Il Consiglio provinciale di Firenze ha approvato con i voti della maggioranza di centrosinistra e la contrarietà di Pdl, Lega e Rifondazione comunista le modifiche dello Statuto della Fondazione Palazzo Strozzi, che organizza eventi espositivi a Firenze. Le modifiche sono state illustrate in Consiglio dall'assessore al Bilancio Tiziano Lepri. Di fatto è prevista la completa parità tra soci pubblici e privati nella governance della Fondazione. Il consiglio di amministrazione resta composto da 7 membri.
Prima i soci pubblici (Provincia di Firenze, Comune, Camera di Commercio) eleggevano 4 membri, tra cui il presidente, e 3 i soci privati. Oggi soci pubblici e soci privati nominano 3 membri ciascuno e poi i sei nominano di concerto il presidente. Il bilancio 2009 della Fondazione chiude con un avanzo di 176 mila euro, frutto di entrate per 7,1 milioni e uscite per 6,9. Per le entrate, i soci pubblici garantiscono 2,4 mln e i privati (Cassa di Risparmio di Firenze e associazione partner) 2,45.
Dalle sponsorizzazioni arrivano 884 mila euro e 1,4 mln sono derivanti da biglietteria, bookshop e altre voci. Bocciati sei emendamenti presentati dal Pdl. “Non è assolutamente vero – ha sottolineato l’assessore Lepri - che si rinuncia al potere di determinazione della governance. Questo potere viene sottoposto alla condizione decisiva che è quella di trovare il consenso di tutti i soci: è un esercizio difficile ma nel quale si spende la capacità politica di composizione e di concertazione delle stesse istituzioni locali”. Sara Biagiotti (Pd) ha spiegato come nella Commissione competente sianostate bene illustrate la struttura della Fondazione, le modifiche statutarie e la loro incidenza, con un confronto e un approfondimento, anche se con tempi ristretti, che ha dato modo a tutti i Consiglieri di esercitare il potere di controllo e di indirizzo.
D'altro avviso Andrea Calò (Rifondazione) che denuncia il fatto che “la Commissione non è stata in grado di poter svolgere la funzione di indirizzo e controllo su un provvedimento grave e iniquo. Forse sarebbe stato più opportuno differire l’atto per permettere non solo a noi ma anche alla maggioranza di comprendere bene quello che accade per la Fondazione”. Per Guido Sensi (Pdl) “i numeri del passato non ci fanno sperare tanto bene nel futuro: il pubblico va a rimettere i soldi dove si perde.
Non entro nella polemica privati, anzi sarei assolutamente soddisfatto se alla Fondazione Strozzi il pubblico desse semplicemente il simbolo e nemmeno un euro. Sono preoccupato se il pubblico deve pagare tutti i debiti che fa la Fondazione”. Piergiuseppe Massai (Pdl) considera che “i debiti della Fondazione Palazzo Strozzi – di oltre 6 milioni e 300 mila euro nei bilanci che vanno dal 2006 al 2009 – sono stati coperti interamente dai fondi in dotazione degli enti pubblici.
Questo è il dato di fatto. Vi sono mostre che sono costate 7 volte tanto rispetto a quello che è stato incassato. Non si capisce questa fretta, questa furia di voler mettere ancora di più in mano al privato. Si è dimenticato che se non ci fossero i soldi pubblici i privati farebbero fallire la Fondazione. Essere in minoranza pur versando il doppio del privato è qualcosa che solo il centrosinistra poteva fare”. Per Silvia Melani (Pd) la Fondazione è un vero e proprio investimento non solo culturale ma anche economico: la Fondazione raccoglie risorse private leggermente superiori a quelle che sono le risorse di parte pubblica e questo “è un dato a nostro avviso da non sottovalutare, anche perché le modifiche che approviamo vanno proprio in questa direzione e noi dobbiamo sostenere questa tendenza, rafforzarla”.
Riccardo Lazzerini (Sinistra ecologia e libertà) trova che “i momenti difficili mi sembrano lasciati alle spalle: ci ricordiamo bene da dove siamo partiti, la situazione di criticità che c’era”. Andrea Cantini (IdV) ha annunciato il voto favorevole “anche se ci sono forti perplessità, anche perché ci sarebbe voluto più tempo per chiarire”.