Lo scorso primo ottobre, alle ore 22:20 circa, la centrale operativa della Questura di Grosseto inviava personale della Squadra Volanti in via Einaudi in quanto, da una cabina telefonica posta nei pressi del civico 1, era in corso su linea 113, una conversazione tra l’operatore in servizio alla Centrale Operativa ed un individuo il quale riferiva che avrebbe avuto luogo nella giornata successiva, verso le ore 21:30, sull’Aurelia, in prossimità dello svincolo dell’uscita nord di Grosseto, un incontro tra una banda di cittadini stranieri ed alcuni individui, indicati dall’interlocutore, quali responsabili del rapimento della ragazza “che tutta Italia sta cercando” con chiaro riferimento alla giovane quindicenne scomparsa in Puglia, Sarah Scazzi.
Tale scambio avrebbe avuto quale contropartita un ingente quantitativo di droga, eroina e cocaina purissima, trasportata dalla banda di stranieri armati. Nella circostanza l’interlocutore forniva un nominativo ed un numero telefonico poi risultati falsi ed indicava come mezzo usato dai criminali una vettura con una targa parziale il cui modello ed il cui numero di targa risulteranno poi essere relativi alla vettura a lui in uso. Durante la conversazione l’operatore della centrale operativa provvedeva a rintracciare l’utenza telefonica che veniva individuata nella cabina telefonica di via Einaudi.
Nello stesso istante in cui la Volante giungeva presso la cabina, la conversazione telefonica su linea 113 si interrompeva improvvisamente dal momento che l’autore della telefonata si era accorto del sopraggiungere dell’autovettura di servizio. Ancora all’interno della cabina telefonica con la cornetta in mano, il personale operante sorprendeva l’autore del gesto il quale in evidente stato di agitazione ed incredulità per l’arrivo della Polizia cercava di giustificarsi. In base a quanto accertato la persona R.G.
nato a Grosseto nel 1979 veniva indagata in stato di libertà per i reati di simulazione di reato e procurato allarme. Ma ieri sera, dopo oltre 40 giorni di silenzi ed interrogativi, la scomparsa di Sarah Scazzi ha avuto un tragico epilogo. Lo zio, Michele Misseri, ha confessato di averla uccisa, strangolata, e poi getatta in un pozzo del diametro di appena 50 centimetri. Le ricerche del corpo, rese ancora più difficili per la presenza di fango e pietre nel cunicolo, sono tutt'ora in corso. Sul perché di una simile tragedia indiscrezioni parlano di un tentativo di violenza da parte dell'uomo ai danni della nipote.
Ma gli inquirenti stanno ancora lavorando per fare piena chiarezza.