La prima giornata di caccia si è aperta sotto i peggiori auspici: c’è infatti il corollario di tutto quello che non dovrebbe accadere in un’attività che si vuole presentare come rispettosa e regolata. Ci sono gli incidenti tra cacciatori, le multe emesse per continue violazioni da parte delle guardie volontarie venatorie del WWF, ci sono i Centri Recupero Animali Selvatici dell’associazione in piena attività con rapaci come gheppi, poiane ma anche aironi tutti feriti da armi da fuoco.
L’icona del mancato rispetto da parte dei cacciatori delle specie più rare e protette del nostro paese è l’esemplare di Cicogna nera abbattuta a colpi di fucile in una delle più belle e importanti zone umide toscane, nel padule di Fucecchio. Proprio per quest’area il WWF aveva da tempo chiesto di istituire un’area protetta essendo l’ultima grande zona umida della Toscana ancora priva di tutela. La cicogna nera era stata avvistata da alcune settimane assieme ad un gruppo di cicogne bianche dal Centro di Ricerca del Padule di Fucecchio e segnalata a tutti gli organi di vigilanza. “Quello accaduto nel Padule di Fucecchio è un gesto scellerato che mette a rischio un raro esemplare di volatile.
Il bracconaggio è un’attività ignobile che rischia di gettare un’ombra sull’intera categoria di cacciatori che in realtà sono spesso i primi ad impegnarsi per la tutela del patrimonio ambientale”. Con queste parole il Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci e la Vicepresidente, Laura Cantini (Assessore con delega alla Caccia) hanno condannato l’uccisione di una Cicogna Nera, avvenuta nel Comune di Fucecchio. La Polizia provinciale ha già avviato le indagini sull’abbattimento del raro esemplare.
“Non è un problema di normativa – hanno aggiunto Barducci e Cantini - Le leggi di tutela che vietano rigorosamente di sparare alle specie rare e protette, ci sono. Vanno fatte rispettare”. “Impossibile non riconoscere un esemplare di Cicogna nera – ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF – Il tipo di volo, le dimensioni e i colori ne fanno una specie inconfondibile. Chi ha sparato contro questo animale, di cui restano solo circa 10 coppie nidificanti nel nostro paese e per questo considerato rarissimo, aveva tutta l’intenzione di abbatterla magari portandosi il trofeo in casa.
E’ un gesto che sommato ai tanti simboleggia quanto la caccia in Italia sia un’attività incompatibile con la ricchezza di biodiversità del nostro paese, con la sicurezza e soprattutto con le norme europee che vietano rigorosamente di sparare a specie rare e per questo protette e impongono di tutelare anche quelle cacciabili. Inoltre la caccia in Italia viene ancora svolta in periodi delicatissimi per la riproduzione di molte specie animali come è accaduto con le preaperture decise in molte regioni e che per questo violano le stesse indicazioni UE oggi anche Legge dello Stato.