Deodato muove la sua ricerca artistica tra pittura e scultura policroma, dando vita a una sottilissima narrativa che si dissemina nello spazio. Il Circo dell’arte ruota attorno a una scultura, che rappresenta la via dell’arte. In realtà questa stessa figura si presenta come un clown nella sua più nuda apparenza, ossia, letteralmente, senza vestiti. Una figura chiave, che metaforicamente rappresenta colui che si spoglia di tutto per dare forza all’atto creativo, colui che ritorna bambino attraverso il gioco.
Questa stessa figura diventa il tramite di un dialogo profondo tra la narrazione che le opere suggeriscono e lo spazio della Sala. La figura del clown, dunque, delinea un senso di marcia della visione, che non è a senso unico ma alternato; questo per far comprendere che non esistono percorsi obbligati di lettura, ma una sorta di circolo vizioso nella fruizione dell’opera, che instaura il giocoso dominio di quel circo dell’arte alluso nel titolo. La mostra è concepita come un’unica installazione in cui pittura e scultura rimandano al mondo contemporaneo in una continua concatenazione policroma e spaziale . La scultura mette in mostra la presenza umana, articolata in una miriade di personaggi alle prese con la vita: una folla di figure assorte, ognuna impegnata in atti e pensieri solitari.
Quasi un’immaginaria Tebaide che l’artista ha costruito come le metafore e i proverbi di un pittore trecentesco. La pittura narra spazi metaforici e tensioni in contrasto: evoca la concentrazione spirituale, il riparo nell’intimità domestica, tra gli oggetti e le cose familiari – che sono sempre descritte in un tempo rallentato e in un magico silenzio; ma quasi rivendicando la necessità del sogno e della memoria contro la dittatura del tempo economico. In una sorta di dolce disobbedienza al nostro presente. L’atmosfera intima e raccolta della casa dialoga coi paesaggi circostanti, anch’essi partecipi di questa riscoperta del mondo attraverso la purezza e l’innocenza.
Gli orizzonti dipinti da Deodato hanno in sé l’incanto della fiaba ma anche la cognizione della memoria. Il paesaggio si riferisce alla natura in modo vicino alle avanguardie storiche nel loro andar oltre l’esteriorità della rappresentazione. Difatti la ricerca di Deodato si volge piuttosto a interpretare l’intimità stessa dell’artista, che in modo umbratile rispecchia la vita molto riservata di ogni uomo. Pino Deodato è nato a Nao (Vibo Valentia) nel 1950. Vive e lavora a Milano. Complesso di Sant'agostino Via Sant'Agostino 1 (55045) Pietrasanta +39 0584795226