Firenze - Dopo un complesso e affascinante intervento di restauro, finalmente viene esposto al pubblico il grande bacile in bronzo rinvenuto da Ingrid Edlund a Poggio Civitate (Murlo) tra il 1970 e il 1971.Il grande vaso di bronzo poggiava direttamente sulla roccia, ed era pervenuto in museo gravemente deformato. L’intervento attuale va a completare una prima operazione di pulitura e consolidamento realizzata dopo il rinvenimento. Il restauro, effettuato da Emilia Muzzi nella primavera del 2011, promosso dalla Fondazione Musei Senesi, diretto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e realizzato grazie al sostegno della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e del Comune di Murlo, si è svolto nel laboratorio dell'Antiquarium, situato all'interno della Palazzina.
I numerosi e fragili frammenti del bacile sono stati così ricomposti e resi leggibili nell’insieme; è stato inoltre possibile recuperare l'ascia in ferro, ritrovata all'interno e ormai inglobata attraverso elementi di corrosione al fondo del vaso. Il bacile rappresenta un caratteristico esemplare funzionale e simbolico del banchetto aristocratico etrusco (esempi simili si incontrano in tombe di Populonia e di Vetulonia) e cronologicamente si colloca nella seconda meta del VII secolo a.C.Il rinvenimento di reperti metallici antichi di grandi dimensioni è un fatto assai raro e prezioso, perché per lo più venivano rifusi per fabbricare armi; spesso gli studi specifici si basano infatti su esemplari simili in terracotta. È interessante notare che nelle lastre del fregio in terracotta che decorava il cortile del grande palazzo arcaico del principe di Poggio Civitate, attualmente conservato nel Museo di Murlo, nelle scene della corsa dei cavalli e in quelle del banchetto, compaiono due grandi calderoni assai simili al bacile in questione, l’uno interpretato come premio per il vincitore della corsa dei cavalli, l’altro invece da utilizzare come contenitore del vino da mescere durante la festa, a dimostrare la loro presenza a Murlo, e la loro funzione anche durante l’apogeo della vita sul poggio in età arcaica (VI secolo a.C.). L’ascia, del tipo con immanicatura “ a cartoccio”, si data alla metà del VII secolo a.C: il manico, che si impugnava perpendicolarmente all’oggetto, tipo tomawack, è andato perduto a causa dell’incendio che distrusse l’edificio – a dimostrarlo sono i numerosi carboni trovati durante il restauro dei due reperti.
Come il lebete, anche l’ascia è strettamente legata alla ritualità del banchetto aristocratico, essendo il manufatto atto al taglio delle carni: il cerimoniale del banchetto etrusco si può riconoscere nei corredi funebri delle tombe signorili di età orientalizzante, dove possono essere presenti anche altri oggetti tradizionali quali alari, spiedi e gratelle in ferro, come nelle tombe del Poggione di Castelnuovo Berardenga. Il restauro e gli studi più recenti e approfonditi sul bacile e sull’ascia di Poggio Civitate verranno presentati sabato 17 settembre alle ore 18.00 presso il Museo Archeologico di Murlo, ingresso libero.
Per maggiori informazioni è possibile contattare la Fondazione Musei Senesi tel. 0577 530164, oppure consultare il sito internet www.museisenesi.org