Firenze - Dopo il successo dell'edizione estiva, EX3 di Firenze è lieto di riproporre Drawing Room, la rassegna di proiezioni dedicata all’animazione nella scena artistica contemporanea. Attraverso un appuntamento settimanale, Drawing room presenterà ogni domenica alle 21.15, a partire dal 4 al 25 settembre, il lavoro di otto protagonisti della scena internazionale che hanno fatto della sperimentazione nel campo dell’animazione un elemento distintivo della propria ricerca artistica. Nella sala video di EX3 si alterneranno lavori realizzati con tecniche diverse, sia digitali che manuali, prodotti nel corso degli ultimidieci anni da Carlos Amorales, Nathalie Djurberg, Joshua Mosley, Oscar Muñoz, Hans Op de Beeck, David Shrigley, Robin Rhode, William Kentridge. Le proiezioni saranno introdotte da Viola Duse, storica dell’arte, assistente al progetto.
Carlos Amorales (Messico, 1970) realizza video animati in vettoriale, utilizzando silhouette nere a comporre un vero e proprio archivio di immagini in movimento. Pur raccontando storie di cupa violenza, le animazioni di Amorales risultano estremamente seduttive. L’immaginario a cui l’artista fa riferimento spazia dal gotico al futuristico, mostrando una dirompente carica visionaria.Le opere di Carlos Amorales sono state presentate in alcuni tra i più importanti musei del mondo, tra cui la Tate Modern di Londra e il Centre Pompidou di Parigi. Il MALBA di Buenos Aires, il Philadelphia Museum of Art e il Palazzo delle Esposizioni di Roma gli anno dedicato mostre personali.
Le sue opere sono presenti nelle collezioni del MoMA di New York e in numerosi altri musei. Nathalie Djurberg (Svezia, 1978) realizza animazioni in stop motion caratterizzate da un’atmosfera surreale, oltre che da un’ambigua ironia a tratti dissacratoria. Protagonisti dei diversi video sono pupazzi in plastilina, modellati a mano, che si fanno interpreti di azioni spesso violente, volte a raccontare pulsioni erotiche di tipo possessivo. Accompagnano il movimento delle immagini le musiche del compositore svedese Hans Berg.
Le opere della Nathalie Djurberg sono state presentate in numerosi musei internazionali, tra i quali la Tate Britain di Londra, la Fondazione Prada di Milano, il P.S.1 di New York. Nel 2009 le è stato assegnato il Leone d'argento alla Biennale di Venezia. Joshua Mosley (Usa, 1974), unisce al potenziale espressivo delle più recenti tecnologie digitali la forza comunicativa del lavoro manuale. Le sue animazioni si distinguono per il palese contrasto linguistico, dal carattere stridente. Statue in bronzo o in legno prendono vita su sfondi fotografici o pittorici, ricreando circostanze storiche o situazioni immaginarie.Mosley ha ricevuto numerosi premi internazionali, tra cui il Joseph Hazen Rome Prize e il Louis Comfort Tiffany Foundation Award.
Il suo lavoro è stato presentato alla Biennale di Venezia del 2007 e in numerosi musei internazionali, tra cui il il MoMA di New York, il Modern Art Museum di Fort Worth, il Museo Gegenwartskunst di Basilea, l’Art Institute di Chicago, il Museo Reina Sofia di Madrid. Oscar Muñoz (Colombia, 1951) esplora le complesse relazioni che legano la percezione di un’immagine alla memoria. Utilizzando tecniche sperimentali, come il carboncino sull'acqua o il respiro umano, Muñoz allarga il concetto di “animazione” a tutto il campo dell’immagine in movimento creando lavori in bilico tra presenza e assenza, volti a riflettere sulla vulnerabilità dell’esistenza, la memoria e la storia.
