquisito, il domani consiste nel saper cogliere le opportunita’ che essa ci pone di fronte”. Tra queste, ad esempio, l’inversione dei ruoli che in pochi anni ha interessato alcuni paesi-chiave dello scenario economico mondiale: quelli che fino a poco fa - Cina, India, Brasile – erano concorrenti del Made in Italy, ora, grazie alle nuove classi emergenti, ne stanno diventando i migliori acquirenti.

Un cambio di scenario drastico, insomma, di fronte al quale il polo fiorentino della pelletteria offre il modello-Leatherzone: “Tutti insieme, nella trasparenza, a sostegno di un sistema produttivo aperto, grazie alla sua duttilita’, all’innovazione di prodotto e di processo”, ha concluso Calistri. “Il nostro distretto – gli ha fatto eco Karlheinz Hofer, presidente dell’Alta Scuola di Pelletteria Italiana di Scandicci – racchiude qualcosa come 2.500 imprese e 10.000 oc! cupati.

Una risorsa e un know how enormi, alle prese pero’ con le esigenze di un imponente ricambio generazionale, capace da un lato di trasferire il “saper fare” dai più anziani ai più giovani, dall’altro di ridare alle sue professionalita’ un appeal in grado di fare presa sulle nuove generazioni, dando loro forti motivazioni. I rapporti della McKinsey dimostrano del resto che, dal 1995 ad oggi, il settore della moda e’ cresciuto a tassi doppi rispetto a quelli del pil mondiale: dunque i margini di sviluppo ci sono, ora occorre ridargli il prestigio.

Qualche piccolo risultato gia’ si vede: nel 2011 sono “usciti” dalla nostra scuola 50 addetti con assunzione a tempo indeterminato e 20 a tempo determinato”. “Se non ora, quando?”, si e’ chiesto il presidente di Confindustria Firenze, Simone Bettini, riferendosi alla nuova alleanza presentata in fiera. “Leatherzone e’ il punto di arrivo di una nuova logica nel concepire le strategie a sostegno del comparto pellettiero”, ha detto”, nel momento in cui nuovi consumatori si affacciano sul mercato e nuove generazioni si affacciano alla produzione”.

E’ per questo che Confindustria illustrera’ presto alla Regione un proprio progetto strategico annuale riservato al settore della pelletteria di lusso. Un progetto in cui innovazione, formazione e promozione viaggeranno di pari passo: “Lo scopo – ha concluso – e’ creare un sistema territoriale a rete, che sappia intercettare la domanda attraverso la saldatura tra grandi griffe e piccole aziende”. “L’eccellenza del polo pellettiero e l’esigenza di sostenerlo nella sua globalita’ sono la dimostrazione della necessita’ di “pensare” in termini di distretto e non di confini amministrativi”, ha sottolineato da parte sua Simone Gheri, sindaco di Scandicci, la citta’ che con oltre 1000 imprese attive e’ il capoluogo virtuale del settore.- “Occorre quindi concepire in chiave “metropolitana” anche tutti i servizi, diretti e indiretti, necessari al suo sviluppo: dall’aeroporto all’universita’.

Ed e’ necessario che il Piano di Sviluppo Regionale non dedichi al comparto poche righe, ma uno spazio proporzionale al suo peso economico”. “E’ in effetti fondamentale che il PSR della Regione dedichi più attenzione al comparto pellettiero, prendendo provvedimenti concreti e non solo annunciati”, ha aggiunto il vicesindaco di Firenze Dario Nardella, cui e’ toccato il compito di chiudere il cerchio del “gioco di squadra” inaugurato a Leatherzone e di dare alla nuova “alleanza” un senso programmatico anche in chiave politica.

“La caratteristica della Firenze metropolitana e’ la sua multisettorialita’: un’area in cui cioe’ – ha detto – i vari distretti sono integrati tra loro e possono fungere uno di servizio all’altro, dalla chimica alla meccanica, dalla ricerca universitaria alla pelletteria. Il ‘sistema Firenze’, insomma, gia’ esiste ed e’ in grado di offrire un prodotto finito realizzato localmente, dal design alla componentistica. Pensiamo alla tradizione e quindi anche al Museo Gucci appena inaugurato, un perfetto strumento per il marketing territoriale, ma anche all’innovazione, un concetto che passa necessariamente dalla tecnologia, proprio quella che si vede qui a Leatherzone.

Si deve ad esempio al polo di Sesto - ha continuato Nardella - la creazione del progetto per individuare il dna dei prodotti industriali. In pratica una forma preventiva, e molto efficace, di lotta alla contraffazione. Una lotta a cui anche il comune di Firenze si sta dedicando con impegno: a partire dal prossimo novembre, infatti, tutti gli ambulanti del centro storico potranno vendere unicamente prodotti made in Florence o made in Italy, niente merci cinesi o estere”. Un segnale esplicito (ed accolto da scroscianti applausi) a cui il vicesindaco ha affiancato un altro annuncio di grande interesse per i pel! lettieri : nel 2012 si riuniranno proprio in citta’ gli “stati generali” della lotta alla contraffazione.

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