La Famiglia Della Valle dopo le problematiche venutesi a creare a causa delle divergenze tra Regione e Comune di Firenze sulla sistemazione dell'area di Castello aveva dichiarato l'abbandono totale del progetto. Non possiamo aspettare che si accordino tra loro, faceva intendere l'ex Patron Diego che chiamava Enrico Rossi e Matteo Renzi "quello e quell'altro" impegnati nello studio del PIT il Piano di indirizzo Territoriale atto a stravolgere la disponibilità dell'area destinata in primis ad una sistemazione dello scalo aeroportuale fiorentino, in secondo luogo ad accogliere il Termovalorizzatore e solo in ultima analisi ad ospitare un nuovo impianto sportivo a carattere prevalentemente commerciale con parco tematico. Diego ed Andrea erano stati chiari "Per noi è una storia chiusa, non vogliamo tornarci sopra".
A dare un seguito era stato però il Comune di Firenze che per voce del presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani e dello stesso sindaco si era offerto come continuatore del progetto dichiarando che "Lo stadio lo faremo noi", tanto da inserire nel nuovo piano strutturale la destinazione d'uso sportiva dei lotti presenti nell'area interessata. Diego Della Valle con una intervista di carattere economico e finanziario rilasciata a La Stampa, è tornato sull'argomento dichiarando che la mancanza del nuovo impianto sportivo potrebbe portare la proprietà dell'ACF Fiorentina a guardare altrove, trovandosi costretta a portare la squadra fuori dal capoluogo toscano.
"Possono costruire lo stadio, ma la Fiorentina gioca dove vogliamo noi, lo stadio può migliorare la qualità di vita di un quartiere, ma a livello di budget per la Fiorentina non risolve nulla. Stiamo pensando di portare la squadra a giocare fuori da Firenze. Per avere una squadra competitiva e forte è necessaria la Cittadella dello sport, se non sarà possibile farla a Firenze, siamo pronti a cercare in altri Comuni" Parole che hanno fatto nuovamente infiammare gli animi di una città che da sempre si divide tra sostenitori della Proprietà (per riconoscenza, per rispetto e stima, ma anche per assenza di alternative valide, ndr) ed altri ed eventuali (leggesi sostenuti da 'cricche di rosiconi'). Il sindaco Matteo Renzi ha risposto in tarda mattinata: "Io faccio un po' fatica ad orientarmi tra le tante dichiarazioni, con opinioni diverse una volta a settimana.
Da parte nostra la disponibilità è la più ampia possibile ed aspettiamo a giorni il responso da parte della Regione sull'Aeroporto che è il presupposto per poter ragionare della riorganizzazione dell'area di Castello, non partecipo al ping pong di polemiche. Se Diego passa da Firenze la porta di Palazzo Vecchio è sempre aperta. Noi preferiamo l'ipotesi di lavorare su Firenze, comunque l'attenzione è alle opere concrete attese da anni come la realizzazione dei Campini, finiti quelli parleremo dello Stadio.
Non è una sconfitta per noi al momento, non sentirete da parte mia nessuna polemica in merito ad imprenditori che stanno investendo su Firenze". "L'unica partita da giocare adesso è contro la squadretta con le bande verticali - ironizza Renzi - sul dopo vedremo. Prima di tutto c'è il risultato concreto da realizzare sul centro sportivo dove ci sono le ruspe al lavoro. Dello Stadio potremo parlare quando Rossi avrà risolto il nodo sul futuro dell'Aeroporto". Resta valida l'intenzione del Comune di dotarsi di un nuovo impianto a prescindere dalla proprietà della squadra di casa: "Non ho mai cambiato idea su questo argomento, lo Stadio Artemio Franchi non va più bene, non è sufficiente, non basta - sottolinea - il sottoscritto pensa che la Cittadella può essere un'ottima opportunità, se sostenuta da investimenti di privati, per creare posti di lavoro rispettando le norme urbanistiche.
Io spero che alla consegna dei Campini si stia già discutendo dello Stadio. Se poi i Della Valle decidono di portare la squadra fuori è una scelta legittima, mi dispiace, ma non voglio fare polemica su questo, ho grande rispetto per loro, mi occupo di risolvere le questioni aperte da tanti anni, non di interpretare il pensiero della famiglia Della Valle" Si fa il nome di Prato come possibile delocalizzazione e Renzi chiosa "Sono stato eletto a Firenze, ho fatto primarie e ballottaggio qui, questa è una domanda da rivolgere al collega sindaco di Prato" di Antonio Lenoci