Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una utente del trasporto pubblico fiorentino che racconta i propri quotidiani disagi incontrati nella fruizione del servizio.
Mi chiamo Gianna e mi trovo a non sapere a chi indirizzare questa lettera: al sindaco? Al presidente dell'AtafF? Al presidente di Li-Nea? Alla Regione? Alla Provincia? Ai giornali? Così da informare l'opinione pubblica di una situazione stressante, nauseante e al limite della sopportazione.
Comincio dall'inizio: vivo da tre anni alle Piagge e subisco tutti i giorni un grosso disservizio del trasporto pubblico, soprattutto per le persone disabili.
Una volta tanto non sono le Piagge ad essere un problema ma sono le Piagge a subirlo.
Mi spiego meglio: la zona è servita da due linee il 35 (Ataf) ed il 56 (Li-Nea).
Nei periodi delle vacanze scolastiche vengono ridotte le corse e nel mese di agosto c'è un'ulteriore riduzione.
Come non pensare che ci sono persone che lavorano tutto l'anno? Queste sono le difficoltà che incontrano le persone autosufficienti, invece le persone disabili hanno qualche problema in più. La maggior parte delle volte le pedane per le carrozzine non funzionano, le cinture di sicurezza e le pulsantiere sono rotte. Sia sui bus dell'Ataf che su quelli di Li-Nea le pedane che funzionano sono poche (quando riescono ad uscire), e il più delle volte si bloccano e non vanno nè avanti nè indietro. Addirittura sui bus di Li-Nea le pedane sono manuali.
Alcuni autisti sono molto gentili, altri ti fanno penare, come un sabato pomeriggio in cui un autista si è rifiutato di metter giù la pedana ed io sono stata gentilmente aiutata per fortuna da un giovanotto. E se non ci fosse stato lui? Se il disabile fosse stato solo? Mi aspetto che le autorità competenti a cui indirizzo questa lettera prendano i dovuti provvedimenti affinchè siano tutelati i diritti di tutti i passeggeri, autosufficienti e non. Mi piacerebbe che si riuscisse a risolvere i problemi dei disabili anzichè crearne a loro altri.