Don Ciotti cittadino onorario di Firenze

“Oggi – ha detto don Ciotti - non date la cittadinanza a me, ma al gruppo Abele e a Libera, non è l’io, ma è sempre il noi che vince”. De Zordo: "Firenze ripensi le politiche verso gli ultimi: i senza casa, gli sfrattati, gli stranieri".

Redazione Nove da Firenze
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07 giugno 2010 18:21
Don Ciotti cittadino onorario di Firenze

Don Ciotti è cittadino onorario di Firenze. Il conferimento è avvenuto oggi nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio durante la seduta del Consiglio comunale. Le motivazioni sono state lette dal presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani alla presenza del sindaco Matteo Renzi, della Giunta, della vedova Caponnetto e di tutto il Consiglio. Giani ha sottolineato l’unanimità di tutta l’assemblea a questa decisione nata da una delibera della commissione pace presieduta da Susanna Agostini.

“Don Ciotti – ha detto Gian i- è da sempre un tenace testimone e rappresentante di una società civile che non si arrende alla sopraffazione e all’illegalità. Firenze non poteva non ricordarlo. Il conferimento della cittadinanza è un atto solenne che testimonia l’impegno di don Ciotti e la sua dedizione nel combattere la mafia. Sempre dalla parte dei giovani e dei più deboli”. “Oggi – ha detto don Ciotti - non date la cittadinanza a me, ma al gruppo Abele e a Libera, non è l’io, ma è sempre il noi che vince”.

Don Ciotti ha poi citato Giampaolo Meucci con cui ha condotto la battaglia contro le carceri minorili e ha rievocato i momenti sull’Amiata. “Ogni volta che vado – ha aggiunto don Ciotti - vado sempre a pregare sulla tomba di padre Balducci”. Don Ciotti ha poi parlato di don Milani e ricordato la strage dei Georgofili e il giudice Caponnetto, sottolineando il lavoro dei giovani nelle terre confiscate alla mafia. Della sua associazione Libera ha detto: “Non è né di destra, di sinistra o di centro: essa sta dalla parte della legalità, dei diritti, della giustizia, della pace e della dignità delle persone”. Al termine della cerimonia accompagnata dal suono delle chiarine il presidente Giani, a nome dell’amministrazione comunale, ha donato a don Ciotti il Giglio d’oro della città di Firenze.

(lb) Le parole del sindaco Renzi “Questa cittadinanza onoraria per don Luigi Ciotti è un dono per noi e per Firenze. Siamo fieri ed orgogliosi di averlo come concittadino perché ci ricorda che una città non è un ammasso di individui ma un ‘noi’ che deve fare ogni giorni i conti con la propria storia comune, consapevole che la storia più bella dobbiamo ancora scriverla”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Matteo Renzi, commentando in Consiglio comunale il conferimento della cittadinanza onoraria a don Luigi Ciotti. Dopo aver sottolineato che la decisione di concedere la cittadinanza a don Ciotti è stata “condivisa”, Renzi ha citato alcuni esempi fatti proprio dal fondatore di Libera nel suo intervento di poco prima: la strage dei Georgofili e i campi della legalità nelle terre confiscate alla mafia.

“Nella strage dei Georgofili - ha affermato Renzi - ha perso un pezzetto di vita tutta Firenze, ma da lì la città ha capito che nella lotta alla mafia non starà mai alla finestra a guardare”. “Dei campi della legalità - ha aggiunto - sappiamo che non hanno un’inizio e una fine, ma anzi paradossalmente iniziano quando il viaggio finisce e si torna a casa, così che possiamo cominciare un’operazione di educazione alla legalità concreta nella vita quotidiana”. (edl) Le parole dei consiglieri in Palazzo Vecchio “Con il conferimento della cittadinanza a don Luigi Ciotti viene riconosciuta l'opera di un uomo che nella sua lunga attività sulla strada ha sempre messo al primo posto la dignità della persona.

Anche e soprattutto quando il rispetto di questa dignità confliggeva con le regole di un sistema modellato sull'imperativo del profitto economico e sul mito dei vincenti". Questo l’intervento della capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo. "L'opera di don Ciotti, da sempre radicata sul territorio ma con uno sguardo globale, è un'esperienza unica, ricca di insegnamenti utili alla costruzione di una società della convivenza. I risultati ottenuti da Ciotti con il gruppo Abele e con Libera certo si devono anche alla disponibilità e intelligenza di quelle istituzioni che hanno avuto il coraggio di misurarsi con lui su temi scomodi che disturbavano lo status quo.

Ci piacerebbe che questa cittadinanza onoraria conferita alla caparbietà, alla passione e alla coerenza di Ciotti diventasse per Firenze un'occasione per ripensare le politiche verso gli ultimi: i senza casa, gli sfrattati, gli stranieri”. (fdr) “Voglio ringraziare don Luigi Ciotti per il suo grande lavoro per la legalità, un lavoro che oggi con il conferimento della cittadinanza trova ufficiale e dovuto riconoscimento”. Lo ha detto il consigliere Giovanni Fittante (Pd) che ha aggiunto: “Don Luigi Ciotti si è posto da subito il tema dell'integrazione e della formazione alla legalità e alla sviluppo della personalità per i giovani del sud e non solo, che sono le prime esche della criminalità organizzata.

Ha poi creato reti associative come Lila, Gruppo Abele, Libera, associazioni di persone che nel confronto e nella battaglia quotidiana hanno trovato conforto e riferimenti certi contro l'abbandono e la solitudine. Non possiamo non essere tutti grati a questo grande uomo che lotta contro la mafia da sempre”. (lb) “Ero stato critico, al momento della decisione di concedere a don Ciotti la cittadinanza onoraria di Firenze, perché credo che un simile strumento venga utilizzato ultimamente un po' troppo spesso e questo inflaziona l'alto valore di questa riconoscenza.

Oggi però non posso che esprimere grande ammirazione per il discorso pronunciato dallo stesso don Ciotti nel Salone de'Dugento". Questo il commento del consigliere del Pdl Francesco Torselli al conferimento della Cittadinanza Onoraria di Firenze al parroco veneto. Ed al discorso pronunciato oggi a Firenze da don Luigi Ciotti plaude anche il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni. “Le parole pronunciate nel Consiglio comunale di Firenze, sono state parole toccanti.

Soprattutto nei suoi passaggi sui giovani, ai quali si è rivolto al di là delle divisioni politiche, culturali e territoriali” ha dichiarato Meloni. Il Ministro Meloni ed il consigliere Torselli hanno quindi voluto ringraziare don Luigi Ciotti per essersi dimostrato “un vero esempio di superamento di quelle barriere che troppo spesso dividono facendo perdere l'obiettivo che deve essere comune a tutti: lottare contro le piaghe della società contemporanea, le ingiustizie, la droga, la mafia.

Piaghe che non hanno colore un colore politico o una connotazione territoriale”. (fdr) Nella foto, d'archivio, don Ciotti con Martini, l'ex presidente della Regione Toscana.

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