Opere di Muñoz sono state presentate in occasione di importanti mostre collettive, tra cui la Biennale di Venezia del 2007, le Biennali di Praga e di Cuenca. Il Prefix Institute of Contemporary Art di Toronto e l’Institute of Contemporary Art (INIVA) di Londra hanno ospitato sue personali. Hans Op de Beeck (Belgio, 1969) realizza animazioni in digitale utilizzando linguaggi e forme estetiche alternative. Dal punto di vista dei temi trattati, il lavoro di Op de Beeck indaga le relazioni tra spazio e tempo nella percezione dell’uomo contemporaneo, condizionata dalle nuove tecnologie, dallo sviluppo urbano e dalla globalizzazione, mettendone in luce gli aspetti più paradossali.
L'attenzione è sempre posta su piccoli gesti inconsci, inseriti in un’atmosfera onirica e sospesa.Op de Beeck ha realizzato mostre personali e collettive in numerosi musei internazionali, tra cui MARTa (Herford), Centre Pompidou (Parigi), Palais de Tokyo (Parigi), Reina Sofia (Madrid), Towada Art Center (Towada), ZKM (Karlsruhe), Whitechapel Art Gallery (Londra) e PS1 (New York). Ha partecipato alla Triennale di Aichi e alla Biennale di Shanghai. In Italia il suo lavoro è stato presentato alla Biennale di Venezia (eventi paralleli), all’Hangar Bicocca di Milano, alla Galleria Borghese e al MACRO di Roma, alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia.
Nel 2001 ha vinto il premio JeunePeinture Belge. David Shrigley (Scozia, 1968) è conosciuto dal grande pubblico come illustratore e autore di video animati. Divenuto celebre con il film Who I Am and What A Want e per avere collaborato con musicisti di fama internazionale, tra cui Blur e Jason Mraz, Shrigley usa il sarcasmo del vignettista per descrivere aspetti significativi della condizione umana contemporanea, non sottraendosi dall’affrontare contenuti sociali e politici.Shrigley ha esposto inalcuni tra i più importanti musei del mondo tra cui l'Hammer Museum di Los Angeles, il MoMA di New York, il Musee d’Art Moderne de la Ville de Paris, la Hayward Gallery e la Serpentine Gallery di Londra.
Dal 2005 pubblica fumetti settimanalmente per il giornale The Guardian (UK). Robin Rhode (Sudafrica, 1976) adopera materiali d’uso comune (carbone, gesso e tempera) per creare immagini in movimento che hanno i muri urbani come base. Contraddistinti da un approccio interdisciplinare che coinvolge aspetti performativi, i video di Rhode, affrontano questioni di carattere sociale con uno sguardo poetico, a tratti surreale. Robin Rhode ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 2005. Tra le numerose istituzioni che hanno presentato suoi lavori ricordiamo il Walker Center di Minneapolis, la Hayward Gallery di Londra e il LACMA di Los Angeles.
Nel 2009 ha collaborato con il pianista norvegese Leif Ove Andsnes al progetto “Pictures Reframed”, presentato in alcuni tra i più importanti teatri del mondo. William Kentridge (Sudafrica, 1955) ha realizzato, a partire dalla fine degli anni Ottanta, disegni animati utilizzando come supporto un’unica superficie, sfruttando in questo modo il potenziale espressivo delle tracce lasciate dalle cancellature per raccontare le condizioni di vita in Sud Africa negli anni della separazione razziale.
Nel tempo il suo lavoro si è evoluto e complicato, arrivando a coinvolgere aspetti performativi, condizionati dalla passione dell’artista per il teatro delle ombre e per l’opera.William Kentridge è uno dei più noti artisti contemporanei. I suoi lavori sono stati presentati in alcuni dei maggiori musei internazionali, tra cui il MoMA di New York, il Louvre di Parigi, il SFMoMa di San Francisco, il Metropolitan Musuem di New York. Ha partecipato alle Biennali di Venezia, Sao Paolo e Sydney, oltre che a Documenta a Kassel.
PROGRAMMA Domenica 4 settembre, ore 21.15 www.ex3.it info@ex3.it