"Al di là delle polemiche scaturite sull’opportunità o meno di incontrare il presidente del Consiglio in una sede non istituzionale, polemica peraltro che sembra interessare solo il Partito Democratico, quello che vorrei sapere come cittadino di Firenze e come consigliere è se tale colloquio è stato utile e quali risultati siano stati raggiunti circa la possibilità di una legge speciale per Firenze". Lo ha detto il consigliere dell'IdV in Palazzo Vecchio Giovanni Fittante.
"Ricordo - ha proseguito Fittante - che il 14 giugno 2010 è stata approvata dal Consiglio una mia mozione (il solo atto istituzionale esistente su tale questione che peraltro avevo già promosso già nella consiliatura 1999/2004) che chiedeva al sindaco di attivarsi presso il Governo per l’istituzione di una legge speciale per Firenze.E lunedì scorso, prima dell’incontro Renzi-Berlusconi avevo presentato una interrogazione per avere notizie sull’applicazione di tale mozione. Anche alla luce di questi due atti e dell’incontro del sindaco con il presidente dl Consiglio – ha concluso Fittante – credo sia utile che Renzi ci dica a che punto è la legge speciale per Firenze e se, quindi, l’incontro con il presidente del Consiglio abbia dato buoni frutti per Firenze".
(lb) "Apparire o essere. Questo eterno dilemma ritorna alla ribalta a tormentare la scena politica che ultimamente ha visto protagonista Matteo Renzi alle prese con un incontro ravvicinato con il premier Berlusconi nella sua casa". E' quanto dice il vice presidente del Consiglio comunale Salvatore Scino (Pd) a proposito dell'incontro ad Arcore fra Renzi e Berlusconi. "Essere concreto e diretto in veste istituzionale e andare anche alla residenza privata del presidente del Consiglio pur di risolvere problematiche serie per amore alla città di Firenze, oppure trincerarsi dietro una falsa ideologia perbenista.
Certo, saranno frullati mille pensieri nella testa di Matteo alla vigilia dell’incontro. Si sarà chiesto: non vado! nel rispetto di una logica antiberlusconiana impersonificata e sostenuta da una forte ideologia. Oppure, al bando le ciance e andando oltre ogni pensiero, corro ad Arcore, anche se non è una sede istituzionale, per cercare di portare un risultato a casa per la mia città. Non dimentichiamo che Silvio Berlusconi è il presidente del Consiglio e se lui concede un incontro ad un qualunque sindaco, quest’ultimo ha il dovere di andare dove è stato convocato.
Eppure, le polemiche sono state numerose e provenienti da chi, afflitto da un retropensiero puramente negativo, non riesce a ragionare al di fuori di una logica politica ormai obsoleta. Purtroppo gli avversari politici non si possono scegliere ed ogni primo cittadino, a cui sta a cuore il benessere della collettività che rappresenta, è tenuto a battere tutte le piste possibili e naturalmente lecite e democratiche pur di ottenere un importante risultato per la sua comunità, anche se queste strade seguite rompono vecchi schemi di formalismo istituzionale".
(lb)